lunedì 21 settembre 2015

Il faggio

Qualche giorno fa Lilia ha pubblicato su facebook questo articoletto, che mi piace salvare e condividere









Il faggio è il re dell'Appennino e cresce rigoglioso sulle montagne che circondano il mio paese. Alza il suo fusto verso il cielo, diritto come una colonna e sa combattere contro il gelo invernale, il freddo e la neve. E' scontroso come un montanaro, non ama molto la compagnia degli altri alberi e stringe amicizia quasi soltanto con l'acero e l'abete. Il suo fogliame fittissimo non lascia spazio al sottobosco, così nelle faggete rosse in autunno il terreno è ricoperto soltanto da un soffice mantello di foglie cadute che nascondono i porcini cresciuti vicino alle radici degli alberi. Per secoli, i faggi hanno accompagnato la dura vita dei montanari e sono stati la risorsa fondamentale per la loro sopravvivenza. Basterebbe questo per capire che un'antica sacralità è insita nel faggio, ma c'è di più. Questo albero è considerato sacro perchè è legato a tanti santi cristiani e compare in numerose leggende .Nei secoli, all'interno del suo tronco o in alto tra le fronde è apparsa tante volte la madonna, per cui rustici santuari sorgono ancora qua e là tra i faggi. Tra le tante leggende c'è quella di san Pellegrino e San Bianco che sarebbero vissuti per moltissimi anni in eremitaggio all'interno di un medesimo tronco di faggio senza mai incontrarsi. Ora i loro  corpi semi mummificati si trovano in una chiesetta di San Pellegrino dell'Alpe, il paesino più alto di tutto l'Appennino Tosco Emiliano.







A proposito della sacralità del faggio, secondo la tradizione anglosassone, se recitiamo una preghiera vicino al suo tronco, questa salirà direttamente in Cielo.



Nessun commento:

Posta un commento