mercoledì 8 ottobre 2014

La biro










Il dramma dei miei primi anni scolastici erano le macchie d'inchiostro! Finchè c'erano da fare aste e puntini a matita, me la cavavo bene, ma poi quando ci facevano smettere la matita copiativa, che pure detestavo perchè non si poteva cancellare, ci facevano passare alla penna e ai pennini. Pasticciona come sono sempre stata, le macchie su mani, quaderni e grembiule erano all'ordine del giorno. Il piacere di scegliere la forma del pennino, non compensava le sgridate e i votacci che l'inchiostro procurava.






Vi ricordate come erano i nostri banchi? a 2 o 4 posti, con un calamaio per ciascuna bambina. Il bidello veniva con un bottiglione a riempirli d'inchiostro e noi dovevamo fare attenzione alla quantità che raccoglievamo sul pennino ad ogni parola da scrivere. La carta assorbente non sempre era sufficiente ad asciugare lo scritto e con la manica si riusciva a fare una strisciata di nero su tutta la pagina. Il peggio era per chi, come mia sorella, era mancina: la probabilità di macchiare era cento volte maggiore e così le suore le legavano "la mano del diavolo" dietro la schiena per obbligarla ad usare la destra. Con le conseguenze psicologiche facilmente immaginabili.
Del resto, allora, la stilografica era un oggetto solo per adulti perchè era costosa e si rovinava facilmente. Le biro erano già state inventate, ma a scuola non si usavano perchè si diceva, non a torto, che rovinassero la calligrafia.
Per fortuna, poi, i tempi sono cambiati e andando alle medie ho potuto usufruire di quella splendida invenzione per cui schiere di scolari hanno ringraziato il signor Birò.




Chi era costui? Ecco qui, da 
http://copyimput.blogspot.it/2012/11/biro-la-storia.html


L'ungherese Laszlo Jozsef Birò è un personaggio eclettico: si diletta nella pittura e lavora come redattore in una rivista di Budapest; ma, strano a dirsi, non ama sporcarsi le mani.
Questo scrittore senza macchia, un giorno si sveglia con un'idea geniale: creare una penna a sua immagine e somiglianza. Decide di sostituire l'inchiostro liquido della stilo con quello tipografico a rapida essicazione, inserito in una cannula di plastica; ma il nuovo materiale viscoso rende la scrittura poco fluida.
Come risolvere il problema?
Ecco un'idea semplice e geniale: sostituire la punta della stilografica con una pallina d'acciaio, che distribuisca l'inchiostro sulla carta in modo omogeneo.
Narra la leggenda che l'ungherese abbia trovato l'input, guardando dei bambini giocare a biglie sulla strada. Trovare una soluzione alle macchie della stilografica è lo scopo reale dell'invenzione.
Biro sarà per sempre il suo nome.




Argentina/Francia: da Biro a Bich

Nel 1938 Birò chiede il brevetto per la sua penna a sfera, ma prima di ottenerlo scoppia la seconda guerra mondiale. Per sfuggire ai tedeschi, lui e la sua famiglia scappano prima in Spagna, poi in Francia e in Argentina. Qui con l'aiuto del fratello Georg, ex chimico, perfeziona la sua invenzione: affinché funzioni è necessaria una pallina metallica di dimensioni precise, che solo una ditta svizzera è in grado di produrre; altro problema è ottenere un inchiostro della giusta viscosità.
Nel 1944 Birò brevetta la sua penna a sfera, ma i costi di produzione elevati lo costringono a cedere i diritti a un finanziatore che la produce subito per le forze armate statunitensi.
La biro compare nel 1945 a Buenos Aires con il nome di Eterpen, prima ditta che la commercializza su larga scala. Qualche anno dopo, il barone italo-francese ( origini valdostane) Marcel Bich acquista i diritti e lega per sempre il suo nome a quello della biro. La BIC!
Curiosità da: http://www.griffini.lo.it/laScuola/prodotti/Invenzioni/invenzioni/biro.htm


Pare che la NASA, alle prese col problema di scrivere nello spazio in assenza di peso, abbia speso milioni di dollari per realizzare una biro col serbatoio d'inchiostro pressurizzato.
Infatti senza la pressurizzazione e senza la gravità l'inchiostro non scorreva verso la punta e quindi la biro non scriveva.
Ma a fine ottobre 2003, l'astronauta Pedro Duque ha condotto un esperimento a bordo di una navicella Soyuz ed è riuscito a scrivere i propri appunti usando una comune biro.





 "23 ottobre 2003 - Sto scrivendo questi appunti a bordo della Soyuz usando una penna a sfera da quattro soldi. Perché è importante questa cosa? Si dà il caso che lavoro nei programmi spaziali da diciassette anni, undici dei quali trascorsi come astronauta, e ho sempre creduto, perché così mi hanno sempre detto, che le normali penne a sfera non funzionassero nello spazio

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