mercoledì 3 aprile 2013

Di mela in mela - seconda parte

Protagonista del mito, della leggenda e di mezze verità, la mela continua ad essere protagonista anche nel mondo moderno. Qualche esempio ?

The big apple

L'espressione Big Apple, Grande mela, è utilizzata per definire la città di New York.





Nel 1909 Edward S.Martin, nel libro The Wayfarer in New York, paragona lo Stato di New York a un melo, con le radici nella valle del Mississippi e il frutto a New York.

Negli anni venti il termine venne riproposto dal cronista sportivo John J. Fitzgerald, che aveva sentito definire così l'ippodromo di New York e riportò come per gli scommettitori di corse di cavalli New York fosse il circuito (la "mela") più ricco a livello di guadagni.

Negli anni trenta e quaranta i musicisti Jazz spesso usavano questa definizione come una metafora del successo. Quando i concerti erano lontano da New York si suonava "sui rami", mentre suonare a New York significava suonare nella "grande mela".



Durante il proibizionismo, i musicisti di jazz che andavano a suonare nei locali di Manhattan ricevevano come compenso una grossa mela rossa. Da qui l'abitudine di chiamare amichevolmente Manhattan "big apple".
Negli anni settanta il soprannome è stato riproposto in una campagna di promozione turistica della città e nel 1997 il sindaco Rudolph Giuliani battezzò "Big Apple Corner" l'angolo tra la 54 West Street e Broadway, dove John J.Fitzgerald abitò dal 1934 al 1963, per rendere omaggio al giornalista che aveva reso famosa la definizione.



La mela "musicale"
 
 


La Apple Records è la casa discografica inglese fondata dai Beatles nel 1968, come divisione della Apple Corps, che ha curato la pubblicazione dei loro album e di quelli di altri artisti emergenti. Il suo simbolo, nonchè il significato della parola Apple, è la mela , solitamente di colore verde.
Tutti i dischi della Apple furono identificati immediatamente per il simbolo grafico utilizzato, una mela verde sul Lato A e una mela tagliata di colore chiaro sul retro.
Tutt'oggi questa casa discografica vanta ancora dei diritti sulle produzioni musicali dei fab four, tant'è che le ultime raccolte di canzoni del gruppo sono ancora della Apple.
La Apple Corps ha risolto nel 2007 la lunga storia di dispute con la società di informatica Apple Inc. per l'utilizzo del marchio : l'accordo ha visto la cessione dei diritti ad Apple Inc,la quale concede ad Apple Corps una licenza per l'utilizzo del marchio.




I Beatles registrarono la stragrande maggioranza del loro materiale negli studi della EMI di Londra situati in Abbey Road. Tuttavia alla fine del 1968 fecero approntare una sala di registrazione anche nella sede della Apple al n.3 di Savile Row che però si rivelò inadeguata alle loro esigenze, tanto che i quattro tornarono ad incidere in Abbey Road.
 


La mela "informatica"

Apple Inc. è un'azienda informatica statunitense che produce sistemi operativi, computer e dispositivi multimediali con sede a Cupertino, nella Silicon Valley, California.
Conosciuta in tutto il mondo dai primi anni ottanta grazie alla vasta gamma di computer Makintosh, nel corso del tempo Apple ha introdotto presso il grande pubblico numerose innovazioni nel campo dell'alta tecnologia e del design applicate ai prodotti informatici.


 Il suo primo logo si rifaceva al caro vecchio Newton ( ecco il file rouge !!!)



cui hanno fatto seguito, più confacentemente al suo nome, tre diverse versioni della mela.


Il logo della mela morsicata, colorata con i toni dell'arcobaleno invertiti, risale al 1977 ed è opera di Rob Janoff che lo creò per fare un favore al suo datore di lavoro , amico di Steve Jobs. Si racconta che Janoff per ispirarsi andò al supermercato dove acquistò un sacchetto di mele.Tornò a casa, le tagliò, le mise sul tavolo ed iniziò ad osservarle. Dalle mele tagliate Janoff estrasse una semplice mela monocromatica con un morso. Ma Jobs voleva qualcosa di più colorato e il grafico aggiunse le bande colorate secondo la sua ispirazione del momento.



