martedì 1 ottobre 2019

Arrivano i nostri






Negli anni '50  il Cinema della Parrocchia del mio paese , la domenica pomeriggio, si riempiva di voci schiamazzanti, che nemmeno lo sguardo severo del povero don Luigi riusciva a sedare. Solo quando le luci si spegnevano e iniziava la proiezione, il chiasso gradualmente svaniva con  un sibilo simile a quello di una gomma bucata.
Non era detto però che la quiete sarebbe durata a lungo, come speravamo noi femmine, ma del resto lo sapevamo che i maschi, con le buone maniere, non ci sapevano fare... Molto dipendeva dal film che veniva proiettato: se era comico sghignazzavano, se era drammatico mugugnavano, se era noioso fischiavano...
Il massimo del trambusto però succedeva con i film in cui i pellerossa (i cattivissimi) assalivano una carovana di coloni (bravagente) e quando la situazione stava per precipitare, od era già ahimè precipitata, arrivava  la cavalleria, annunciata dallo squillo della tromba, dal calpestio dei cavalli, e giustizia era fatta. All'arrivo dei " nostri" ( i soldati blu) tutti nella sala schizzavano in piedi e le urla erano tali da far tremare le dure poltroncine di legno coi sedili ribaltabili.
Allora nessuno di noi ragazzini sapeva cosa  ci fosse dietro a  un film western, nessuno di noi conosceva la storia della conquista del far west ,nessuno di noi era in condizione di sapere chi fossero i buoni e chi fossero i cattivi. I films americani che venivano proiettati nelle sale cinematografiche, in città o in periferia, non consentivano né ai ragazzi né agli adulti di immaginare una realtà diversa da quella che raccontavano, e avremmo dovuto aspettare il 1970 con Soldato Blu per porci almeno qualche domanda.

Alcuni tra i personaggi di cui si parlava in quei film avevano comunque fatto presa sull'immaginazione dei ragazzini di allora, vuoi per il copricapo, vuoi per  l'abbigliamento o per le armi, o magari per i loro esotici nomi di battaglia.


Tra questi come non ricordare Crazy Horse, Cavallo Pazzo?






Si racconta che alla sua nascita, sua madre, Coperta sonante, figlia di un grande condottiero, volle chiamarlo Cha-o-Ha, che significa fra gli alberi, perché il parto era avvenuto in un boschetto. Lui però, quando diventò adulto,  preferì prendere il nome di suo padre, che era morto da tempo, Tashunka Wikto , che i bianchi tradussero in Cavallo Pazzo. Si presume che l'anno della nascita fosse il 1840, cioè l'anno in cui "la tribù catturò cento cavalli." 
La sua vita fu relativamente breve, ma lasciò una traccia significativa : fu capo di una tribù dei Sioux e con Toro Seduto cercò di ostacolare in ogni modo l'avanzata dell'uomo bianco, che si prendeva la terra con i fucili e sterminava le mandrie di bisonti riducendo gli indigeni alla fame. Si tolse la soddisfazione di umiliare l'esercito degli Stati Uniti nella battaglia di Little Big Horn, ma dovette poi arrendersi, piegato da un inverno rigidissimo.

Morì nel 1877, trafitto dalla baionetta di un soldato, quando era già prigioniero a Fort Robinson. Dicono che fosse di carattere schivo e odiasse farsi fotografare, per questo è difficile stabilire l'autenticità delle  rare foto in circolazione.


Nonostante le avversità, il nome di Cavallo Pazzo è sopravvissuto nell'immaginario collettivo, e continueranno a conoscerlo anche le generazioni future, perché....




 
Ricordate il Monte Rushmore ? Certo che sì...
Su una grande parete di roccia nel Dakota, lo scultore Duzcon Borglum scolpì il volto di quattro famosi Presidenti americani, da sinistra George Washington, Thomas Jefferson, Theodore Roosevelt e Abraham Lincoln, come simboli della nascita, della crescita , dello sviluppo e della conservazione degli Stati Uniti, cioè dei primi 150 anni della storia americana.
La scultura , alta 20 metri, fu iniziata nel 1927 , proseguì fino alla morte dello scultore nel 1941, e conclusa dal figlio di Borglum.

Il monumento però sorge proprio nel cuore delle Black Hills, territorio sacro dei nativi, così , nel rispetto di quelle che sono state le radici della storia degli Stati Uniti, è in corso la realizzazione di un'altra scultura, molto più grande della precedente che celebrerà la storia e il mito di Crazy Horse, che viene ritenuto l'ultimo capo Sioux.
Una volta terminata, sarà la più grande scultura nella roccia mai costruita : larga 195 metri e alta 172, contro i 20 del monte Rushmore.

L'ascia di guerra sarà sepolta per sempre, sull'eco delle parole pronunciate da Cavallo Pazzo prima di morire :

"Quando morirò dipingetemi tutto di rosso e gettatemi nel fiume: così ritornerò.Se non lo farete ritornerò lo stesso, ma come pietra"













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