venerdì 25 settembre 2015

Vacanze 2015 n.4: ultima parte







 La nave riparte e prende la via del ritorno, che è piuttosto lunga, quindi ci aspetta un giorno intero di navigazione. Questa volta c'è il sole, quindi possiamo stare sul ponte, anche se non ci scopriamo molto, perchè l'aria è piuttosto fredda.  Cerco di prendermi una bella abbronzatura, levo gli occhiali e offro il viso al sole per un bel pezzo immaginandomi con la pelle dorata, uniforme e, magari, anche un po' ringiovanita. Sogni folli e sconsiderati perchè il giorno dopo sembrerò un panda col morbillo, altro che uniformità e levigatezza! Accidenti....il danno è grosso e difficilmente occultabile.
La sera c'è un'altra di quelle cene di gala che richiedono l' abito formale: che palle! L'altra volta ci siamo andati ugualmente in tenuta casual, ma stavolta scopriamo che non è obbligatorio cenare nel ristorante assegnato e  si può andare tranquillamente al solito self service di colazione e pranzo dove, oltre tutto, c'è moltissima scelta, si prende quello che si vuole e nessuno rompe le scatole. Andiamo lì, ma prima ci divertiamo un mondo a fare i pettegoli e stare a guardare ( e criticare) le coppie travestite da vip che si fanno fotografare per i posteri in abiti da sera veramente esilaranti. Gli uomini sembrano per lo più infilati nel vestito della prima comunione, con il farfallino che li strozza e le scarpe, magari, anche tipo tennis. Le signore....per carità! Qui si scopre la possibile ragion d'essere del burka. Quante volte ho pensato per me stessa che potrebbe essere utilissimo per nascondere le magagne e le trascuratezze di una vita! Che comodità se fosse una scelta consapevole di chi lo indossa e non un'imposizione da parte di un marito! 
Comunque le mises che sfilano davanti al fotografo sono diverse e variegate; la maggior parte indossate da chi non dovrebbe proprio osare....ma cosa credono? di essere al ballo delle rose di Montecarlo? Ma non hanno uno specchio? Scollature, spacchi, mini o maxi e soprattutto pieghe e arricciature non a tutte donano.....Poi mi rendo conto di quanto queste signore siano fortunate: delle due l'una. O sono allegramente inconsapevoli, o se ne fregano alla grande e allora...ok! Buon divertimento!
C'è una cosa, però , da sottolineare: nella maggior parte dei casi pare che i parrucchieri americani odino le loro clienti perchè certi tagli e certi colori sono veramente al di là del bene e del male. Certe teste sembrano quelle di nylon delle bambole. E non sempre è bene sembrare una bambola.
Che pettegoli e cattivi.....comunque da stasera non si cena più al ristorante, ma si va al self service.
L'indomani si sbarca a Boston che, fin dal primo impatto, mi pare molto, molto bella. Lo è davvero: bella ed elegante. Non so da che cosa dipenda, ma perfino la gente per strada è diversa da quella di NY. Passiamo dalla via dei negozi di firma e qui sì che c'è classe ed eleganza. Non ci delude come la quinta!

Boston è una delle più antiche città americane: lì vicino è approdata la Mayflower, lì è iniziata la rivoluzione. La storia americana vive in questa città che è cresciuta diventando un grosso centro non solo per gli affari, ma anche per l'arte e la cultura. Mi dispiace che l'escursione che abbiamo scelto sia la più ricca e che quindi ci fermeremo poco tempo in città, perchè c'è altro da visitare e so da subito che qui mi piacerà ritornare, in futuro, se potrò, per approfondirne la conoscenza.





























Il pranzo ci viene servito nel ristorante più vecchio d'America: l'Union Oyster House. La struttura era anticamente un negozio di seterie e poi un centro d'affari fino a diventare la sede del più vecchio giornale d'America "The spy". E' il tipoco locale che io amo: semplice, senza orpelli, ma ricco di atmosfera.






 Nel pomeriggio partiamo in autobus per visitare i luoghi degli inizi della rivoluzione americana e delle battaglie contro gli inglesi. Vi ricordate quello che Maxi ci aveva raccontato parecchio tempo fa qui:http://ilclandimariapia.blogspot.it/2012/03/ancora-su-louse-may-alcott.html ?

 Quello che abbiamo visto sono proprio i luoghi di cui lui ci ha parlato e vi invito ad andare a rileggerlo





A Concord passiamo davanti alla casa di Louise May Alcott e mi piacerebbe moltissimo poter scendere dall'autobus ed entrare a vedere dove e come vivevano le mie adorate Piccole donne, ma la sosta non è prevista e tutto quello che ho è questo:  


 
 La gita prevede ancora una fermata, prima del rientro sulla nave, a Cambridge, al campus dell'università di Harvard








E poi si risale sulla nave, dove ci aspetta un'altra lunga giornata di navigazione.
Nel pomeriggio al teatro, danno una rappresentazione musicale: La febbre del sabato sera. Ci andiamo e ci piace moltissimo. Non solo per le musiche dei Bee Gees, che non hanno certo bisogno di essere spiegate, ma i ragazzi che recitano e ballano sono  bravissimi e le scene sono veramente straordinarie, soprattutto pensando che questo non è un teatro comune. Bravi tutti, veramente!
La vacanza sta per finire. Il giorno dopo, allo sbarco, l'agenzia ci fa trovare una limousine lunga otto metri per portarci in aeroporto, Siamo imbarazzatissimi, ma ci godiamo anche questa esperienza, come poi ci godiamo quella del metrò per tornare a Manhattan , dato che il nostro aereo parte tardi in serata, del dover scendere perchè la linea è interrotta e trovarci in un quartiere dei peggiori e accalcarci su un autobus mezzo scassato. Dalle stelle alle stalle!!!
L'ultimo giorno a NY è frenetico: cerchiamo qualche regalo specifico che ci è stato richiesto e camminiamo, camminiamo, camminiamo....senza pranzare, per farcela a trovare tutto quello che ci serve. Poi, finalmente, stremati e contenti, saliamo in aereo e...TORNIAMO A CASA!! Che bello!!!






2 commenti:

  1. Grazie per averci portato in vacanza con te !!!
    Bentornata a casa .... però !!!
    ciaooooo

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  2. Grazie Dindi! Un magnifico diario di viaggio!

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