mercoledì 17 febbraio 2016

Gli angeli del fango

Già dagli ultimi giorni di ottobre una pioggia battente e incessante cadeva su gran parte della Toscana, ma nessuno se ne preoccupava: dopo tutto era autunno, la stagione delle piogge. 

Su in alto i fossi e i torrenti incominciarono a gonfiarsi e a tracimare, spingendo a valle acqua e detriti ,e l'Arno e i suoi affluenti si trasformarono in una forza incontenibile e devastante.

Come ogni anno i fiorentini si preparavano a celebrare la festa nazionale per la Vittoria nella Grande Guerra, ma nella notte di quel 4 novembre 1966 la festa si trasformò in tragedia. La grande piena dell'Arno che già aveva travolto i comuni a monte, piombò sulla città rompendo gli argini dei lungarni e invadendo i quartieri di acqua e fango. Era la più grande alluvione verificatasi dal 1557 e costò a Firenze e alla provincia 34 vittime.

Allora non esisteva la Protezione Civile e Firenze era del tutto impreparata ad affrontare un evento così devastante.
Oltre alla perdita di vite umane e agli ingenti danni subiti dai cittadini, parte dello straordinario patrimonio artistico di questa città, noto in tutto il mondo, rischiava di essere inghiottito per sempre dall'acqua e dal fango.
Si stimò che 4 milioni di libri, 14.000 opere d'arte e 18 kilometri di documenti fossero danneggiati o distrutti dall'acqua e dal fango.
Nessuno poteva restare indifferente di fronte a questo evento e così nei giorni immediatamente successivi all'inondazione si verificò uno straordinario fenomeno di solidarietà collettiva giovanile mai visto prima.
Moltissimi ragazzi  da tutto il mondo arrivarono spontaneamente a Firenze per aiutare a salvare dal fango libri antichi e preziosi, tele
 e statue in una vera e propria gara di solidarietà.
Per questo furono chiamati Gli Angeli del Fango.







Erano gli anni Sessanta e molti guardavano con diffidenza e pregiudizio a questa generazione di ragazzi con i capelli lunghi e l'aspetto un po' trasandato, ma dopo questa dimostrazione di senso civico e solidarietà, il 10 novembre 1966 Giovanni Grazzini scriveva sul Corriere della Sera :
"[... d'ora innanzi non sarà più permesso a nessuno fare dei sarcasmi sui giovani beat, perchè  questa stessa gioventù [...] ha dato oggi [...] un esempio meraviglioso, spinta dalla gioia di mostrarsi utile, di prestare la propria forza e il proprio entusiasmo per la salvezza di un bene comune. Onore ai beat, onore agli Angeli del fango."

Gli angeli si mobilitarono anche in seguito a Vicenza, Genova e Parma, per aiutare le popolazioni colpite dalle alluvioni del 1970, del 2010 e del 2014.

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