giovedì 14 aprile 2016

Elsa Schiapparelli

All'epoca di Coco Chanel, un'altra stilista divideva con lei la scena della moda: era Elsa Schiapparelli.
A quanto pare fra le due non correva buon sangue ed un pettegolezzo riporta che ad una festa Chanel provocò l'incendio di un abito di Elsa, facendolo casualmente incontrare con delle  candele. Qualcuno considera la Schiapparelli l'anti-Chanel, ma i loro stili sono talmente diversi, l'uno lineare e l'altro caotico, che esprimono solamente due modi diversi di intendere la moda, due modi che rimangono simbolo di eleganza e buon gusto, qualsiasi dei due si preferisca.





Elsa Schiaparelli nasce a Roma nel 1890 da una famiglia di intellettuali di origine piemontese e inizia a viaggiare sin da giovanissima. Lungimirante, eccentrica e d’indole irrequieta, colta e affascinante, con velleità da scrittrice – che la famiglia stronca d’immediato dopo il pallido successo letterario di una discussa raccolta di poesie erotico-amorose –, inizia il suo percorso creativo nell’alta sartoria un po’ per caso un po’ per necessità, divenendo una delle figure più importanti della moda anni Trenta e di tutti i tempi.
Da New York, con una figlia e in seguito al fallimento del suo matrimonio, si reca a Parigi nel 1924 e, anche grazie all’incoraggiamento dello stilista francese Paul Poiret, inizia la sua folgorante carriera. Schiap, come viene chiamata affettuosamente dagli amici, dopo aver cercato invano un impiego presso atelier e boutique, decide di mettersi in proprio. La sua stravaganza e il suo anticonformismo e la straordinaria capacità di guardare sempre un po’ più avanti degli altri, le permettono di precorrere i tempi in modo brillante. Ne sono un esempio l’idea di sviluppare le collezioni intorno a un unico tema e la spettacolarizzazione delle sfilate, così come la pioneristica scelta di materiali come il tweed, il tessuto “escorce d’arbre” (goffrato scorza d’albero) o l’uso di fibre artificiali.
Ottiene immediatamente un buon successo con i famosi maglioni-tatuaggio, golf ingentiliti con grandi fiocchi trompe-l’oeil in stile optical bianco e nero, così come con i “pullover raggi X”, che disegnano la struttura dello scheletro umano come in una radiografia, o i maglioni tatuaggio.
Apre la sua prima boutique nella capitale francese nel 1927. L’influenza dell’arte figurativa nelle sue creazioni è evidente, e le frequentazioni con i grandi artisti del cubismo e del surrealismo ne sono la conferma.
Nel 1933, inaugura a Londra un altro atelier e, nel 1935, sposta il suo atelier parigino in place Vendôme, dove inaugura il prêt-à-porter, abiti e oggetti pronti alla vendita e all’uso con taglie standard e lavorazioni in serie.
Lancia giovani promesse del calibro di Hubert de Givenchy, Pierre Cardin e Philippe Venet ma, nel 1954, è costretta a soccombere al mutare delle mode e alla bancarotta.
Nello stesso anno pubblica la sua splendida autobiografia, Shocking Life (nel cui titolo echeggia anche una rivoluzionaria ideazione, la tonalità cromatica rosa shocking, per l’appunto): la vita anticonformista di un’artista della moda.
Elsa Schiaparelli muore a Parigi nel 1973.





























  Coco Chanel con spregio l'apostrofava 'l'artista che fa vestiti'. Ed infatti i suoi abiti sono delle vere e proprie opere d'arte che negli anni hanno ispirato celebri couturier. E infatti ecco le parole di Elsa, riportate nel libro sulla sua vita:
” Rispetto ad oggi, gli artisti rivestivano un ruolo decisamente più importante nella moda, nella sua vita e nel suo sviluppo; le riviste ci incoraggiavano e cercavano il nostro aiuto e i nostri suggerimenti. La moda era presentata come un’opera d’arte, come qualcosa di veramente bello, e le creazioni originali ricevevano grande attenzione. A quel tempo non si riduceva tutto a meri interessi pubblicitari, ovvero di chi avrebbe acquistato un modello e in quanti esemplari sarebbe stato riprodotto. Lavorare con artisti come Christian ‘Bebe’ Bérard, Jean Cocteau, Salvador Dalì, Vertès, Van Dongen; e con fotografi come Hoyningen-Huene, Cecil Beaton e Man Ray dà un senso di euforia. Ci si sente sostenuti e compresi, al di là del semplice e banale fatto che si produce un vestito da vendere. “






Il background aristocratico fu, per lei, un vantaggio negli ambienti dell’alta società parigina, dove venne accettata senza riserve, al contrario di Coco Chanel, spesso additata a causa delle sue origini umili. Ciò le consentì di farsi conoscere e ammirare fin da subito, senza alcun ostacolo, come stilista capace di creare e imporre una visione ben definita e personalissima della moda.
L’estro della Schiaparelli, però, fu il risultato di diversi fattori, non solo legati all’indole. La sua famiglia, di origini piemontesi, era composta da esimi studiosi, uomini dotati di eccezionale cultura e senso estetico, valori che vennero trasmessi alla giovanissima Elsa, che ne fece tesoro e seppe, anni dopo, fonderli tra le stoffe, i ricami e i bozzetti dei suoi vestiti.

Tra le sue clienti figuravano donne di spettacolo eccezionali
 come Katharine Hepburn, Greta Garbo, Wallis Simpson, Juliette Greco, Marlene Dietrich, Lauren Bacall, Gala Dalì, Mae West, Ginger Rogers e Vivien Leigh.





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