mercoledì 20 giugno 2018

Vite sprecate.






I soldi non fanno la felicità, lo sanno tutti , tuttavia è lecito supporre che, quantomeno, l'agiatezza economica possa rendere la vita migliore a chi la detiene. Eppure ci sono storie che sembrano raccontare l'esatto contrario.

Ho seguito in queste ultime settimane la serie televisiva Trust che racconta  il rapimento del giovane Paul Getty III, nipote di uno degli uomini più ricchi del mondo, interpretato magistralmente da Donald Sutherland.






Il rapimento era avvenuto nel luglio del 1973, proprio in quella decade , i famigerati anni 70, che vengono identificati nella storia del nostro Paese come "gli anni di piombo".

Il giovane Paul, che aveva all'epoca solo 16 anni, rimase nelle mani dei rapitori per cinque mesi, perché il nonno non intendeva pagare il riscatto richiesto ; sosteneva che avendo 14 nipoti, pagarlo avrebbe potenzialmente creato la possibilità di finire in povertà...

Solo quando un orecchio del ragazzo venne recapitato alla famiglia e grazie all'insistenza della madre, il nonno si convinse a sborsare il denaro per liberare il nipote. Ma non fu comunque una storia a lieto fine.





All'epoca del rapimento io ero in tutt'altre faccende affaccendata e gli anni '70 , al di là delle stragi e dei sequestri che riempivano le pagine dei giornali, erano gli anni più proficui della mia vita : nel '71 e nel '75 nascevano i miei figli, Fabio e Massimiliano, e nel '76 varcavo la soglia di quella che sarebbe stata per sempre la Casa, la mia casa, dove tuttora vivo.

Rivedendo dunque la fiction mi sono resa conto della scarsa attenzione che avevo prestato all'epoca alla vicenda e contemporaneamente  la mia naturale curiosità mi spingeva a saperne di più di coloro che in un modo o nell'altro ne erano stati i protagonisti.



 
 
 
Jean Paul Getty era nato nel 1892 a Minneapolis, figlio di un industriale del petrolio. Laureato in economia e scienze politiche al Magdalen College di Oxford, divenne in breve tempo uno degli uomini più ricchi del suo tempo, nonostante il padre non nutrisse molta fiducia in lui.
Protagonista della vita mondana della ricca borghesia, ebbe cinque mogli, da cui ebbe cinque figli, ma evidentemente aveva difficoltà a stabilire rapporti affettivi profondi e duraturi con le persone che aveva intorno.

 
 

 
Nonostante fosse proprietario di numerosi immobili, negli anni '50 acquistò Sutton Place , una sontuosa dimora inglese costruita nel '500 nei pressi di Londra, dove trascorse gli ultimi 17 anni della sua vita.
 

 

 
 
Presuntuoso, vanitoso ed egocentrico, si racconta che Getty fosse anche taccagno, e quando si rese conto che la bolletta telefonica di Sutton Place era salita alle stelle,  perché chiunque si trovasse nel palazzo - ospiti, fattorini, operai,- utilizzava i  numerosi apparecchi disseminati nelle stanze per telefonate personali, li fece bloccare con dei lucchetti e fece installare una cabina telefonica a gettoni.
 
Del resto, anche in occasione del sequestro del nipote, quando finalmente si decise a pagare il riscatto di due miliardi, il nonno impose al ragazzo di restituirgli la cifra ratealmente con interessi del 4%.
 
Mi chiedo come possa un uomo, totalmente incapace di provare  affetto per il "sangue del suo sangue", innamorarsi perdutamente delle opere d'arte, tanto da possedere una straordinaria raccolta di reperti archeologici e numerose tele dei più noti pittori fiamminghi, francesi, italiani che si trovano oggi al Paul Getty Museum in California.
 

 
 
     
 

 
 
Jean Paul Getty III non era un ragazzo modello. Figlio di genitori divorziati, a 15 anni era già stato espulso da 7 scuole e sniffava regolarmente sostanze stupefacenti. A Roma , dove viveva con la madre e i fratelli più piccoli, frequentava gente di malaffare, vestiva in maniera trasandata e dormiva spesso dove capitava. Per procurarsi denaro , vendeva droga a personaggi famosi e , quando fu rapito, sia la famiglia così come gli inquirenti pensarono che si trattasse di una messa in segna organizzata dallo stesso ragazzo per procurarsi denaro.
 
L'esperienza del sequestro - cinque lunghi mesi in una grotta sperduta delle montagne calabresi - avrebbe dovuto insegnarli il valore della vita. Purtroppo non fu così. Una volta liberato dai sequestratori, riprese la sua routine disordinata e ribelle. A soli 18 anni sposò ,contro il volere della famiglia, una regista e modella di 25 anni, che aveva scelto di indossare per la cerimonia un abito lungo e nero.
 
Diseredato e messo al bando dalla famiglia, si trasferì negli Stati Uniti senza per questo cambiare stile di vita. Sempre più dipendente dalla droga, nel 1981 rimase in coma per alcune settimane in seguito a un'overdose; quando si risvegliò era quasi cieco, paraplegico e incapace di parlare.  
 
 
 
 
 
 
 Paul morì nel  2011, a soli 54 anni, al termine di una vita del tutto sprecata.
 
Confesso che questa storia mi ha molto rattristata e guardandomi intorno nel mio piccolo mondo ho apprezzato una volta di più ciò che ho dato e ricevuto, per amore, solo per amore.
 
 
 

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