lunedì 7 aprile 2014

Non puoi tornare a casa









L'ho appena finito e mi è piaciuto parecchio: opera prima di Wiley Cash, il libro ha vinto numerosi premi e devo dire che li trovo meritati.
La prima a colpirmi è stata la copertina che mi ha fatto tornare in mente "Io non ho paura" di Ammaniti, che mi era piaciuto moltissimo. Anche in quel libro si parlava di bambini che vengono a contatto con il male, anche quello si svolgeva in luoghi solitari e caldi. E tutti e due i libri lasciano alla fine uno spiraglio alla speranza che la vita e le persone possano essere migliori.

Ecco il risvolto di copertina:
  • La famiglia dovrebbe avere il compito di proteggere i bambini dagli orrori del mondo, ma quando una domenica mattina Jess Hall, un precoce ragazzino di nove anni, vede suo fratello maggiore Stump, muto e non in grado di difendersi, costretto suo malgrado a entrare nella piccola chiesa della cittadina dove vivono sulle montagne della Carolina del Nord, è il solo a capire che qualcosa di terribile sta per succedere. Purtroppo il suo non è soltanto un brutto presentimento: Stump è realmente in grave pericolo e, quando la situazione precipita, la vita di Jess cambierà per sempre, costringendolo a mettere in dubbio tutto ciò in cui aveva creduto fino a quel momento.
    Clem Barefield, lo sceriffo del luogo, inizia a indagare e si trova di fronte a un gruppo di fanatici religiosi che non hanno intenzione di proferire parola sull'accaduto e che fanno capo al predicatore Carson Chambliss, l'anima nera al centro della vicenda, un uomo violento e manipolatore, ex detenuto dal passato oscuro, che esercita un potere notevole su coloro che frequentano la sua chiesa.
    La prima persona a cui lo sceriffo si rivolge è Adelaide Lyle, la levatrice del paese, donna onesta e retta, in passato molto attiva all'interno della comunità religiosa, ma che se ne è in seguito allontanata non trovandosi d'accordo con Chambliss e con la sua idea di fede cieca e fanatica.
    Attraverso le voci narranti di Jess, Clem e Adelaide, che si intersecano nella ricostruzione degli eventi, il mistero si svela a poco a poco.
    Ipnotico e avvincente, Non puoi tornare a casa è un thriller letterario, ma anche un romanzo di formazione di grande suggestione, nella tradizione della migliore letteratura del profondo Sud americano, i cui personaggi sono uniti tra loro da sentimenti forti e contrastanti come l'amore, la fede, ma anche la falsità e la sottomissione, e da un senso di speranza tragico e indimenticabile.
Il libro, pur non essendo un thriller, è molto coinvolgente; tiene col fiato sospeso e con la voglia di non fare altro che continuare la lettura fino alla fine.
Quello che più mi ha colpito in questa storia, è l'epoca in cui si svolgono i fatti. L'affresco di quel mondo contadino, dove la maggior parte delle persone è bigotta nella peggiore delle maniere, dove la superstizione e la chiusura mentale permettono ad un delinquente di manipolare i "fedeli" fino a far loro subire violenze inaccettabili e costringerli ad un'omertà incredibile e colpevole, mi facevano pensare ai primi anni del secolo scorso. Trattandosi del profondo sud americano,  immaginavo gli anni della grande depressione o, al più tardi, gli anni cinquanta. Invece il tutto si svolge negli anni ottanta. E credo che lo scrittore sapesse bene di che cosa parlava, vivendo proprio in quel contesto. E' scioccante pensare che in America, paese all'avanguardia nella modernità e nel progresso, siano possibili queste cose. Si tratta di invenzione letteraria, è vero, ma creata su di una base reale.

1 commento:

  1. Anche a me era piaciuto molto " io non ho paura " mi sa che leggerò questo libro !!!
    Grazie per i tuoi consigli ....
    un abbraccio
    Patty

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