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lunedì 5 ottobre 2020

La casa dei Larsson

L'originale abitazione di Carl Larsson (1853-1919) è uno dei luoghi più visitati della Svezia. I Larsson decorarono la loro casa con uno stile completamente nuovo per l'epoca: i colori scuri caratteristici del XIX sec. furono sostituiti da colori chiari e caldi. Karin Larsson creò tappezzerie e ricami, disegnando anche i mobili, mentre lo stesso Carl realizzò dipinti murali e una serie di acquarelli raffiguranti i loro bambini. La casa è conosciuta con il nome di Casa sotto il Sole.



Quando la tecnologia di riproduzione del colore si sviluppò verso la fine del ventesimo secolo, Carl Larsson trovò una fama diffusa pubblicando dipinti nel suo libro A Home . Questo volume ha dato al pubblico svedese l'accesso alle rappresentazioni della vita dell'artista a Lilla Hyttnäs, dove lui e sua moglie, Karin, risiedevano con i loro figli. Ogni scena era un'idealizzazione poetica della felicità della famiglia mostrata attraverso linee vivaci e colori allegri. Lo stile unico di Carl contrastava con l'impressionismo del tempo e invece fu influenzato dagli stili folk e giapponesi del movimento Arts and Crafts.







Anche la casa dei Larsson era insolita per l'epoca e fa parte di ciò che rendeva i dipinti di Carl così speciali. Data alla coppia dal padre di Karin nel 1888, questa piccola casa a Sundborn è stata ampliata più volte per ospitare la loro famiglia in crescita, sette figli in tutto. La sua architettura mostra chiaramente le aggiunte separate, ciascuna con uno stile diverso. Un vivace esterno rosso, verde e bianco dà solo un soffio della fantasia all'interno.





I dipinti di Carl e le amate tonalità luminose adornano le stanze, ma lui da solo non può essere accreditato per il design della casa. Karin è stata anche una pittrice istruita fino a quando la nascita dei suoi figli ha spostato la sua attenzione artistica sui mobili e sui tessuti, che ha progettato e realizzato da sola. Insieme, i due hanno creato uno spazio armonioso e confortevole che mette semplicità e funzionalità prima della grandezza.
(Testo Leslie Bennett Fotografia Jane Hope).




 Gli eredi dei Carlsson hanno trasformato questa casa in un museo che è ancora oggi visitabile. Carl e Karin  ebbero sette figli; i suoi familiari divennero i soggetti preferiti di Larsson per realizzare delicate composizioni ad acquerelloin cui, spesso con fine senso umoristico, descrive momenti di vita domestica a Sundborn. La sua opera influenzò diversi artisti svedesi.


Negli anni '90 l'editore svedese Bonnier pubblicò libri scritti ed illustrati da lui e contenenti riproduzioni dei suoi acquerelli, poi nel 1909 l'editore tedesco Langewiesche pubblicò una sua raccolta di acquerelli e disegni intitolata La Casa nel Sole che vendette decine di migliaia di copie. 



































lunedì 27 luglio 2020

Sulle tracce di Little Boy Blue


Spesso quando trovo in rete un'immagine che mi piace, mi affretto a scaricarla senza prima chiedermi da chi o da dove provenga: errore gravissimo, perché poi diventa molto più complicato ricostruirne la storia e si rischia di finire in un vero e proprio ginepraio.
Infatti è stato proprio così : sono passata da una marea di maschietti d'azzurro vestiti ad una storia di francobolli, da un romanzo che racconta la vita dura  di un ragazzo "difficile" ai ritratti  di una pseudo coppia di Romeo e Giulietta del Rococò...
Alla fine però ho trovato il bandolo della matassa e attraverso una semplice filastrocca sono riuscita a completare il puzzle.
C'è da dire che a volte perdersi nei sentieri non è tempo perso e qualche storiella la voglio raccontare.

