venerdì 15 gennaio 2016

Cappotti di origine militare

Quest'inverno non c'era in giro una persona giovane che non indossasse un parka: è tornato di gran moda quel tipo di cappotto che portavano anche  i giovani dei miei tempi, gli anni sessanta.







 Le sue origini sono da ricercare nella preistoria, precisamente nelle popolazioni inuit del circolo polare artico.  Fatti di pelliccia di orso polare, di volpe e di foca, erano indossati uno sopra l’altro, per proteggersi dal freddo incombente.

Letteralmente “Parka” significa “pelle animale” e deriva dalla lingua nenets parlata nella regione a nord della Russia, dove il clima è particolarmente freddo e umido. 

Come capo di moda la sua storia comincia nel 1951, quando divenne la divisa dei marines nella guerra di Corea.
Poi, nel 1954, viene reinterpretato dalla Refrigiwear per situazioni di freddo estremo come ad esempio le gare in Alaska con tessuti tecnici e resistenti alle temperature sotto lo zero. 
Nello stesso periodo, in America per rispondere all’esigenza dei lavoratori del Meatpacking District che lavoravano nelle celle frigorifere delle fabbriche di lavorazioni delle carni, fu creato un giubbotto grande, comodo, caldo ed impermeabile resistente anche alle temperature più fredde.




Nel frattempo oltreoceano in Inghilterra, il parka come tanti altri indumenti militari finì nei mercatini dell’usato. I primi a notarlo furono i Mods….i primi veri artefici del successo di questo capo.

Chi erano i Mods?
Siamo a Londra, anni 50/60. I giovani sentono un forte bisogno di cambiamento, il moto di ribellione che li spinge ad una rottura con la generazione dei loro genitori li attrae verso tutto quello che è nuovo, moderno (da qui Mod abbreviazione di modernism)
Il motto Moving and learning racchiude l’essenza di questa subcultura urbana che passa attraverso l’attenzione per la musica, la cura del proprio look, le cura dei dettagli.

Inizialmente questi ragazzi non avevano alcuna velleità politica ma nel 1964, in seguito agli scontri con i Rockers, il parka divenne l’emblema della loro ribellione. 
Da allora il parka è tornato di moda a puntate, negli anni, fino ad arrivare ai giorni nostri.
( Notizie prese qui:
http://modamedia.it/2013/04/la-fantastica-storia-del-parka/

Un altro cappotto di origine militare che portavano i ragazzi negli anni 60/70 era l'Eskimo.





L'eskimo è un giaccone con la parte interna staccabile con bottoni automatici, che comprende il cappuccio, di pelliccia bianca sintetica, di fattura semplice, che porta il nome degli abitanti del circolo polare artico.

Un modello di eskimo, con interno in fodera di pelo sintetico (a volte anche staccabile, per adattarsi anche a periodi climatici diversi), divenne famoso grazie alle rivolte studentesche
 del 1968, in cui divenne una sorta di simbolo prima della sinistra studentesca e poi anche della sinistra in generale, poiché di prezzo accessibile alla fasce meno abbienti.
Inizialmente in vendita in negozi di articoli ex militari e simili, ben presto trovò spazio nelle botteghe specializzate nelle vendite di jeans, bancarelle di mercato e grandi magazzini, fino a diventare un indumento di largo uso. Negli anni a venire, l'eskimo diventò un segno di riconoscimento della controcultura in cui si riconoscevano i militanti e i simpatizzanti della sinistra.




I due capi, a mio parere, sono quasi identici, tanto che , da ignorante quale sono, non li saprei distinguere l'uno dall'altro. Da divise dell'esercito sono diventati divise di gruppi di giovani contestatori





Il cappotto più bello che deve la sua fama ad un militare. secondo me, è il Montgomery.

Il Montgomery è un tipo di cappotto di media lunghezza con particolari caratteristiche: il cappuccio ampio, le tasche esterne e soprattutto l'allacciatura con gli alamari.


Era il 1914 quando gli uomini della marina inglese indossarono i primi Duffle coat, cappotti di lana pesante per proteggersi dai freddi venti dell’Oceano Atlantico e dei mari del Nord. Ma è durante la seconda guerra mondiale che queste giacche, che prendono il nome dalla cittadina di Duffel in Belgio, diventarono la divisa ufficiale della Royal Navy. Il generale Bernard Law Montgomery amava la versione color cammello e il cappotto si identificò a tal punto punto col suo nome che le sue truppe lo soprannominarono “Monty coat”. Si dovette aspettare la fine del conflitto perché questo indumento basico ed essenziale fosse venduto dalla grande distribuzione e diventasse un must intramontabile. (http://www.vogue.it/encyclo/moda/m/il-montgomery)

La dimensione sproporzionata del cappuccio non è un caso, ma è studiata per far si che si potesse indossare al di sopra del cappello militare.




2 commenti:

  1. Bellissimo questo post , cara Dindi, per me che lavoro nella moda è stato molto piacevole leggere le informazioni che hai dato !!
    E' stato bello anche ripercorrere insieme la moda dei nostri anni ..
    Ciao ,Pat

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  2. grazie Pat, ti rispondo solo ora perchè ho una nipotina in ospedale e pochissimo tempo per il pc...ma i commenti mi fanno sempre piacere!

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