mercoledì 19 dicembre 2018

Le leggende sull'ambra

Brevemente qui:https://ilclandimariapia.blogspot.com/2016/08/giaietto-jais-e-ambra.html
ho parlato dell'ambra, ma senza approfondire troppo la sua origine e soprattutto senza raccontare le belle leggende che ne raccontano la nascita.
Poniamoci rimedio:
Da http://www.anordestdiche.com/ambra-sangue-dellanima-o-lacrime-divine/

Una delle varietà di ambra più preziosa è quella baltica la cui lavorazione è parte integrante della cultura di questa regione. Dalla costa baltica l’ambra arrivò fino in Italia attraverso la via dell’ambra. Superato il mar Nero la via dell’ambra incrociava poi quella leggendaria della seta.
Pare che l’ambra fosse l’oro dei popoli baltici e che questi la utilizzassero come merce di scambio per il bronzo. In Lituano il nome dell’ambra e’ GINTARAS e non esiste città in cui non sia possibile acquistarla. E' anche possibile percorrere una via dell’ambra lituana che riprendendo parte dell’antico cammino, dal confine con la Lettonia giunge a Kaliningrad al confine con la Russia.





Gli antichi baltici utilizzavano l’ambra come monile o come amuleto già dal VII secolo a.C.
L’ambra baltica viene dal mare, il perchè lo si può scoprire in diversi modi, seguendo la ragion scientifica o affidandosi alle leggende.
L’ambra è detta sangue degli alberi.. In realtà la secrezione di resina da parte delle conifere deriva da una lacerazione della loro corteccia.
Una volta tutta l’area del mar baltico era coperta di questi alberi. In seguito, a causa delle variazioni climatiche e del sollevamento del livello del mare la distesa di conifere venne sostituita da una palude mentre la resina, trasportata dalle acque e mischiandosi a sabbia ed argilla, diede origine all’ambra che oggi è presente in grandi quantità all’interno di un vero e proprio bacino sommerso tra la Lituania e la Polonia.






E ora le leggende: la prima è lituana, da http://saltafrontiere.it/lorigine-dellambra-la-leggenda-di-jurate-e-kastytis/

Jurate la dea delle sirene e Kastytis il pescatore


Quando regnava ancora Perkunas dio del Tuono, nel fondo del Mar Baltico sorgeva il palazzo d’ambra di cui Jurate, la più bella tra tutte le dee era la regina.Un giorno il giovane Kastytis, eccellente pescatore, decise di buttare le proprie reti alla foce del fiume Sventoji catturando così tutti i pesci che provavano a raggiungere il mare.La notizia giunse al palazzo della regina, che preoccupata dalla situazione inviò le sue fedeli sirene a parlare con il giovane pescatore per convincerlo a ritirare le proprie trappole. Arrivate sul luogo di pesca accusarono Kastytis di impoverire la fauna del mare, ma lo scaltro pescatore si discolpò affermando di stare semplicemente lavando le reti nell’acqua e che i pesci ci si incagliavano senza il suo volere. Le sirene spiazzate dalla risposta tornarono al castello informando Jurate, che furiosa decise di andare a parlare di persona con il disobbediente Kastytisl.

Al primo sguardo i due si innamorarono l’uno dell’altra e decisero di andare a vivere insieme nel palazzo d’ambra della dea ma il loro amore durò ben poco. Perkunas dio del tuono e padre di tutti gli dei aveva promesso Jurate in sposa a Patrimpas dio dell’acqua e quando vide i due innamorati andò su tutte le furie. In preda alla collera scagliò una freccia verso il palazzo che venne frantumato in migliaia di piccoli pezzettini d’ambra. Il giovane morì nell’impatto, mentre la dea fu punita per la sua negligenza. Venne incatenata ad una roccia sul fondo del mare dove ancora oggi piange per il suo amore perduto. Alcune volte il pianto si fa così straziante che le onde del mare, generalmente fredde e calme non riescono a trattenersi e infuriano anche loro. Le onde smuovono i pezzetti d’ambra del vecchio palazzo sedimentati sul fondo marino e li trasportano fino alla riva. Così che i pezzetti più grossi appaiono sulla sabbia. Sono le lacrime della regina: pure e limpide, com’era l’amore tra Jurate e Kastytis.









L'altro racconto fa parte della mitologia greca. Da: http://mitologiagreca.blogspot.com/2007/07/fetonte.html









Apollo aveva amato la ninfa Climene e da lei aveva avuto un figlio, Fetonte. Gli amici di Fetonte iniziarono a prenderlo in giro e sbeffeggiarlo perché il giovane sosteneva di essere il figlio del dio del Sole ed essi non ci credevano. Fetonte, mortificato di questa cosa, un giorno andò dal padre per supplicarlo di fargli portare per un giorno il carro del Sole, così avrebbe potuto dimostrare le sue origini. Apollo cercò in tutti i modi di distoglierlo da questa pazzia ma Fetonte tanto fece che alla fine convinse il padre; salì sul carro e partì. Una volta sul carro però, il giovane ebbe paura quando vide il vuoto sotto i suoi piedi; allora il carro impazzì, saliva troppo in cielo o si avvicinava troppo alla terra, bruciando tutto; Zeus allora ebbe pietà degli uomini e per salvarli mandò una folgore su Fetonte che morì e precipitò nel fiume Eridano, che oggi si chiama Po. Mentre i cavalli ritornavano da soli alla stalla, le Heliadi, sorelle di Fetonte, piangevano la sua morte e Zeus impietosito di quel dolore, le tramutò in pioppi e le loro lacrime divennero gocce d'ambra; questi pioppi ancora oggi sono lungo le rive del Po.











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