domenica 25 novembre 2012

amici 2

Qualche anno più tardi, quando si incominciò a parlare di una casa tutta nostra con un po' di giardino intorno, Franco tirò fuori dal cassetto il suo vecchio proposito e incominciò a guardarsi intorno per realizzarlo. Un conoscente cinofilo gli parlò di un allevamento dove era possibile trovare dei magnifici cuccioli di una razza nota come pastore maremmano - abruzzese, e fu lì che Franco si recò per "prenotare" Pippo II.


Purtroppo ci fu un malinteso sui tempi di consegna del cucciolo : lo aspettavamo per l'estate quando la casa sarebbe stata quasi pronta ad accoglierlo e invece arrivò a marzo . Pippo II era soffice e bianco come una palla di neve, un amore di cucciolo, ma in quanto tale bisognoso di molte cure.
All'epoca Franco era spesso assente da casa per motivi di lavoro, io avevo due bambini piccoli a cui badare e nel condominio dove ancora vivevamo non era gradita la presenza di cani. Che fare ?
Fortunatamente c'era ancora la vecchia casa dei nonni in Val Seriana dove viveva tutta sola la zia Nuccia che non vedeva l'ora di avere un po' di compagnia e allora il nuovo arrivato fu trasferito, temporaneamente, là dove era cresciuto il suo predecessore.
Naturalmente andavamo spesso a trovarlo e Fabio imparava a conoscerlo e a giocare con lui.




e come Pippo I anche Pippo II imparò a scavar buche...
Il cucciolo cresceva a vista d'occhio e quando arrivò l'estate dava già prova di quello che sarebbe diventato da adulto.


Maxi era così piccolo che non sembrava molto convinto delle effusioni di Pippo II.


Tutto procedeva come da programma quando sfortunatamente si presentò un nuovo problema. Nel mese di agosto la casa dei nonni, la cui proprietà non era mai stata formalmente suddivisa fra gli eredi, si riempì di cugini, nipoti, amici dei cugini, dei nipoti , dei pronipoti, tutti ospiti in fuga dalla città e desiderosi di respirare un po' di aria buona e il povero Pippo II, abituato alla tranquilla convivenza con la zia Nuccia, entrò in confusione : scappava per strada dal cancelletto del giardino che qualcuno dimenticava aperto, abbaiava spaventando i bambini più piccoli,strapazzava l'orto allestito da qualche agricoltore improvvisato, insomma , la sua presenza in quella casa non era più gradita e senza che nemmeno ne fossimo informati fu portato in una pensione per cani.
Quando all'inizio di settembre ci fu possibile entrare nella nostra nuova casa, quello che era stato una morbida palla di neve era diventato un bestione enorme, bellissimo da accarezzare; purtroppo però il suo temperamento aveva risentito di tutti i cambiamenti e le traversie che avevano caratterizzato i suoi primi mesi di vita. Si accucciava davanti alla porta di casa e non lasciava entrare nessuno, nemmeno gli amici e i parenti; non amava essere toccato e ringhiava se qualcuno si avvicinava. Io non osavo più portare i miei bambini in giardino e anche Franco, dopo aver cercato in ogni modo di rieducarlo, dovette accettare l'idea che Pippo II non poteva più restare con noi.Il veterinario disse che forse la sua aggressività dipendeva da una malattia incurabile e trovò il modo di accompagnarlo nel paradiso dei cani senza che soffrisse. Ai bambini non fu difficile raccontare una storia diversa ,ma in noi adulti rimase una sensazione di sconfitta difficile da smaltire.
(segue)

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