giovedì 28 novembre 2019

Il pranzo di Thanksgiving


E con la fine di novembre si avvicina di nuovo il thankgiving day, la festa americana del ringraziamento. Ne abbiamo parlato qui: http://ilclandimariapia.blogspot.com/search?q=thanksgiving, sia Mianna che io, quindi è inutile raccontare un altra volta l'origine di questa festa e il suo significato.
 A me, però, piace porre l'accento su questa consuetudine che mi pare ancora più bella del Natale stesso. Sì, perchè il Natale in teoria, dovrebbe essere una festa solo Cristiana mentre col tempo si è trasformata in una festa del consumismo globale, mentre il Thanksgiving, che pure nasce nel mondo cristiano, ha mantenuto una valenza intima di festa famigliare che può andar bene per tutte le confessioni religiose. In qualunque Dio si creda, è opportuno ringraziare per quello che si ha, che si è ricevuto e che si è ottenuto. Il mondo, la natura, la bellezza sono regali di cui tutti possiamo usufruire e di cui dobbiamo essere grati.
Il thanksgiving non è legato ad acquisti e regali...per quello c'è il giorno dopo, il black friday, che quest'anno viene sbandierato da chiunque abbia qualcosa da vendere. Del ringraziamento non parla nessuno, almeno, qui da noi!



Quest'anno parliamo del menù tradizionale per il giorno del ringraziamento:
Inutile dire che i prodotti da portare in tavola durante il Thanksgiving Day sono quelli tipicamente stagionali e  proprio quelli che permisero ai padri pellegrini di sopravvivere nel Nuovo Mondo: granoturco, tacchino, patate e zucca con varianti quali cervo, ostriche, molluschi, torte di cereali e frutta secca.


Per prima cosa  ci vuole il pane fatto con farina di mais che in America viene chiamato corned bread e che accompagna ogni  pietanza con il suo sapore decisamente rustico.




 Il piatto forte, che non può mai mancare, è il tacchino



Il tacchino viene cucinato in maniera diversa a seconda della parte di America in cui si vive; negli stai del sud si usa riempire l'animale secondo la filosofia del " quello che si ha, si usa", al nord si farcisce con riso selvatico, sulla costa atlantica lo si farcisce con ostriche, qualcuno preferisce usare le castagne e  in molti paesi si glassa il volatile in questo modo:
La preparazione inizia la sera prima con una salamoia zuccherata con zucchero di canna che include aglio, peperoncini, foglie di alloro e bacche di ginepro. Si prepara un  ripieno con timo, rosmarino, cipolla e sedano. L'animale viene quindi ricoperto con una glassa teriyaki e cotto  fino a raggiungere un bel colore dorato intenso.

Per accompagnare il tacchino ci vuole la tipica salsa di ossicocco (mirtillo palustre o cranberry), fatta con bacche fresche o congelate. 




Mettete i mirtilli rossi (vanno bene anche quelli surgelati!) nel mixer con un po’ di acqua e un cucchiaio di miele. Fate bollire il risultato ottenuto insieme a mezzo bicchiere di acqua. Sminuzzate intanto le erbe aromatiche e tritate l’aglio mantenendolo separato dal resto.
Mettete quindi l’olio nella padella e unitevi aglio e farina. Aggiungente quindi il trito di erbe e infine i mirtilli. Spolverate con una grattugiata di noce moscata.Una salsa veloce, gustosa, facile da realizzare e perfetta non soltanto per il tacchino ripieno, ma per tutta la selvaggina!

Oppure, se preferite una ricetta più semplice e più vicina ai nostri gusti, prendete i mirtilli rossi freschi, cuoceteli in sciroppo di zucchero con succo e buccia d’arancia. Il sapore dolce-aspro conferisce un retrogusto agrodolce perfetto per la carne.

Un altro piatto che non deve mancare è il riso selvatico



condito con verdure cotte, pancetta e pan grattato.


 Tradizionalmente si dovrebbe cucinare il puré di patate, ma in alternativa le patate dolci sono deliziose:



tagliate a fettine sottili, vengono irrorate di burro e cotte finchè diventano morbide, ma croccanti.
Un altro contorno, più leggero, è l'insalata di cavolini di Bruxelles con vinaigrette di acero:



si mescolano  porzioni fresche di cavolo con un brillante mix di barbabietole gialle tostate, noci pecan tostate, semi di melograno e parmigiano grattuggiato.

Per concludere, il pumpkin pie, cioè una torta di zucca



 Un binomio senza pari, quello che vede la dolcezza della zucca unirsi alla fragranza del guscio di pasta o frolla. La scoperta di questo ortaggio nella preparazione di ricette dolci era ben nota già parecchi secoli fa, quando i primi coloni inglesi iniziarono a sperimentare golose torte speziate a base di zucca. La pumpkin pie che conosciamo oggi grazie alla tradizione gastronomica americana poco differisce dalla ricetta tradizionale: l’impasto può essere di pasta frolla o brisée, mentre il ripieno viene preparato con purea di zucca, uova, panna, zucchero e un mix di spezie. 


Ma se si preferisce, con la zucca si può anche fare una bella cheesecacke



Per gli americani non esiste una stagione precisa per concedersi una sostanziosa fetta di cheesecake, anzi ogni occasione è buona per cedere alla tentazione. In fondo la cheesecake è uno dei dolci più facilmente reinventabili a seconda degli ingredienti di stagione. Da qui, la variante con la zucca perfetta per il periodo autunnale: dovrete ridurla in purea, mescolarla insieme al formaggio cremoso (cream cheese, mascarpone o ricotta) e aromatizzarla con un mix di spezie (noce moscata, zenzero e la cannella). Lasciatela riposare in frigorifero fino a che non si rapprenda per bene e aspettate un giorno prima di servirla in modo che si insaporisca ancora di più.

Il tutto innaffiato da un buon vino rosso e, alla fine, almeno un litro di caffè a testa!





Nessun commento:

Posta un commento