Raccontare la storia d’Italia attraverso gli alberi. E’ l’obiettivo del Giardino dei Patriarchi dell’Unità d’Italia, inaugurato lo scorso venerdì 27 settembre presso la Villa dei Quintili a Roma. Si tratta di un giardino davvero speciale, dove sono stati piantati i “gemelli” degli alberi monumentali più significativi di tutte le regioni d’Italia. Venti patriarchi quindi, uno per regione, che rappresentano il nostro paese, i suoi diversi paesaggi e ambienti, con essenze secolari se non addirittura millenarie. “Gli alberi non sono altro che dei registratori biologici- spiega il presidente dell’Associazione Patriarchi della Natura Sergio Guidi- e possono effettivamente raccontare la storia del nostro paese, non solo dal punto di vista culturale ma da quello ambientale e del paesaggio. Sono bioindicatori della qualità ambientale e del territorio sul quale vivono”-
Dal millenario olivo di San Remo, per secoli faro naturale dei naviganti che si avvicinavano alla costa ligure, a quello sardo di Luras, il più antico d’Europa, con i suoi 3.800 anni e ben 13 metri di circonferenza, capace di ospitare sotto la sua immensa chioma greggi di centinaia di pecore. E, ancora, il melo di Fondo del Trentino Alto Adige (il più vecchio del Paese), l’enorme ciliegio selvatico di Besana in Brianza o il Corinto bianco, un raro vitigno siciliano portato in Italia dai greci oltre duemila anni fa, dal leggendario potere afrodisiaco.
“Queste piante hanno un grandissimo patrimonio genetico -sottolinea Guidi- ed è per questo che il Giardino dei Patriarchi dell’Unità d’Italia può essere considerato una banca del germoplasma: una banca genetica che contiene i geni delle varietà più antiche (e quindi più resistenti) d’Italia. Questo è molto indicativo se pensiamo ai cambiamenti climatici, perché questi alberi hanno dimostrato di resistere al tempo e quindi sono la migliore garanzia per il futuro” -conclude Guidi.
Le piante? E’ provato: vicine si “parlano” e crescono meglio
Da vecchia convinzione della nonna a verità scientifica: le piante soffrono di solitudine e crescono meglio quando sono incompagnia. L’ha provato un nuovo studio condotto da Monica Gagliano e Michael Renton della University of Western Australia che ha dimostrato che le piante che ‘chiacchierano’ tra loro incrementano e migliorano la germinazione dei semi, anche quando vengono eliminate diverse vie di comunicazione come il contatto e i segnali chimici. Un regola che è stata testata su due piantine da orto: dei semi di peperoncino piantati accanto alla pianta “amica” di basilico.
Gli studiosi hanno analizzato i tassi di crescita dei semi di peperoncino (Capsicum annuum) in presenza o in assenza di altre piante di peperoncino e del basilico (Ocimum basilicum). In assenza di piante vicine, i tassi di germinazione sono risultati molto bassi ma quando il peperoncino è stato messo in condizione di comunicare con le altre specie vegetali ha aumentato le percentuali di germinazione. Un aumento che si è verificato anche quando sono stati inibiti contatti e comunicazioni luminose o chimiche tra le piante attraverso teli di plastica neri. Il segreto di questa comunicazione tra piante, affermano i ricercatori dello studio descritto su BMC Ecology, è tutto nelle vibrazioni a livello cellulare, nello specifico nei segnali acustici generati dalle oscillazioni nanomeccaniche provenienti dall’interno delle cellule che permettono una rapida “conversazione” tra le specie vicine.
Piante più belle con la musica? Sì, ma heavy metal
Luisella Rosa, che da tempo con bravura scrive per Fiori&Foglie, ci racconta oggi una notizia apparsa sui quotidiani inglesi davvero curiosa…
I giornali anglosassoni riportano le dichiarazioni di un esperto di giardinaggio, tale Chris Beardshaw, che sostiene l’importanza della musica nella crescita delle piante. Per dimostrarlo ha eseguito con i suoi allievi una serie di esperimenti utilizzando piante di Alstroemeria. Le piante in questione sono state dunque sottoposte a differenti ‘trattamenti’ musicali.
E i risultati in effetti, ci racconta Luisella sul suo blog, sono stati sorprendenti
Nella prima serra, totalmente silenziosa, le Alstroemerie hanno avuto, come del resto ci si aspettava, una crescita nella norma.
Nella seconda serra le piante ‘trattate’ con musica classica hanno avuto crescita, fioritura e resistenza alle malattie, leggermente inferiori alla norma.
I risultati più soddisfacenti si sono riscontrati invece nella terza serra dove le Alstroemerie erano ‘bombardate’ dalla musica heavy metal dei Black Sabbath.
Queste ultime piante hanno avuto sì una crescita inferiore rispetto a tutte le altre, ma in compenso hanno avuto la miglior fioritura e la miglior resistenza alle malattie.
E le Alstroemerie della quarta serra?
Beardshaw spiega che, sottoposte alla musica pop di Cliff Richard, sono tutte morte, anche se sospetta che siano state vittime di sabotaggio da parte di ignoti
Fiori come quadri: ecco le rose dei pittori
Siamo a maggio e non possiamo che parlar di rose! E proprio di loro voglio raccontarvi, in particolare di un gruppo di rose francesi veramente straordinarie: LE ROSE DEI PITTORI (Roses des Peintres). Il nome le descrive perfettamente poiché i fiori di queste varietà di rosa sono qualcosa di speciale: ognuno è unico e irripetibile. Le rose dei pittori sembrano infatti tavolozze su cui un abile artista ha posato il suo pennello: con varie tonalità ha dipinto i morbidi petali, dando vita ad un vero e proprio quadro. Questa è sicuramente l’impressione che si ha ammirando rose come ‘Camille Pisarro’, ‘Edgar Degas’, ‘Claude Monet’, ‘Alfred Sisley’, ‘Paul Gauguin’, ‘La Rose des Cisterciens’ (particolarissima, con i bordi sfrangiati), ‘Maurice Utrillo’, ‘Paul Cézanne’, ‘Grimaldi’, ‘Henri Matisse’.
Create da un ibridatore francese, Delbard, si trovano anche in Italia (la collezione completa, tranne la ‘Edgar Degas’, si può trovare presso Rose di Nicola Cavina, un vivaio di Firenze che le porta anche alle mostre-mercato di giardinaggio): oltre alla bellezza, queste rose, di solito ad arbusto – alcune con fiori a mazzi, altre a grandi fiori – sono molto fiorifere e produttive e possono essere coltivate anche in vasi capaci. Per dare uno sguardo da vicino, ecco la photogallery delle Rose dei Pittori, tutta da cliccare!
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