Il morso fu abbinato allo slogan "Bite that Apple" (mordi la mela) quando furono messi in commercio Apple I e Apple II. Il morso rappresentava la conoscenza ( mela= albero della conoscenza : di nuovo il  fil rouge!!) ma richiamava anche il mondo dell'informatica : "Bite" (morso in inglese) ha la pronuncia simile a "byte". Il logo risultò particolarmente appropriato alla filosofia dell'azienda, perchè riusciva ad unire concetti come desiderio e conoscenza (la mela) e allo stesso tempo speranza e anarchia (l'arcobaleno con colori invertiti).
Secondo una versione più inquietante, il logo viene collegato al suicidio di Alan Turing, il padre di tutti gli studi moderni sull'intelligenza artificiale, che secondo alcuni avvenne nel 1954 tramite una mela intinta nel cianuro di potassio, come la mela di Biancaneve.




La mela "stregata"



Benchè nata in tempi passati, la fiaba di Biancaneve può essere considerata un "evergreen", in quanto continua ad incontrare il favore dei bambini di ieri e di oggi, grazie anche alla versione cinematografica a cartoni animati.
Si tratta di una fiaba popolare diffusasi in diversi paesi europei, in particolare in quelli dell'Europa centrale. La versione più conosciuta è quella scritta nel 1812 dai fratelli Jacob e Wilhelm Grimm, profondi studiosi del folklore popolare.
La mela stregata, o meglio la mela avvelenata, ha un ruolo fondamentale nella vicenda di Biancaneve, perchè rappresenta lo strumento con il quale la perfida matrigna, accecata dalla gelosia e dall'invidia per la bellezza della figliastra, cerca di liberarsi definitivamente della povera fanciulla. Dunque la mela rappresenta il male che vuole prevalere sull'innocenza, l'apparenza che cela l'inganno, e via discorrendo. In realtà non si conosce quale motivazione abbia spinto i fratelli Grimm a inserire questo elemento nella fiaba, tuttavia, come per altri casi, la storia di Biancaneve potrebbe essersi ispirata a fatti realmente accaduti. Alcuni ricercatori hanno ipotizzato l'esistenza di una "vera" Biancaneve, la cui storia , tramandata oralmente e arricchita di elementi fiabeschi dalla fantasia popolare, sarebbe poi giunta a noi tramite i fratelli Grimm.
Secondo una di queste teorie, le vicende narrate nella fiaba potrebbero risalire a una certa Margaretha von Waldeck, nata a Bruxelles nel 1533, orfana di madre in giovane età e affidata a una matrigna, amore giovanile di Filippo II di Spagna, tolta di mezzo a ventuno anni dalla polizia segreta del re, in quanto di ostacolo ai matrimoni combinati delle case regnanti,  e uccisa con del veleno. A questi elementi si aggiungerebbe anche la figura dello Stregone dei Meli, una specie di "uomo nero" del folklore locale, inventato per spaventare i bambini e spingerli a non rubare dai frutteti altrui. Lo Stregone infatti sarebbe stato in grado di avvelenare le mele per causare ai ladruncoli lancinanti dolori di gola e di stomaco.
 

La mela "travestita"


 


Albrecht Durer dipinse questa tela, ora conservata nella Galleria degli Uffizi di Firenze, nel 1526 ed è l'ultima Madonna ritratta dal celebre pittore.Nel dipinto la Vergine porge al figlioletto un frutto che dà il nome all'opera, conosciuta appunto come "La Vergine  della pera".
Ma attenzione : nel numero di marzo di "Gardenia"  Isabella Dalla Ragione ci racconta  la storia di una mela a forma di pera, che è appunto il frutto che compare in questo dipinto del Durer. Si tratta di un'antica varietà di mela molto particolare, a forma di pera rovesciata, chiamata "Muso di Bue".






"La "Muso di Bue" era tra le mele più importanti per l'inverno, visto che si conserva a lungo.Il frutto è medio-grande, di forma allungata,con un caratteristico restringimento nella metà circa dell'asse verticale, che gli conferisce la forma di pera rovesciata. La polpa è croccante e acidula anche se poco succosa. La buccia è spessa,liscia, di colore verde-giallo con striature rosso vivo dalla parte del sole. L'albero, vigoroso e rustico, resistente alle più comuni malattie del melo, produce in maniera alternata e fiorisce in epoca medio-tardiva. E' adatta quindi alla collina e alla montagna. Coltivarla nell'orto e nei giardini è semplice e conveniente."

Una volta precisata la sua vera identità non è difficile ricuperare anche i molteplici significati simbolici di questo frutto.


 






 










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