venerdì 12 ottobre 2012

La settimana enigmistica

Giorgio, per passare il tempo, fa il sudoku. Io ho provato a guardare quei maledetti quadratini, ma....di colpo sento tutte le saracinesche che calano intorno al cervello e mi impediscono anche solo di fare qualche piccolo tentativo. I numeri non fanno per me! E nemmeno le cose troppo complicate, come capire le regole del bridge, cosa sia l'handicap a golf, come si calcolano le quote delle scommesse o anche semplicemente come si deve ragionare giocando a briscola.
Il mio cervello vola via.....


 
 
Mi piace, invece, giocare con le parole. Mi divertivano i programmi di Mike Bongiorno, tipo passaparola e così, ogni tanto, mi compero un giornale di enigmistica. Anzi, non UN giornale, ma IL giornale per eccellenza , quello che vanta innumerevoli tentativi di imitazione, ma resta sempre il migliore: la settimana enigmistica.
 
 
 


La Settimana Enigmistica fu inventata da un nobile di origine sarda: il Cavaliere del Lavoro, Grande Ufficiale, Dottor Ingegner Giorgio Sisini di Sorso, già Conte di Sant'Andrea, e figlio del fondatore del Rotary Club di Sassari. Il primo numero fu pubblicato in 16 pagine il 23 gennaio1932 al costo di 50 centesimi di lire; sulla copertina era disegnata l'immagine dell'attrice messicana Lupe Vélez ottenuta sagomando le caselle nere del cruciverba.

 
 
 Ha avuto una sola interruzione alla sua uscita a cadenza settimanale: il numero 694 del 14 luglio 1945 uscì dopo due mesi e mezzo a causa degli eventi bellici. Da allora la rivista ha vantato fra i suoi collaboratori i più famosi enigmisti, come ad esempio lo stesso fondatore, che creò enigmi per i lettori sino agli ultimi giorni di vita, Piero Bartezzaghi e Giancarlo Brighenti.
 È dunque storicamente, in un certo senso, il capostipite dei giornali di enigmistica italiana, almeno per quanto riguarda la diffusione di quest'arte presso il grande pubblico. 
 Per certi versi questo periodico rappresenta una vera e propria "icona" storica dell'enigmistica italiana. Numerosi altri periodici sono infatti sorti sulla scia della sua popolarità. Una caratteristica che tuttavia rende unica la Settimana Enigmistica è quella di non accettare pubblicità al suo interno e di usarla solo in alcuni periodi per la propria diffusione. (Wikipedia)

Giacomo Papi, nell'agosto 2011, su Repubblica, scrive :
"...e finalmente comprendo le ragioni politiche della maggioranza silenziosa. Osservo la foto in bianco e nero e trasecolo. Sui numeri pari ci sono i maschi, sui dispari le femmine. Ma non è questo. È che foto così non esistono più. Chi le fa? Dove le trovano? Se fossero ovali, sarebbero identiche a quelle sulle lapidi nei cimiteri.....
La Settimana Enigmistica è un fossile che il tempo non può più cambiare e la sua impermeabilità alla storia è la ragione del suo successo ...      
 Agisce come ansiolitico....
 È un antidoto ai tempi che corrono, un rifugio dalle intemperie della cronaca, una sospensione della storia. Per questo è il vero giornale dei conservatori italiani. Esprime il cuore del conservatorismo: la storia umana è insensata e pericolosa, il progresso non esiste, è meglio trovare un nascondiglio per sé e per ciò che si possiede."



Mi pare che questa sia una critica al giornale che, nel tempo è rimasto sempre uguale a se stesso. Non so bene cosa controbattere all'analisi di questo professore....dico solo che a me piace, mi piace perchè è sempre uguale, mi piace perchè non ha pubblicità, mi piace perchè mi fa evadere dalla storia e dal presente, mi piace perchè non è detto che solo le cose nuove siano belle, mi piace perchè i suoi giochi sono ben fatti. Non credo che mi piaccia perchè sono vecchia, perchè mi piaceva anche quando ero una ragazzina.
Forse mi piace perchè sono conservatrice e faccio parte della maggioranza silenziosa??? E' questo il mio peccato? Be'....pazienza!! Mi godrò le prossime "parole crociate senza schema" senza sentirmi in colpa......Amen!




1 commento:

  1. Anche a me piace molto la settimana enigmistica,per i suoi giochi, inimitabili; specialmente quelli "difficili" mi stimolano e mi divertono, oggi come in passato. Confesso però di aver smesso da tempo di leggere le barzellette che non mi fanno più ridere. Sarà colpa mia che ho perso il senso dell'umorismo??

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