venerdì 24 novembre 2017

Non fa niente

Comprare un libro della Oggero vuol dire andare sul sicuro e una volta ancora non ho sbagliato nell'acquisto a scatola chiusa: questo libro mi è piaciuto moltissimo.
Le sue storie non sono mai banali, la scrittura stringata e incalzante, il suo modo di raccontare la vita in modo disincantato, ma pieno di amore per la vita stessa rendono la lettura un modo per pensare a quello che ci circonda, a quello che succede, e capire che vivere vale sempre la pena.


















Esther e Rosanna stipulano un patto, per qualcuno forse scandaloso, inaccettabile. Un patto che cambia per sempre le loro vite. Nel 1933, in uno dei momenti più cupi per l'Europa, Esther ha dovuto lasciare Berlino, il suo innamorato, la sua libertà, ogni promessa di futuro. Ora è una giovane donna colta, dall'intelligenza tormentata, la cui eleganza sconcerta l'arcigna suocera piemontese. Rosanna invece è cresciuta in mezzo alle risaie, non ha potuto studiare e la sua bellezza le ha giocato un brutto tiro trasformandola in fretta in una creatura determinata e sensuale, ansiosa di cambiare la sua esistenza. Cos'abbiano in comune due donne cosí, non ci vorrà molto a scoprirlo. Sono vive nonostante tutto, profondamente capaci di amare e d'insegnarsi qualcosa l'un l'altra. Un giorno Esther domanda a Rosanna di aiutarla ad avere un figlio, «come nella Bibbia fece Agar per Abramo e Sara». Il loro universo non esclude affatto gli uomini. Esther è legata al marito Riccardo da una complicità generosa e Rosanna ama Nicola con un'irruenza passionale, che trova negli assolo e nelle improvvisazioni jazz la sua colonna sonora. Intanto il mondo va avanti e le interroga senza risparmiarle: dalla guerra alla Torino postbellica che si avvia alla ricostruzione, passando per Bartali e Togliatti, gli anni delle rivolte studentesche e il terrorismo, fino alla caduta del muro di Berlino. I giorni si riempiono di cose da fare, giacche di pannofix, segreti condivisi, paure, entusiasmi, scommesse, Fiat 1100 che arrancano su autostrade pericolose appena costruite. È la vita che corre, la vita di due amiche che non saranno mai più sole.







Un anno dopo la strepitosa e meritata vittoria al Premio Bancarella con La ragazza di fronte, torna in libreria Margherita Oggero con Non fa niente (Einaudi, 2017, 256 pagine, 19 Euro), un nuovo grande romanzo di vita.

Una lunga carrellata che copre quasi cinquant’anni di storia dell’altro secolo, il tempo di passare dai sogni irrequieti della giovinezza anteguerra alla quieta saggezza regalata da un serena maturità, per raccontarci e farci scorrere davanti agli occhi ricordi buoni e tristi, sensazioni angosciate e felici, immagini che dal bianco e nero sfumano in colori sempre più accesi e più vicini a noi.

E poi buon gusto, amore e generosità che avanzano sottobraccio come le due donne affiancate sulla copertina, due figure femminili speciali, diverse ma assolutamente complementari tra loro. Inu n’indistruttibile legame di amicizia che va avanti, cesellandosi nell’affetto e rispetto reciproco.

Potremmo piazzare il ciack d’inizio di Non fa niente in casa di una ricca e colta famiglia ebrea protagonista della Berlino prima degli anni '30. Là vive Esther, la prima e più grande, delle due donne. I civili e affettuosi rapporti umani di una famiglia sgretolati dall’avvento della follia. La pacata descrizione dell’ineluttabilità di una tragedia provocata dall’arrivo al potere del nazionalsocialismo. Nel 1933, infatti, Esther, in uno dei momenti più oscuri per l’Europa, è costretta a rifugiarsi in Svizzera, abbandonando tutto: amore, identità, promesse di futuro. Solo la cauta preveggenza del padre li salverà anche dalla rovina economica. Ma la tragedia, che si addensa sulla sua testa, la lascerà presto orfana sola e insicura in un mondo nemico. E sarà là che, quasi per caso, farà la sua comparsa Riccardo Olivero, l’ingegnere italiano, destinato a essere il suo punto fermo, la sua ancora nella bufera, l’uomo che imparerà ad amare e che cambierà la sua esistenza diventando suo marito. Finita la guerra Esther è una giovane donna molto colta, tormentata, la cui intelligenza ed eleganza scombussola la smorbia, la sua scostante suocera piemontese, ma che vuole rendere felice a ogni costo Riccardo, il terzo irrinunciabile protagonista del romanzo.

