Narra una leggenda che quasi duecento anni fa, sui monti metalliferi della Germania, viveva un contadino ricco e con il cuore di pietra.
Ogni Natale si ritrovava tutto solo davanti al camino a rompere con fatica le noci che crescevano sui suoi alberi, finché un giorno, un po' per pigrizia, un po' perché stanco di questo lavoro, pensò di offrire una ricompensa a chi fosse stato capace di inventare il modo di schiacciare le noci senza fatica.
Allettati dalla ricompensa promessa, furono in molti a farsi avanti con idee e soluzioni fantasiose, ma nessuna riuscì a convincere il vecchio contadino fino a quando si presentò un povero intagliatore di Seiffen con un meraviglioso pupazzo di legno, tutto dipinto di colori brillanti, dotato di mascelle così forti da poter schiacciare senza difficoltà anche le noci più dure.
Il vecchio avaro fu talmente entusiasta del pupazzo che il suo cuore di pietra si sciolse, donò i suoi averi ai poveri e venne amato da tutta la sua gente.
Da allora Seiffen è diventato il villaggio ufficiale del Natale tedesco e durante tutto l'anno si preparano oggetti e giocattoli di legno grazie a un'antica tradizione artigianale.
Grazie a quest'arte è il paese stesso ad essere rappresentato in veste natalizia.
Tra i diversi oggetti prodotti nei laboratori artigianali è proprio lo schiaccianoci il più noto e diffuso , specialmente da quando nel 1816 Hoffmann scrisse il racconto fiabesco " Lo schiaccianoci e il re dei topi".
Nel 1845 A. Dumas padre riraccontò la stessa fiaba in una versione più adatta ai bambini , a cui più tardi si ispirò l'omonimo celebre balletto musicato da Tchajkovski.
Sempre in Sassonia, nella deliziosa cittadina di Neuhausen c'è il Museo degli Schiaccianoci , dove oltre a migliaia di esemplari del celebre soldatino di legno dalla mascella mobile, si possono ammirare anche libri, francobolli e accessori vari sempre ispirati allo stesso soggetto. Per maggiori dettagli vi consiglio di visitare il sito
Lo scorso anno, nel visitare i mercatini di Natale dell'Alsazia, abbiamo avuto modo di constatare quanto popolare sia questa figura nella tradizione franco-tedesca, onnipresente proprio perché evocativa del Natale.
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