martedì 15 settembre 2015

Le mie ragazze


Da molti anni ormai trascorrono le loro giornate su un divanetto della mansarda : nessuno le disturba, nessuno programma le loro giornate e credo che ormai si siano dette tutto quello che potevano dirsi. Si chiamano Elena e Puki e sono le bambole della mia infanzia.



Nonostante sia più piccola e abbia l'aria da bambina, Puki è la più vecchia delle due ed è stata la prima bambola tutta mia. Sapete com'è, quando si cresce in una famiglia, ultima di cinque femmine, si corre il rischio di ereditare non solo gonne e biciclette, ma anche giocattoli...
Puki ha assistito alla nascita del mio istinto materno, e forse lo ha anche fatto crescere, perchè ricordo che era una bambola molto maneggevole, si lasciava vestire e svestire facilmente, non faceva capricci e non piangeva mai....

Forse però era troppo "vera", troppo simile a quelle due nipotine che vedevo spesso lavare, imboccare, cullare e così nei miei sogni confusi immaginavo una bambola diversa, elegante come una damina,  una principessa e perchè no,  una regina.



Probabilmente qualcosa delle mie fantasie era uscito allo scoperto,
perchè quell'anno, nei giorni che precedevano l'arrivo di Santa Lucia, tutti in famiglia mi guardavano con aria sorniona, come chi conosce un segreto e ha una gran voglia di svelarlo.
Io stavo sulla graticola e non sapevo cosa pensare, ma, appena potevo, cercavo un pretesto per scendere in cantina o salire in solaio dove c'erano armadi e bauli che avrebbero potuto nascondere una bella sorpresa.
Inutile dire che da tempo nutrivo forti sospetti sul ruolo di Santa Lucia, dispensatrice di regali ai bambini buoni, ma non vedevo la necessità di far chiarezza sull'argomento proprio in quel momento.

Quando alla fine Elena arrivò era proprio come l'avevo sognata !
Indossava un abito di seta verde e bianco sopra una sottogonna di pizzo e mutandoni fino alle caviglie. I capelli biondi erano acconciati in boccoli, in testa aveva uno di quei bei cappellini da damina annodato con un nastro sotto il mento e nella mano destra reggeva un parasole fatto con la stessa seta dell'abito che indossava.

Da pochi giorni, nel novembre del '52, si era spenta  una regina italiana di nome Elena e ne avevo sentito parlare come di una persona gentile e generosa molto amata dalla gente e così decisi di dare alla mia bambola il nome di una regina.




Con il passare del tempo mi resi conto che Elena era una bambola bella da guardare ma con la quale era estremamente difficile giocare e presto mi convinsi  che era arrivato il momento di fornirle un guardaroba più pratico. La mamma fece confezionare dalla sarta uno scamiciato di velluto rosso con una camicetta bianca, la stessa che indossa nella foto, e per non mortificarla troppo ( infondo era stata una regina) le fece cucire un cappotto modello montgomery con tanto di alamari. I boccoli biondi lasciarono il posto a due treccine un po' stoppose ed Elena fu trasformata in una bambola bambina. 
Negli anni Puki ed Elena hanno cambiato spesso il loro corredo, ma quello che indossano ora mi è particolarmente caro perchè lo ha sferruzzato la mia mamma con la stessa cura con cui sferruzzava sciarpe e maglioni per i nipotini.




Anche se dedico a loro pochissimo tempo, tengo molto a Puki e ad Elena perchè da una famiglia di provenienza  a stramaggioranza femminile ho fatto una nuova famiglia a stramaggioranza maschile e devo pur avere qualche alleato femmina....

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