mercoledì 11 febbraio 2015

Starbucks







Starbucks è una grande catena internazionale di caffetterie, dal logo con una sirena stilizzata, che offre ai propri clienti caffè, dessert e prodotti di pasticceria. Negli USA è considerato come luogo di ritrovo per i giovani, soprattutto se studenti o abitanti nelle grosse metropoli.

La sede del gruppo è a Seattle, dove fu anche aperto il primo negozio Starbucks nel 1971, a Pike Place Market, da tre amici: Jerry Baldwin, un insegnante di inglese, Zev Siegel, un insegnante di storia, e Gordon Bowker, uno scrittore. La svolta arrivò da un'idea di Howard Schultz, storico amministratore delegato, riconosciuto ormai come il vero fondatore della famosa catena. In occasione di un viaggio a Milano nel 1983 sviluppò il suo progetto di portare in America l'autenticità della caffetteria italiana.






L'idea ha avuto un successo mondiale, anche se, per la verità, di italiano tradizionale nelle caffetterie Starbucks non c'è proprio niente: nè il caffè, nè le stoviglie, nè il modo di vivere la pausa caffè.
Gli Starbucks sono luoghi piacevoli dove fare una piccola sosta, mentre si visita una città straniera: si riposano le gambe, si beve qualcosa di caldo, ci si guarda intorno per rendersi conto della fauna autoctona, mentre si sbocconcella un dolcetto. Puro relax!



Perchè parlo di città straniere? Perchè in Italia Starbucks non è ancora arrivato e non si sa se mai arriverà. Forse i grandi capi dell'azienda pensano che nella patria dell'espresso non funzionerebbe la vendita di caffè di tipo americano.
 Effettivamente quello che loro spacciano per espresso è tutt'altra cosa dal nostro, tanto che è decisamente meglio chiedere un caffè americano in tazza grande e godersi quello. Del resto, quando si è all'estero bisogna adeguarsi alle tradizioni locali e non pretendere di mangiare come a casa propria. O no?

Un'altra cosa che gli italiani rifiutano è la tazzina di carta: qui proprio non piace!





E' questione di mentalità e di vecchie abitudini, perchè la tazzina usa e getta è sicuramente più igienica...
L'italiano, poi, è abituato ad entrare al bar, bere il suo caffè velocemente in piedi e poi andarsene. Non si occupano i tavolini per molto tempo, senza fare altre ordinazioni. All'estero, invece, si entra in una caffetteria, si ordina una consumazione e si può rimanere al proprio tavolino per ore, a leggere, a lavorare al pc, o per semplicemente a stare per i fatti propri e nessuno ti fa capire che se non consumi altro, devi levare le tende....Questione di abitudini vecchie di secoli! 
Noi italiani, poi,  non andremmo in giro per strada con una tazza in mano, sorseggiando una bevanda. All'estero si fa. C'è più rilassatezza e più senso di fare quello che ti pare, senza disturbare gli altri, naturalmente.
Quale sistema sia meglio non saprei; comunque non mi sembra male poter rimanere tranquilli nella caffetteria senza spendere uno stipendio, anche il relax è sintomo di vivere bene!
Forse i giovani cambieranno abitudini: qualcuno ha tentato di aprire caffetterie sullo stile Starbucks a Milano e a Napoli e pare che funzionino, soprattutto fra gli studenti. Vi ricordate il bar di Happy days? A me pare un'idea simpatica, che certamente non stravolgerà la nostra italianità!! Nemmeno McDonald, che è dilagato nel paese, ha soppiantato le trattorie e i ristoranti!
I due sistemi, a mio parere, possono convivere tranquillamente.
Oltretutto alcuni prodotti della catena di Seattle sono molto buoni, alla mia famiglia piacciono parecchio e qualche volta andiamo qui vicino, in Svizzera, a fare rifornimento di frappuccino!




Una curiosità:

Il nome "Starbuck" appartiene ad un personaggio del Moby Dick di Melville: il primo ufficiale della Pequob, un quacchero onesto e sincero.

1 commento:

  1. Le mie figlie adorano Starbucks e il suo stile, ma quest'estate a Londra gli abbiamo preferito Pret a manger, per i suoi prodotti più naturali e forse anche più buoni. Comunque hai ragione, è molto piacevole poter star seduti senza che nessuno ti pungoli per un'altra ordinazione!!

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