Andiamo oltreoceano : negli Stati Uniti (come del resto in Europa) nelle vecchie cartoline illustrate le immagini di bambini erano le più utilizzate, insieme a quella di Cupido, che stranamente negli USA è sempre stato colorato di blu tanto da essere chiamato the blue boy, il genietto alato che lancia dardi amorosi.
Quello che si vede nell'immagine è un raro francobollo circolare, chiamato anch'esso blue boy, rinvenuto tra la corrispondenza di due innamorati; la lettera che conteneva una proposta di matrimonio da parte di Robert Hugh alla fidanzata, era stata spedita nel 1847 da Alexandria a Richmond, affrancata con un francobollo da 5 centesimi, appartenente alle emissioni locali provvisorie. La lettera fu conservata a lungo dalla figlia della coppia e grazie alla rarità dell'affrancatura  questo esemplare , ambito dai collezionisti, nel 1981 fu battuto all'asta per un milione di dollari.
Anche questo dipinto ad olio su tela di Thomas Gainsborough del 1770 circa , porta il nome di The Blue Boy, gli fa da contraltare il ritratto di Sarah Barrett Moulton, più familiarmente, Pinkie, dipinto nel 1794 da Thomas Laurence
I due ritratti non hanno niente in comune, sono stati realizzati  da due artisti differenti a un quarto di secolo di distanza e i soggetti indossano abiti di epoche diverse, eppure nell'immaginario collettivo, i due personaggi sono diventati una sorta di Romeo e Giulietta del Rococò da quando i due dipinti sono stati acquistati da Henry Huntington nel 1920 ed esposti uno di fronte all'altro nella collezione permanente della Biblioteca Huntington a San Marino, California.
Anche nel modo dell'illustrazione  Blue Boy e Pinkie sono una coppia.
E veniamo al traguardo finale...
I versi riportati sotto questa immagine mi hanno portato ad un'antica filastrocca inglese, molto diffusa nella cultura popolare, il cui testo integrale dice così:
"Little boy blue, come, blow your horn,
The sheep's in the meadow, the cow 's in the corn.
Where is that boy who looks after the sheep?
He's under a haystock, fast asleep.
Will you wake him ? Oh no, not I,
For if I'll do, he' surely cry"
La prima versione stampata della filastrocca appare in "Tommy Thumb's Little Song Book" nel 1744, ma la filastrocca potrebbe essere molto più vecchia, visto che ci sono alcuni riferimenti alla stessa  nel King Lear di W.Shakespeare.
1901 illustrazione di Wallace Denslow.

martedì 21 luglio 2020

La materia delle fiabe.

Di che materia sono fatte le fiabe? Forse la stessa di cui sono fatti i sogni ? o forse è quella di cui sono fatte le ragnatele, visto che in questi giorni d'estate non so come e perché mi ci trovo invischiata...






Mentre alla veneranda età di 75 anni, mi sono immersa da una parte e con piacere nella lettura delle Flower Fables,  scritte da Louise May Alcott nel 1854 per Ellen Emerson, che raccontano storie fantastiche  di fate ed elfi in un mondo di fiori parlanti, dall'altra mi perdo tra le illustrazioni di Roberto Innocenti che racconta a modo suo, mettendole sotto sopra, le fiabe classiche che mi porto appresso dall'infanzia. 
 
 
 



 
 
In passato ho sempre collegato la Alcott ai  romanzi scritti in serie a   partire dal mitico "Piccole donne", mantenuto in auge anche con il supporto di cinema e tv, ma ora, dopo aver letto on line Il re del gelo , che apre la serie delle sue  fiabe, mi sono affrettata ad acquistare l'intera raccolta in lingua originale, a cui mancano però illustrazioni adeguate a mio parere. In realtà ho trovato in rete qualcosa di ciò che mi aspettavo di trovare nel libro, ma le immagini  scaricabili sono limitate perché spesso soggette a copyright.
















Per mia fortuna mi prendo cura da anni del mio giardino e se ciò non mi garantisce la capacità di immaginare con evidenza elfi e fatine, mi fa sentire comunque a mio agio con fiori e farfalle.
Dicono che da vecchi si ritorna bambini e la cosa non mi dispiace se mi consente di ritrovare momenti di serenità e leggerezza;  leggere queste fiabe mi rilassa, mi toglie di torno il grigiore di questa stagione, anagrafica la mia, dolente quella della pandemia, subdola e imprevedibile.
 
 




 
 
Quanto a Roberto Innocenti, nato nel 1940, autodidatta e illustratore di grande talento come dimostrano i prestigiosi premi che gli sono stati assegnati, mi ha stupito e conquistato in particolare con la sua versione della favola di Cenerentola, illustrata nel 1983 e ambientata nella Londra degli anni '20.
 
 
 

 
 

Già Carlo Collodi aveva adottato nella sua traduzione  della fiaba di Perrault un linguaggio più dinamico e moderno rispetto alle versioni precedenti, ma il "salto"qui è ancora più evidente perché non si limita al "dove" e al "quando"., ma tocca la personalità di alcuni dei personaggi ,ad es.una matrigna che "alza il gomito" o una fata che mantiene l'incognito, o che muta alcuni eventi, ad es.la carrozza non nasce da una zucca, ma da un cetriolo.

Ecco alcune delle immagini secondo la visione di Roberto Innocenti, giusto per farvi un'idea di come ciò che sembra ormai fossilizzato , può rivivere attraverso altri occhi.







































 Dopo tutto, perché non sperare che si possa vivere tutti felici e contenti?