sabato 12 ottobre 2013

Gabriele

Il nome di mio figlio è Gabriele, nome scelto semplicemente perchè ci piaceva: ha un suono serio, deciso e forte. Quando Gabriele è stato battezzato, ci è stato chiesto se con questo nome volevamo riferirci a san Gabriele dell'addolorata ( un santo che non conoscevamo), oppure all'Arcangelo. Abbiamo scelto questa seconda opportunità, anche se poi abbiamo saputo che il primo è chiamato il santo del sorriso, un aggettivo molto beneaugurante.






Gabriele deriva dal nome ebraico גַבְרִיאֵל (Gavri'el), composto da gebher (o gheber, "uomo", a sua volta derivante da gabhar o gabar, "essere forte") combinato con El("Dio"): può quindi significare "uomo di Dio", "uomo forte di Dio", "eroe di Dio", "Dio è stato forte e via dicendo.
In latino Gabrielus, in greco Γαβριήλ, in ebraico tiberiano Gaḇrîʼēl, in arabo جبريل Jibrīl o Jibrail)
È un nome di tradizione biblica, portato da uno degli arcangeli, Gabriele; egli è presente sia nell'Antico Testamento (dove appare a Daniele, (Da 8:15-27 e 9:20-27)) che nel Nuovo Testamento, nel quale annuncia la nascita di Giovanni e Gesù rispettivamente a Zaccaria (Lc 1:8-20) e Maria (Lc 1:26-38); è presente anche nella tradizione islamica, dove è colui che detta il Corano a Maometto.

Nella tradizione biblica è a volte rappresentato come l'angelo della morte, uno dei Messaggeri di Dio: anche come angelo del fuoco. Il Talmud lo descrive come l'unico angelo che può parlare siriaco e caldeo.
 Nell'Islam, Gabriele è uno dei capi Messaggeri di Dio.
Nell'Islam, è anche chiamato capo dei quattro angeli favoriti e spirito di verità, esplicando sotto altri punti di vista una funzione analoga a quella dello Spirito Santo.
I musulmani credono che Gabriele abbia accompagnato Maometto nell'ascesa al Paradiso, dove Muḥammad si dice abbia incontrato i precedenti profeti di Dio, essendo informato riguardo alle modalità della preghiera islamica (Bukhārī 1:8:345). I musulmani credono anche che Gabriele discenda sulla Terra nella notte detta "del Destino" (Laylat al-Qadr), una imprecisata notte cioè degli ultimi dieci giorni del mese sacro di ramaḍān

Nella tradizione cristiana è conosciuto come uno degli arcangeli, anche se questo non trova riscontro nella Bibbia, dove si parla sempre di un solo arcangelo (angelo capo) al singolare e mai al plurale e, comunque, non riferito mai a Gabriele bensì a Michele. I riferimenti a Gabriele sono sempre e soltanto in qualità di 'angelo' ossia messaggero. 
Nell'Antico Testamento Gabriele interpreta la visione profetica del capro e del montone (Daniele 8:15-26) e spiega la predizione delle settanta settimane di anni (490 anni) dell'esilio da Gerusalemme (Daniele 9:21-27).
 Nel Nuovo Testamento è l'angelo dell'annunciazione.
Gabriele può anche essere l'angelo che visitò Giuseppe. Dopo aver appreso della gravidanza di Maria, Giuseppe considera l'ipotesi di non sposarla più, ma "un angelo del Signore" appare a Giuseppe in sogno e gli dice che il concepimento avvenne mediante lo Spirito Santo. (Matteo 1:18-25).
Secondo la tarda leggenda, è anche l'angelo non identificato del Libro della Rivelazione (Apocalisse di Giovanni) che soffia il corno annunciando il Giorno del Giudizio. Sia per i cattolici sia per gli ortodossi, è San Gabriele l'Arcangelo, conosciuto come il santo patrono dei lavoratori delle comunicazioni. Come tale è ricordato il 29 settembre.

Nel Talmud (uno dei testi sacri dell'ebraismo), Gabriele appare come il distruttore degli ospiti di Sennacherib nel Sanhedrin 95b, armato di "affilata falce che era pronta già dalla Creazione". L'arcangelo è anche indicato come colui che mostrò a Joseph la via, colui che evitò alla regina Vashti di apparire nuda davanti al re Ahasverus (Assuero) ed i suoi ospiti, e l'angelo che seppellì Mosè. Nel Talmud Yoma 79a, comunque sia, è detto che Gabriele cadde una volta in disgrazia "per non aver obbedito agli esatti comandi dati, io rimasi per un po' fuori dal Velo celeste". Durante questo periodo di 21 giorni, l'angelo guardiano della Persia, Dobiel, fece le veci di Gabriele.
Gabriele è anche, secondo il Giudaismo, la voce che disse a Noè di prendere gli animali prima del grande diluvio; l'invisibile forza che evitò ad Abramo di uccidere Isacco e la voce del roveto ardente.
Gabriele è a volte associato al colore acquamarina, la direzione dell'ovest, o l'elemento dell'acqua; il suo cavallo si chiama Haizum. Gabriele è anche variamente identificato come l'angelo dell'annunciazione, resurrezione, pietà, vendetta, morte, e rivelazione. Inoltre, l'arcangelo è anche stato identificato in varie fonti come il "Settimo Angelo che presiede alla presenza di Dio"; è anche dichiarato in varie fonti tafsarim (capo angelico principe) dei Cherubini, grazie, potere, arcangeli e degli angeli degli ordini celestiali. Il governatore della Luna e del lunedì è anche descritto come Gabriele; in finale, l'arcangelo è anche il dominatore dello Shamayim, il Primo Paradiso.

Angelo protettore delle comunicazioni (radio, cinema, televisione), dei postini, degli ambasciatori, dei giornalai, dei corrieri, dei radioamatori, delle unità dell'Esercito Italiano appartenenti all'Arma delle Trasmissioni e, in generale, di chiunque "porta notizie".
Alcuni cristiani del Sud America lo considerano anche il patrono degli scrittori.

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