martedì 22 settembre 2015

Vacanze 2015:1 -NewYork





Era da sempre che desideravo vedere questa parte di America, perchè  molti dei libri che ho letto raccontano storie che si svolgono proprio lì, su quella costa che immaginavo selvaggia, procellosa e ricca di belle case antiche, con grandi camini, biblioteche ben fornite e spiaggette private; abitate da scrittori, avvocati o architetti, a due passi da paesini di pescatori ricchi di fascino.
 E finalmente ci sono andata! Un viaggio da fare per nave, per poter vedere posti a parecchia distanza l'uno dall'altro in un tempo relativamente breve: in macchina sarebbe stato impossibile e massacrante, visto che non siamo più ventenni. E allora: crociera: amata per le possibilità che offre e odiata per tante altre cose.
Purtroppo la qualità già scadente delle mie fotografie in questo caso è peggiore di sempre: fare foto dal finestrino dell'autobus che corre non è facile e anche quando si è a terra e si vuole riprendere qualcosa, ci sono altre cento persone che vogliono fare lo stesso e nello stesso momento. Quindi scatti mossi, foto sbilenche e mani e teste indesiderate che compaiono in ogni luogo. Quindi, vi prego, perdonatemi!

Allora: si salpa da Cape Liberty, New York, quindi, dato che non abbiamo mai visto la grande mela, partiamo un giorno prima per averne almeno una rapida visione. 
All'arrivo ci attende un pullmino con un autista piuttosto folcloristico: parla come il Papa, essendo argentino, e dice una marea di cose sconclusionate, in un italiano molto personale, cercando di pubblicizzare fast food e negozi che certamente gli danno una mancia per questo. Il nostro orologio biologico è posizionato sulle 3 di notte, quindi non siamo molto reattivi, ma quando, subito prima di una curva, ci spara Frank Sinatra che canta NewYork NewYork a mille decibel, ci svegliamo di colpo per vedere, dopo la curva, lo skyline della città ormai illuminato per la notte. E' una visione fantastica, entusiasmante, bellissima. Al buio si vede solo ciò che è illuminato, solo il meglio e non si può far altro che pensare a che cose meravigliose l'uomo sa costruire, (dimenticando del tutto anche quanto di brutto sa fare). E' un momento veramente magico e mi dispiace davvero di non poterlo documentare adeguatamente.



Il giorno dopo abbiamo un tour organizzato, che ci porta nei luoghi più famosi e più rimarchevoli della città:








Central Park, di cui abbiamo solo una visione superficialissima, per forza di cose, ma dove ci fermiamo a vedere l'angolo dedicato a John Lennon, proprio di fronte alla casa dove viveva e che adesso è in ristrutturazione, per cui non ce ne facciamo una grande idea.
La guida ci racconta che spesso qui si incontrano personaggi famosi come Yoko Ono o Woody Allen, che è puntuale ogni giorno alla stessa ora ( e mi fa venire in mente Kant, su cui i compaesani regolavano gli orologi). Si dispiace moltissimo che noi non abbiamo la "fortuna" di incontrarne qualcuno, ma veramente, a me, non importa un accidente. Le case dei ricchi e famosi sono tutte qui, in fila una dopo l'altra: penso che gli appartamenti siano stupendi, ma viste da fuori, mi paiono abbastanza banali. Hai voglia di paragonarle con le residenze vip che ci sono da noi....







