martedì 8 aprile 2014

La bomboniera

In un passato nemmeno troppo lontano, in primavera, tra aprile e maggio, si celebravano molti matrimoni e poi c'erano le Cresime, le Prime Comunioni, i Battesimi, tanti eventi insomma che comportavano il dono, almeno nella cerchia ristretta di amici e parenti, di una bomboniera.
Oggi ho l'impressione che questa usanza sia passata un po' di moda e si preferisca ricorrere a soluzioni alternative, più spiritose e originali, o semplicemente più economiche.


Comunque sia, la bomboniera ha una sua storia di tutto rispetto.

Il nome lascia intendere immediatamente il suo utilizzo: contenitore di bonbon, confetti ad esempio, come nelle ricorrenze che ricordavo sopra, ma anche di pasticche per la gola o addirittura di pillole medicinali.
Già nel XVI secolo si incominciò a produrre graziose scatoline in oro, argento o argento dorato come dono ricordo di cerimonie o ricorrenze.




Da un inventario inglese del 1574, si apprende che esse venivano inviate a principi e regnanti quale prezioso omaggio augurale per il Nuovo Anno.
In occasione di una mostra dei tesori storici reali, tenutasi nel secolo scorso a Londra, fu esibita una "scatola per confetti" appartenuta, si diceva, a Lord Henry Darley, secondo marito di Maria di Scozia, morto misteriosamente nel 1567.
Lontane cugine di queste fantastiche scatoline furono le "amatorie porta-spezie" del XVII secolo, decorate a puttini o ad angiolini amorosi - da cui il nome-,  la vinaigrette del XVIII secolo, piccoli contenitori dalle forme più svariate, appannaggio dei nobili e dell'alta borghesia, e le famosissime tabacchiere già in uso alla corte del Re Sole.




Durante il regno di Luigi XIV si fece ricorso a materiali nuovi e quasi sconosciuti, come la madreperla e l'avorio dipinto, ed è principalmente con Luigi XV e Luigi XVI che si iniziò ad impiegare oro e smalto.
Al fascino di tali scatoline nessun regnante rimase immune. Nemmeno Napoleone Bonaparte che ne ordinò un certo numero da regalare alle persone a lui più vicine.
In Russia, considerata la terra promessa per i leggendari resoconti sul lusso sfrenato degli zar e sulla magnificenza delle loro corti, era importantissimo fra tutte le ricorrenze, il battesimo. A ricordo della cerimonia, per altro celebrata con sfarzo dalla famiglia reale, venivano distribuite a parenti ed amici bomboniere d'oro, spesso a forma di uova, ricolme di dolciumi. Grande impulso a questa usanza venne dato da Carl Fabergé, artista- gioielliere di corte, con le sue raffinatissime "uova imperiali".







In Italia la bomboniera fece la sua prima apparizione nel XV secolo, come pegno d'amore tra fidanzati. Solo dalla seconda metà del Settecento questo oggetto entrò nella tradizione come regalo-ricordo di nozze, anche se al tempo veniva regalato agli sposi dagli invitati.
Esempio ne è la scatola di cristallo datata Venezia 1794 .
Un secolo più tardi, con la nascita di una vera e propria industria confettiera, l'uso dei raffinati doni augurali non venne più limitato a nobili e sovrani, ma esteso anche alle altre fasce sociali.





Così a fianco di quelle usate dall'aristocrazia, in argento o in porcellana con decorazioni in oro, apparvero le bomboniere popolari, cioè confetti distribuiti dai contadini a celebrazione delle loro feste, avvolti in sacchetti di carta con disegni traforati a pizzo o merletto.
Dalla metà del XIX secolo avviene un netto cambiamento di usi e costumi nell'uso della bomboniera e nel lungo cammino fino ai nostri giorni, ciascuno ha adottato la soluzione che riteneva più adeguata all'importanza dell'evento, alla propria disponibilità economica, alle tradizioni locali e via dicendo.
Nonostante la sua tendenza a scomparire, sicuramente la bomboniera, specialmente se antica, preziosa e raffinata, continua ad esercitare il suo fascino tra i collezionisti e chissà che un giorno quest' oggetto non possa ritrovare la sua primitiva identità.




2 commenti:

  1. Le tradizioni cambiano, adesso ci sono tante crafter che s'inventano mille tipi di bomboniere...:o)

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  2. LE BOMBONIERE MI SONO SEMPRE PIACIUTE. CE NE SONO DI BELLISSIME

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