sabato 23 luglio 2016

Vedovelle





A Bergamo, sul Sentierone, luogo deputato un tempo al passeggio e agli appuntamenti, c'è una fontanella in ghisa verde, che disseta generosamente i passanti. Mi avevano raccontato la sua storia dicendo che così si chiamava perchè un tempo le fontanelle erano due, che si guardavano una di qui e una di là dal viale che divide in due il Sentierone. Poi una delle due era stata eliminata, lasciando la compagna come una vedovella inconsolabile.




Grande è stata la mia delusione quando ho scoperto che questa storia romantica non è vera!La nostra vedovella non è l'unica al mondo e si chiama così come tutte le altre 200 fontanelle che ci sono in città e come tutte quelle che ci sono a Milano e dovunque in Italia. Il nome è dovuto al fatto che l'acqua continua a scorrere instancabile, come il pianto di una vedova.






La nostra vedovella è amatissima dai bergamaschi di una certa età: un tempo, quando non esisteva il mall e i centri commerciali erano di là da venire, gli amici si davano appuntamento proprio lì, vicino a lei.... e se non avevi un appuntamento, ma volevi incontrare qualcuno "per caso", sempre di lì passavi! 





Il passeggio era un'abitudine generale; le signore si mettevano eleganti, i signori anche; si sedevano al Balzer, il nostro bar più famoso, e controllavano il passaggio. La domenica mattina, dopo la Messa in San Bartolomeo, che è situata a capo del Sentierone, era un classico fare  quattro passi in compagnia. E i gruppi di giovani si ritrovavano al monumento sul lato opposto alla chiesa.
Tutto sotto gli occhi della vedovella, che offriva ristoro agli assetati.... Anche questa è un'abitudine che non esiste più!







https://www.facebook.com/bergamoguest/posts/1664074330497034
BALZER oggi racconta qualcosa di una delle 240 fontanelle censite in Città: la "vedovella" , così chiamata perché il filo d'acqua incessante che sgorga è paragonato al pianto di una vedova:
Un punto di ritrovo del Sentierone; un tempo i vetturini, che parcheggiavano cavalli e vetture qui vicino, vi si dissetavano.
Nacque anche un gruppo di amici : "Il club degli amici della Vedovella", fondato da alcuni studenti che, nell'immediato dopo-guerra, erano soliti ritrovarsi alla fontanella. A uno di loro, diventati "grandi" e professionisti, venne l'idea di costituirsi in Associazione.
Organizzavano manifestazioni culturali, mostre, concorsi di poesia in lingua e anche dialettale, conferenze...
A visitare una mostra di pittura, al quadriportico del Sentierone, proprio a fianco al Balzer, nel 1987 arrivarono addirittura oltre 90 artisti.Un record. Purtroppo oggi il Club è sciolto, per naturale...invecchiamento dei suoi fondatori.





Anche quelle di Milano si chiamano vedovelle:
La vedovella è la tipica fontanella pubblica milanese di color verde scuro, fatta in ghisa e posizionata nei più disparati angoli della città.

Le vedovelle sono alte un metro e mezzo, larghe cinquanta centimetri e dipinte di verde.
I milanesi erano soliti dire: "Andiamo a bere al Bar del Drago Verde" cioè alla fontanella verde con il rubinetto a forma di testa di drago.
La denominazione di vedovella è stata coniata per il loro continuo scrosciare di acqua, simile a un pianto perenne di una vedova inconsolabile.
La più antica vedovella è quella che ancora oggi si può ammirare nel centro di piazza Scala. La particolarità di questa vedovella è di essere stata fatta in bronzo anzichè in ghisa come tutte le altre.

1 commento:

  1. Che meraviglia questo racconto...e che nostalgia!
    Anche nel paese dove sono nata (nella media Valle Seriana) c'erano alcune vedovelle, e una proprio vicina alla scuola. Ogni mattina mi fermavo per un sorso,anche in pieno inverno!

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