martedì 23 febbraio 2016

Un piccolo sogno a crocette

Quante volte mi sono detta come sarebbe bello avere una stanzetta tutta mia da usare quando mi prendono gli attacchi di puntocrocettite, un posto dove tenere "allo scoperto" aghi, fili, schemi, tessuti o semplici idee scarabocchiate su un foglio a quadretti, un posto dove poter lasciare un lavoro interrotto, quando improvvisamente mi accorgo che è  ora di preparare il pranzo, oppure il telefono squilla o suonano alla porta, un posto dove poter tornare e trovare tutto come l'ho lasciato per poter riprendere a crocettare ancho solo per cinque minuti....



Parlare di sogno mi sembra francamente esagerato, grande desiderio mi sembra più appropriato. Sta di fatto che anche quando avrei avuto l'opportunità di soddisfarlo mi sono fatta da parte e ho lasciato che altri in famiglia,  precedendomi, occupassero lo spazio disponibile per soddisfare i loro desideri.E allora chiamiamolo piccolo sogno destinato a rimanere tale, però...

Dovete sapere che qualche anno fa il puntocroce, dopo aver vissuto per più di un secolo pressochè confinato nei cestini da lavoro delle signore, raggiunse una grande popolarità probabilmente grazie a internet e le moderne brodeuses, messi da parte i sampler con i consueti motivi religiosi e le cifre sulle lenzuola del corredo, si scatenarono alla ricerca di nuove sfide. Diventarono di moda i cassetti da tipografo o da minuteria metallica, dei cassetti cioè divisi in tanti piccoli scomparti di misura diversa adeguati agli oggetti da contenere e fu grazie alla fantasia e all'abilità di tante crocettiste se questi rozzi oggetti macchiati d'inchiostro o di grasso si trasformarono in altrettanti piccoli capolavori.

















Anch'io mi ero cimentata con qualcosa di simile, affidandomi però agli spazi più ampi di una casetta di legno. 



In solaio avevo da tempo proprio uno di questi cassetti che Dindi aveva comperato per me in un mercatino, ma non sapevo  come gestirlo con tutti quegli spazi angusti...
Con il passare degli anni il povero cassetto, consapevole della sua inutilità, diventava sempre più depresso e anch'io intristivo dietro al mio piccolo sogno. Ma ecco l'dea: con un minimo impegno avrei potuto ridare dignità al cassetto e regalare a me stessa un surrogato del piccolo sogno.





Per il cassetto ho ricamato tutte le lettere dell'alfabeto, felici di aver ritrovato la vecchia casa , per me ho ricamato gli attrezzi del mestiere, la macchina da cucire, il cestino da lavoro, le tessere per il patchwork, le scatole portatutto e negli spazi piu angusti ho infilato i raccoglitori degli schemi, gli scampoli di tessuto country, le tele tinta unita e altro ancora.








Dicono che la felicità stia nelle piccole cose : con questo lavoretto ne ho sentito quantomeno il profumo.

3 commenti:

  1. Risposte
    1. Grazie Patti,hai visto che ci sei anche tu nel mio lavoretto? Negli scaffali a destra gli scampoli color pastello erano nel cartoncino campionario che conteneva il bellissimo regalo che mi hai fatto quando sei venuta alla mostra di Bergamo. Un abbraccio

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