Rosanna invece, la seconda donna della copertina, è figlia di gente semplice e povera di campagna, che non ha mai potuto studiare. La guerra infuria, suo padre è al fronte in Russia, il fratello maggiore lontano dopo l’8 settembre, il piccolo a casa con la mamma. Lei che ha le mani d’oro come ricamatrice e stira da favola va a servizio dagli Olivero, ricca famiglia di possidenti e industriali del paese. Quindicenne, la sua bellezza è esplosa con prepotenza trasformandola prima nella vittima che ha ceduto alle lusinghe amorose di un bellimbusto torinese poi, rialzata orgogliosamente la testa nonostante le maldicenze, in una creatura determinata a battersi per la sua vita.

Un giorno Esther chiede a Rosanna un incommensurabile dono, lei ha sperato ma ha avuto il definitivo responso medico: è sterile. Suo marito Riccardo però desidera un figlio con tutte le sue forze. Ed Esther, come Sara nella Bibbia chiede ad Agar di giacere con Abramo, così Esther chiede a Rosanna di farlo con l’ingegnere fino a concepire un bambino per poi farlo riconoscere come figlio di Riccardo ed Esther Olivero. «Può esistere un amore di madre che non contempli l'esclusiva? La natura ha davvero leggi cosí rigide da non ammettere eccezioni?».

Rosanna, che è buona e altruista, decide di accettare e le due donne stipulano un ferreo patto tra loro. Scandaloso? Inaccettabile? No soltanto profondamente umano e generoso. Un patto che cambierà per sempre le loro vite, donando loro mutuo rispetto e un’affettuosa complicità per sempre su un segreto condiviso. Il bambino, Andrea, un maschio nasce, cresce. Il loro universo non escluderà gli uomini. Esther è sempre strettamente e visceralmente legata a Riccardo il marito e Rosanna amerà con passione, ma senza illusioni Nicola, il suo musicista, che trova nelle improvvisazioni jazz la colonna sonora della vita.

Non fa niente, traduzione di Nicebo che diceva sempre la nonna russa di Esther, è ambientato in uno scenario in cui il mondo esterno andava avanti senza fare sconti: si passa dalla guerra con l’incombere della ferocia nazionalsocialista e la scelta di Riccardo dopo la Grecia di battersi per la Repubblica partigiana della Val d’Ossola, al ritorno a casa, alla Torino postbellica che si avvia industriosamente alla ricostruzione, superando l’attentato a Togliatti che rischiò d’insanguinare il ’48, sedato in parte dalle parole del leader ferito ma forse e soprattutto dalla strepitosa rimonta e poi vittoria di Gino Bartali nel Tour de France.

Bisogna affrontare la perdita dell’Ingegnere, il dolore, l’adolescenza di Andrea, gli anni roventi delle rivolte studentesche e del terrorismo, fino al 1989 con la caduta del muro di Berlino. I giorni si susseguono, pieni di impegni, doni, rimpianti, timori, entusiasmi, scommesse di successo, mentre tante piccole Fiat sfrecciano sulle nuove autostrade.

Strutturato in un continuo alternarsi di flash back esplicativi Non fa niente descrive la vita che corre, la vita di due donne diventate due amiche, quasi due sorelle e che non si sentiranno mai piú sole.

Cammei indimenticabili: Leah la madre di Esther, che ha scelto la fuga con l’amante, Isaac, padre di Esther, ebreo non praticante ma che non può dimenticare la sorella, Elvira Zanero madre di Rosanna, che per amore accetta le angherie del marito ubriacone, Nonna Tina la smorbia, la suocera che avrà il privilegio di morire a casa sua vegliata dalla carità della nuora.

Grazie Margherita, per questo libro pieno di umanità, di comprensione e denso si commozione da leggere assolutamente.

1 commento:

  1. Io adoro la Oggero e ho letteramente "divorato" La ragazza di fronte.
    Questo ultimo libro non l'ho ancora letto ma è già li pronto...
    Grazie di questo bel post.
    Loredana

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