Ieri sera ho finito il mio viaggio nella produzione di Tracy e devo dire che, quale più e quale meno, i suoi libri mi sono piaciuti.
Ho un vago ricordo de La ragazza con l'orecchino di perla e La dama e l'unicorno; non li trovo nemmeno più nella mia libreria che, ogni tanto, con estrema cattiveria, decimo per non morire sepolta fra i libri. Probabilmente erano fra i testi belli, ma non indimenticabili (per me).
Fra i suoi scritti quello che mi è piaciuto meno è L'innocenza, forse perchè non l'ho capito a fondo.
Ecco da Wikipedia la trama:
La famiglia Kellaway (Thomas fabbricante di sedie, sua moglie Anne ed i figli Jem e Maisie) si trasferisce dal Dorset ai sobborghi di Londra a causa della morte del figlio Tommy, lutto dal quale la madre non si è ancora ripresa.
Da questo trasferimento i ragazzi impareranno sulla loro pelle cosa significa la vita di città. Una città sconosciuta, che fa paura. Ma grazie alla conoscenza di Maggie Butterfield, una ragazzina spigliata e impertinente che nasconde un terribile segreto, e del poeta William Blake, riusciranno a cavarsela. E a scampare i pericoli dati dai cittadini londinesi che vogliono dimostrare la loro fedeltà al re, dopo la condanna alla ghigliottina del re di Francia, Luigi XVI. La rivoluzione francese è vicina al mondo inglese, e Blake viene tacciato di promuovere idee sovversive.
Il romanzo vede pagine storiche, come la rivolta dei londinesi alle porte di Blake, accanto a pagine più "private" quali lo sfortunato amore di Maisie per John Astley, la comica signorina Pelham, l'amore-odio di Jem e Maggie, dalle quali emerge chiaramente lo spaccato della Londra di fine '700.
Infatti anche questo è un romanzo storico, che delinea per noi lettori, un'epoca con grande precisione. E' anche un libro di contrapposizioni: Jem e Maisie rappresentano l'innocenza,avendo vissuto nella semplicità della campagna con la protezione della famiglia, mentre Maggie rappresenta la furbizia e la malizia in quanto la famiglia non si cura di lei che deve arrangiarsi a sopravvivere nei quartieri desolati e miseri della grande città.
Personaggio chiave del libro è il poeta William Blake, che io non conosco affatto e che non ho capito in nessuno dei brani dei suoi poemi I canti dell'innocenza e I canti dell'esperienza che vengono riportati dall'autrice. Poemi che, probabilmente, hanno dato alla Chevalier l'idea di questo romanzo.
Altro personaggio di rilievo è Philip Astley, padre del circo moderno, visto come contrapposto a William Blake: cinico e materialista l'uno, idealista e generoso l'altro.
Il libro non mi ha "preso", infatti l'ho letto in quindici giorni....mi pareva non succedesse nulla di intrigante, comunque ho voluto arrivare fino alla fine per scoprire che mentre Jem e Maisie faranno esperienza di vita, prima di tornare nel loro Dorset, Maggie ritroverà grazie alla loro amicizia, un po' della propria innocenza.
Invece mi è piaciuto moltissimo, forse più di tutti, Quando cadono gli angeli.
Ancora un romanzo storico, ambientato a Londra nei primi anni del 1900 : la bravura della Chevalier nel dipingere nei suoi libri le varie epoche è superlativa.
La storia narra di due famiglie che hanno le tombe vicine e che poi diverranno anche vicine di casa. Le due bambine, Maude e Lavinia, diventano amiche per la pelle, nonostante la grande diversità di carattere e rimarranno amiche per lunghi anni anche se le loro famiglie non provano l'una per l'altra la stessa simpatia. Idue gruppi, infatti, rappresentano le due tendenze dell'epoca: conservatori e progressisti.
La trama del romanzo non è troppo complicata, ma lo stile narrativo per cui un personaggio diverso diviene voce narrante di ogni capitolo, la rende varia ed interessante.
Vediamo così il succedersi degli avvenimenti con occhio rigido e conformista quando a parlare sono i membri della famiglia Waterhouse, con occhio liberale e insofferente quando raccontano i Coleman ( soprattutto Maude e sua madre Kitty) e con occhio molto più pratico quando a parlare sono i domestici o le persone di classe sociale più povera.
Anche questo è un libro di contrapposti, come del resto lo è la vita di tutti i giorni. Quell'epoca, comunque, mi sembra più segnata da questa dicotomia, in quanto gli schemi comportamentali erano allora molto, ma molto rigidi e c'era poco spazio per la diversità. Quantomeno come facciata perchè poi le trasgressioni c'erano anche allora, come si racconta nel romanzo.
Sono contenta di essere nata in un'epoca di libertà espressiva, anche se spesso, ormai, la libertà è diventata licenza....mi rendo conto di quanto valga la possibilità di essere se stessi e di potersi esprimere senza timori. Tutto ciò grazie anche alle suffraggette, così ben descritte in questo libro: non solo hanno aperto la via al voto alle donne, ma anche alla libertà di tutti noi.
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