mercoledì 17 luglio 2019

Pettinature maschili

I capelli hanno avuto fin dall’antichità un significato importante, più di altre parti del corpo, portiamo qualche caso:
- la forza di Sansone, secondo le credenze popolari, è sempre risieduta nei suoi capelli considerati un prolungamento del cervello;
- la pratica dello scalpo, praticata da alcuni popoli indigeni, prevedeva l’asportazione di una parte del cuoio capelluto del nemico per consacrarlo alle divinità ed esibirlo come trofeo;
- la famosa frase ‘strapparsi i capelli per il dolore’, in un contesto di sofferenza o di lutto, rispecchia lo stato d’animo del soggetto di tagliarsi i capelli, lasciarli trasandati, coprirli con un copricapo per tutto il tempo del lutto. Questo porta il soggetto alla sua auto degradazione non solo spirituale ma anche fisica;
- il taglio di capelli per cerimonie di consacrazione e d’iniziazione era una pratica comune per alcuni popoli nel Medioevo.

Fin dall’antichità l’uomo a trovato modi per distinguere la classe sociale di un individuo già dal primo sguardo, e i capelli, essendo una caratteristica che notiamo subito, sono stati utilissimi per questo scopo. Già intorno al 3000 a.C., nelle città della Mesopotamia, la nobiltà utilizzava complicate acconciature a base di riccioli disposti a vari piani, spesso coperti di polvere d'oro, per distinguersi dal resto del popolo.
 E lo stesso avveniva qualche secolo dopo in Egitto, dove le classi inferiori e medie si radeva il capo, mentre i nobili indossavano parrucche decorate; nell’Antica Grecia, presso i Romani e durante il Medioevo. Solamente nel ‘700 la Rivoluzione francese portò ad una generale semplificazione dell'abbigliamento e, quindi, anche del modo di acconciare i capelli, non riuscendo però a far scomparire del tutto le differenze nel modo di pettinarsi in relazione al grado sociale.

Nel XX secolo si perde la consuetudine di acconciare i capelli come distinzione di classe, poiché la cura dei capelli appartiene ormai a tutti. 

Nella prima metà del 900 gli uomini portano i capelli corti e disciplinati da unguenti e cere. La moda degli anni ’50 vede il trionfo dell’Esistenzialismo con tagli maschili che hanno fatto la storia come quelli dei Beatles, con frange e capelli più lunghi, lasciati liberi;  negli anni ’60 la maggior parte dei giovani si taglia i capelli come Elvis Presley, con basette e un bel ciuffo voluminoso e sul finire del decennio la voglia di trasgressione e di ribellione porta alla rivoluzione della moda e dei costumi, che prevedeva una maggiore libertà di vestirsi e di acconciare i capelli.
 La distinzione e riconoscimento di veri e propri gruppi sociali era affidata spesso a un determinato taglio e colore di capelli, come ad esempio i rasta, gli hippies, i punk e molti altri. Negli anni si sono quindi succedute varie pettinature e tagli, dai capelli ricci e ondulati a quelli lisci, lunghi o corti, a volte addirittura rasati, con cadenza dettata dalle tendenze moda e hanno sempre più assunto il carattere di una manifestazione interiore del soggetto.
La moda odierna vuole gli uomini con i capelli rasati sulla nuca e spesso in modo asimmetrico, lasciando il ciuffo un po' più lungo, comunque non c'è limite alla libertà di espressione.
Io penso che l'uomo, come la donna, debba dimenticare la moda, ma debba guardare a che cosa gli sta bene. C'è chi è bello col cranio rasato e chi lo è con la chioma fluente. 
Mi piacciono, comunque i capelli lunghi, specialmente sulla testa di Brad Pitt......































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