lunedì 14 aprile 2014

Amborella











Il primo fiore mai comparso sulla terra? L’amborella trichopoda a quanto pare. Lo sapevate che svelare tale mistero era una delle ossessioni del padre delle genetica Charles Darwin, che purtroppo non ha fatto in tempo a conoscere la risposta. Vogliamo scoprirne qualcosa in più insieme?

Come sempre in questi casi le risposte arrivano direttamente dalla scienza. I ricercatori dell’Amborella Genome Project hanno infatti preso l’amborella trichopoda un fossile vivente delle piante da fiore, e ne hanno mappato completamente il DNA. Questo ha portato a svelare come circa 200 milioni di anni fa, questo esemplare abbia duplicato completamente il suo genoma portando a diverse modifiche divenute in qualche modo primarie nell’originare le piante da fiore così come le conosciamo. I risultati di questo studio sono stati pubblicati sulla rivista di settore Science.



In realtà il progetto non è ancora concluso, visto che gli scienziati sono ancora al lavoro per poter scoprire nello specifico come le piante da fiore abbiamo avuto effettivamente origine suddividendosi nelle specie che tanto amiamo e che popolano la terra. Volete sapere che tipo di pianta è l’amborella? E’ presto detto: si tratta di una piccolo cespuglio dai fiori color crema che cresce solo in Nuova Caledonia, nell’Oceano Pacifico. E’ in pratica l’ultima ed unica sopravvissuta di una linea evolutiva che corre milioni di anni indietro nel tempo fino a quelli che possono essere considerati i progenitori di tutte le piante da fiori.



Più di 280 milioni di anni fa, al termine di lunghe sedimentazioni e di attività vulcaniche sottomarine intense, la Nuova Caledonia emergeva vicino al Gondwana, che sarebbe diventata l'Australia. La Nuova Caledonia è stata caratterizzata da un isolamento totale per quasi 300 milioni di anni. Questo spiega perché la natura ha conservato in questo luoghi specie fossilizzate. È ricca di una vegetazione originale di circa 2.500 piante endemiche, quindi uniche sul pianeta, che ne fanno il primo “giardino botanico” del Pacifico del Sud, seguito dalla Nuova Zelanda.


Non dovete pensare erroneamente che questa ricerca sia un capriccio dei ricercatori: essi sono intenzionati, con le informazioni raccolte, a migliorare la coltivazione di tutte quelle specie che sono più diffuse nella nostra agricoltura, in modo da sopperire al problema delle risorse limitate.

Con molta probabilità, tornando a parlare dei fiori e del loro sviluppo, l’amborella avrebbe “inglobato” geneticamente nel corso del tempo, anche geni di alghe e muschi che le vivevano vicino e che potrebbero aver causato modificazioni.



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