Si prosegue il giro in un carosello di immagini che si sovrappongono l'una all'altra :




















palazzi, grattacieli, chiese, monumenti, ponti, statue, musei, alberghi.....tutto si confonde in una visione fugace e un po' caotica e in una ridda di odori diversi dai nostri, che ci riportano a cucine sconosciute e probabilmente esotiche. Il traffico è allucinante, posso dire che Napoli, al confronto, ha una viabilità ordinata e silenziosa....qui è tutto un suono di clackson, uno stridìo di freni, taxi a perdita d'occhio, limousine di ogni forma e dimensione, che accostano per far salire e scendere persone ( a Manhattan quasi nessuno ha una macchina, tutti si servono di questo tipo di mezzi), gente che cammina rapida parlando al telefono o mangiandosi il pranzo, quasi sempre con un bicchiere in mano, gruppetti di fumatori riuniti intorno a posacenere al di fuori di porte di palazzi e alberghi, persone che fanno jogging e si fermano appoggiandosi ad un muro per fare stretching, contando fra sè e sè, oppure eseguendo esercizi ginnici...Mi chiedo: ma sarà davvero salutare correre in mezzo ai gas di scarico delle auto, urtando i passanti e sudando nel caldo umidissimo che fa grondare anche chi sta fermo? Passando davanti a negozi o alberghi o porte aperte verso qualche interno, vengono anche investiti da folate di aria condizionata messa a livello polare..... ( non sarebbe meglio correre dentro il parco?? Mistero!!) Io, al riguardo, la penso come Nero Wolfe: il movimento fa male, molto male (soprattutto al cervello)!









Nel quartiere italiano si sta preparando la festa di San Gennaro, nelle vetrine si vede di tutto: da quelle che ci fanno venire l'acquolina, a quelle di un orrendo lusso decisamente kitch, che offrono articoli che non vorremmo nemmeno se potessimo permetterceli:




Avete visto il pianoforte? E' solo una delle chicche esposte....
Un po' rintronati, la sera, prendiamo un altro tour, questa volta in barca, per vedere la città dall'acqua e non ce ne pentiamo minimamente perchè lo spettacolo è quello della sera  precedente, ma più vasto: luci, luci e ancora luci, che si riflettono sull'acqua e dondolano e cullano, cancellando tutto quello che c'è intorno. Il caldo è ancora opprimente.










Brutte foto, vero? Ma credo che in internet, se vi interessa, potete trovarne di migliori, più vicine alla realtà, più emozionanti!
Per oggi è fatta; l'indomani mattina ci sono ancora un paio di ore prima che ci vengano a prendere per portarci al porto, quindi andiamo a fare due passi qui vicino: c'è la famosa Quinta da esplorare. Piove, ma il caldo è ancora pesante. La quinta strada è famosissima nel mondo: ci sono tante vetrine extralusso. Ma noi, se vogliamo vedere qualcosa del genere, abbiamo via della Spiga, o Montenapoleone e al confronto le vetrine americane sembrano troppo vistose e pacchiane. Sarà che le strade italiane, più strette, danno un'impressione di raccoglimento e di eleganza, che qui si perde del tutto, in mezzo al traffico che divide un marciapiede dall'altro. Probabilmente anche il silenzio, in confronto a questa cacofonia, significa molto. Sarà che siamo campanilisti, ma Milan l'è un grand Milan, anche se non è una grande mela!!
Passiamo al Rockfeller Centre e siamo un po' delusi, perchè ce lo immaginiamo natalizio, con i pattinatori e l'albero gigante. Invece siamo in estate  e ci sembra una comune piazza, con negozi e palazzi all'intorno. C'è un certo assembramento, cordoni di polizia che ci indirizzano da una parte: un grande schermo trasmette quello che sta succedendo più avanti: un gruppo musicale si esibisce su una specie di ring all'aperto, forse stanno registrando qualcosa. Ragazzine in fianco a noi urlano a comando, rispondendo all'urlo che arriva da quelle più avanti, ma non si capisce come mai l'ovazione scatti proprio adesso e non un attimo prima o dopo... Scopriamo che si tratta di Justin Biber....e non commento: io sono dell'epoca dei Beatles e il mio palato musicale si è fatto con loro, quindi è difficile entusiasmarmi per un ragazzetto che mi pare insulso...e poi mi ricordo l'odio e il disprezzo che provavo a suo tempo per chi non condivideva i miei gusti...allora: shut up! e andiamo via. E' quasi ora di andare alla nave.



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