martedì 31 marzo 2020

Curiosità su asini e pecore




Due tipi di animali che siamo abituati a vedere spesso insieme. 

Leggo qui e là nel web:

Forse non molti sanno che gli asini sono usati come un'eccellente alternativa ai cani per difendere mandrie e greggi dagli attacchi di lupi, coyote e altri predatori.
Sebbene siano animali docili, gli asini diventano efficaci animali da guardia delle mandrie o le greggi a loro affidate. A differenza degli animali gregari come ovini caprini o bovini tendono a non scappare o farsi prendere dal panico quando vengono avvicinati da lupi, coyote, sciacalli o altri predatori della famiglia dei canidi. Anzi attaccano quello che considerano una minaccia e non solo scalciano con effetto letale, ma usano anche i denti come arma, dispensando morsi molto pericolosi. 





 L'asino è un animale dalla forte empatia e davanti alla sofferenza di un altro essere vivente si dimostra in grado di superare la propria istintiva avversione e mettersi dalla parte del più debole. 






Questo animale che non gode di un’ottima fama: per troppo tempo gli sono stati affibbiati diversi luoghi comuni e così, oggi, associamo tutti l’asino alla pigrizia, alla testardaggine e anche alla stupidità. Non è molto chiaro il motivo di tali similitudini, perchè in verità l’asino è tutt’altro che un animale tonto e poco intelligente e a ben guardare non ha nulla da invidiare al cavallo, da sempre considerato migliore. Gli asini sono animali dotati di una grande forza, ma anche molto pazienti: è vero, sono un po’ lenti nei movimenti ma questo di certo non significa che siano stupidi.



Se quindi per molti anni l’asino è stato visto come l’equino poco scaltro e piuttosto rimbambito, è arrivato il momento di sfatare questo falso mito e di mettere in evidenza quelle qualità di questo animale che sono sempre state messe in secondo piano.  E’ forse meno socievole, ma una volta che capisce di potersi fidare si lascia andare e si dimostra aperto sia con gli uomini che con gli altri animali. Il carattere dell’asino quindi non è pessimo come quello che pensiamo e anzi, questo animale può regalare delle soddisfazioni davvero inaspettate!







Anche per quanto riguarda le pecore, quando attribuiamo loro delle virtù umane umane di solito non ne escono bene. Remissive, prive di personalità, inette... è così che le immaginiamo. Ma malgrado viviamo a stretto contatto con questi ovini da circa tredicimila anni, ossia da quando l'uomo iniziò ad addomesticare il muflone selvatico, forse li conosciamo ancora poco.


Al contrario di quanto si crede comunemente, le pecore sono animali intelligenti, ma il modo in cui sono trattate dall'uomo le pone in uno stato di terrore continuo che impedisce loro di mostrarsi per quel che davvero sono.
Gli agnelli sono tra gli animali più vivaci e giocherelloni che esistano. Si rincorrono, saltano, fanno capriole. Hanno un gesto specifico per invitare gli altri agnelli a giocare: saltano in alto scalciando con le zampe posteriori.


 Nel 2001 uno studio di Keith Kendrick, docente della University of Electronic Science and Technology in Cina, ha rivelato che una pecora può riconoscere e ricordare i volti di almeno cinquanta simili per almeno due anni, e ci sono prove che è in grado di distinguere un viso umano imbronciato da un sorriso, e anche di mostrare predilezione per quest'ultimo.


Le pecore sanno riconoscere il viso del proprio pastore sullo schermo di un computer e, dopo un periodo di addestramento, anche quello di altre persone. La scoperta, frutto di una ricerca sperimentale, getta nuova luce sulle capacità cognitive di questi animali, che per longevità e dimensioni del cervello sono un buon modello per lo studio delle malattie neurodegenerative umane.


 Con uno studio condotto negli anni '90, i ricercatori dell'università della California hanno invece messo in evidenza la loro complessa vita sociale: alcuni montoni osservati per tre anni stabilivano solide amicizie e si prendevano cura l'uno dell'altro nel momento del bisogno, per esempio intervenendo in aiuto dei compagni più deboli o supportandosi a vicenda nella lotta.



In un gregge, la guida non va automaticamente al grosso e forte montone ma, al contrario, spetta alla femmina più anziana, più piccola e talvolta delicata. Sembra che questa posizione venga conquistata principalmente grazie al modo in cui si occupano della cura e del nutrimento dei discendenti.














1 commento: