mercoledì 5 dicembre 2012

Amici 4





Nel corso degli anni avevamo imparato a conoscere ed apprezzare la peculiarità e il valore del rapporto che nasce dalla convivenza tra l'essere umano e il suo amico a quattro zampe, tanto da considerarlo irrinunciabile. Non era più tempo di effusioni tra cuccioli , ma di un'intesa più nascosta e sottile, espressa nei modi e nei tempi propri di ciascuna personalità: Fabio, impulsivo, trovava le occasioni, Maxi , riflessivo,garantiva la disponibilità nei momenti critici ed io, la brontolona, mi lamentavo per le buche in giardino, per le aiuole calpestate, per i germogli rosicchiati,ma in fondo  andava bene così.
Il giorno dopo che Otto ci aveva lasciato, Fabio diede fondo ai suoi risparmi per comperare un giovane pastore tedesco a cui fu dato, con scarsa fantasia, il nome Doggy.
 
 
 
Doggy ricordava molto nell'aspetto e nel carattere il vecchio Bau. Giocherellone ma senza eccessi, passava serenamente le sue giornate in giardino e come tutti i cani amava le coccole e la compagnia delle persone che si prendevano cura di lui.
Era così tollerante che non si scompose quando Fabio portò a casa un bastardino, pardon, un meticcio che vagava sperduto nel quartiere, al contrario, lo prese sotto la sua tutela.
 
 
Jam,così l'avevamo chiamato, aveva un grande pregio agli occhi di Fabio : era un cane bianconero, portava addosso cioè i colori della sua squadra del cuore, la Juve.
Era diventato una specie di talismano e la domenica, prima di andare allo stadio, Fabio sfregava delicatamente il suo mantello bianconero e come per magia la squadra vinceva. La storia andò avanti per parecchie settimane fintanto che la Juve si trovò ad incontrare la squadra dell'Udinese che , come noto, ha anch'essa i colori banconeri. Forse quella domenica Jam non era in forma, forse andò in confusione, fatto sta che la vittoria andò alla squadra avversaria.....ma non per questo Fabio smise di volergli bene.
 
 


Purtroppo, ancora una volta, ci capitò di sperimentare la fragilità dei cani di razza. Secondo quanto ci disse il veterinario non è insolito che , a causa della loro configurazione fisica, ai cani di grossa taglia , durante la corsa, lo stomaco possa attorcigliarsi su se stesso con conseguenze letali. Così capitò al nostro Doggy che, nonostante un intervento chirurgico d'urgenza, non potè essere salvato.
Fino ad allora i cani che ci avevano tenuto compagnia nel corso degli anni avevano vissuto abitualmente in giardino, per disporre di maggior spazio e libertà, ma quando rimase solo Jam dimostrò di apprezzare molto di più l'ambiente di casa, che gli consentiva un rapporto ravvicinato con le persone che lì vivevano.
La convivenza quotidiana ci insegnò un nuovo modo di "avere un cane".


Jam conosceva le nostre abitudini,i nostri umori e si comportava di conseguenza. Capiva quando era il momento di giocare e quando era più opportuno farsi da parte. Intuiva quando qualcuno stava per partire, quando qualcuno di noi non stava bene o era preoccupato e non potendo esprimersi con le parole, cercava di farlo con i gesti e con lo sguardo.
Amava farsi accarezzare, condividere la colazione (adorava i biscotti che Maxi intingeva nel caffelatte) e guardare la tv in compagnia.
Nonostante stravedesse per i ragazzi, e loro per lui, amava anche stare con me, specialmente quando lo proteggevo dal frastuono dei fuochi d'artificio che facevano andare a mille il suo piccolo cuore.Va detto comunque che non era un angelo e di guai ne combinava spesso, ma se mi azzardavo a rimproverarlo sfoderava il suo sguardo più innocente e trovava sempre un avvocato pronto a difendere la sua causa.
Una sera sul tardi Fabio, rientrando da una serata trascorsa con gli amici, trovò vicino alla sua auto un'intera cucciolata di cani abbandonati. Al suo arrivo la maggior parte dei cuccioli si allontanò spaventata, ma due di loro rimasero in attesa vicino alla portiera con l'aria di chi pensa " questa occasione non me la lascio scappare!".
E così la famiglia si allargò; ora eravamo tre a tre...


 Jam non accettò di buon grado la presenza dei nuovi arrivati e mise subito le cose in chiaro : io dentro e voi fuori, io abbaio e voi zitti, in sintesi, qui comando io.E Bread e Butter lo lasciavano fare.... in fondo due pasti caldi al giorno, una cuccia confortevole e qualche coccola valgono più di un po' di amor proprio...
Jam ha vissuto con noi per quindici anni ed è stato molto penoso assisterlo negli ultimi giorni prima che se ne andasse nel 2009, ma ha lasciato un segno positivo nella nostra storia personale; se è stato bello averlo con noi, ora è bello ricordarlo e parlare di lui con il cuore leggero.
Bread e Butter stanno invecchiando dignitosamente, fratelli diversi nell'aspetto e nel carattere. Sappiamo che non resteranno ancora a lungo con noi, i baffi di Bread sono sempre più bianchi e gli occhi di Butter sempre più spenti.





Viviamo nel presente , prendendo quello che ci porta, e per il tempo che verrà ......

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