martedì 28 gennaio 2014

Anastasia


Uno dei miei film preferiti è Anastasia, del 1956, con Ingrid Bergman e Yul Brinner






Ecco, da Wikipedia,  la storia:
Parigi, 1928: nella speranza di mettere le mani sull'eredità dei Romanov, custodita in una banca inglese, il Generale Sergei Pavlovic Bounine istruisce Anna Korev - una giovane senza memoria, da poco fuggita da un manicomio - sperando di farla passare per l'infelice principessa Anastasija, sopravvissuta all'eccidio della famiglia reale russa.
Anna non solo riesce a recitare perfettamente la sua parte ma, grazie ai ricordi che riaffiorano nella sua mente, finisce col credersi veramente Anastasia. Il dubbio si insinua anche nella mente di Bounine: possibile che la ragazza sia realmente la Gran Duchessa Anastasia?
Grazie anche all'appoggio del Principe Paul von Haraldberg, che mostra - ma se lo faccia per interesse o con sincerità non è chiaro - di riconoscere in Anna, di cui s'è invaghito, la propria cugina Anastasia, dopo diversi tentativi la ragazza ottiene la possibilità di incontrarsi con l'Imperatrice madre Marija la quale, dopo alcuni attimi di esitazione, riconosce nella ragazza la nipote Anastasia.





Nonostante abbia raggiunto il suo scopo, il generale Bounine non è soddisfatto, poiché nel frattempo si è a poco a poco innamorato di Anastasia la quale, reintegrata nel rango di granduchessa, dovrebbe ora sposare il cugino principe. Eppure Anna non è sicura: in fondo non ritiene che Paul sia innamorato, forse la frequenta solo mirando all'eredità. E lei? Di cosa è veramente convinta lei? Cosa vuole veramente? La stessa Imperatrice Madre con profondo affetto la sostiene nel suo cercare se stessa, anche se, ormai stanca e addolorata dei continui smascheramenti, in ultimo la supplica, se non dovesse essere lei, di non dirglielo mai.
Poco prima della presentazione ufficiale all'aristocrazia ed alla stampa, la giovane decide di rinunciare alle ricchezze e agli onori e preferisce fuggire con Bounine, di cui si è innamorata.

Questa, romanzata, è una storia vera. Ecco i fatti come si svolsero:






Berlino,febbraio 1920.

Una donna in evidente stato confusionale viene ricoverata nell’ospedale cittadino.

E’ una ragazza dall’apparente età di vent’anni e presenta chiari sintomi di un tentativo di suicidio.

Non è in grado nemmeno di ricordare la sua identità e viene pertanto accolta e curata in ospedale. Dopo qualche giorno inizia a ricordare e racconta una storia che ha dell’incredibile.

Dice infatti di essere Anastasia Nikolaevna Romanova, quarta figlia dello zar Nicola II e della regina Alessandra, scampata all’eccidio di Ekaterinburg, dove hanno trovato la morte tutti i famigliari dello zar. Alla donna viene dato un certo credito in quanto il regime bolscevico, che ha confermato l’esecuzione dello zar e della mogli , non ha mai citato tra le vittime le sorelle Romanov e lo zarevic Alessio.

La donna ricorda solamente qualcosa del suo passato.

Per i medici che la visitano è l’effetto dello choc subito durante l’esecuzione alla quale lei sembra essere scampata. Racconta di aver finto di essere morta, per poi essere caricata su un carro, da dove, con l’aiuto di una famiglia di contadini è riuscita a scappare nascondendosi nelle campagneper poi arrivare, dopo un lungo peregrinare, a Berlino.

Racconta però fatti che solo la vera principessa Anastasia poteva conoscere anche se rifiuta categoricamente di parlare in russo.

Inizia così una lunga ed estenuante battaglia per il riconoscimento della sua identità, contestata soprattutto dagli ultimi Romanov, poco convinti dell’identità della donna.

La quale, peraltro, sembra affetta da seri problemi psichici .La battaglia legale prosegue per anni senza che porti a nessuna novità di rilievo, soprattutto per la ferma ostilità dei Romanov, convinti che la donna miri solo all’ingente eredità dello zar.

Nel 1969 Ann Anderson, nome che la ragazza ha assunto in attesa del riconoscimento ufficiale della sua identità, si sposa con John Manahan e lo segue negli Stati Uniti sempre continuando, ostinatamente, a rivendicare il diritto a portare il nome dei Romanov.

Nel 1984 Ann muore  senza che la sua causa abbia avuto alcun riconoscimento. Nel frattempo, negli anni successivi, accadono fatti che chiariranno in maniera decisiva la vicenda.

Nel 1989 uno scienziato e storico russo, Gelij Rjabov,annuncia di aver ritrovato ad Ekaterinburg, i corpi di tutti i Romanov sterminati nel 1918, con l’eccezione dei corpi dello zarevic Alessio e di Anastasia.

Il che sembra rilanciare l’idea che Ann Anderson potesse, in effetti, essere la granduchessa Anastasia .Nel 1994 però viene messo a confronto il Dna della Anderson con quello dei Romanov.

Il risultato è inequivocabile: Ann Anderson non aveva alcun carattere in comune con la famiglia reale russa.

La donna venne identificata, pur con molti dubbi, in Franziska Schwanzkowska, una donna di origini polacche, malata di mente e fuggita dalla Polonia. Nonostante l’esito della prova del Dna, sono in molti coloro che ritengono Ann Anderson come la vera Anastasia Romanov e che sostengono che tale prova sia falsa.

Questa convinzione si basa su alcuni dati di fatto incontrovertibili: la donna era a conoscenza di particolari assolutamente segreti sulla corte, aveva un neo nello stesso punto in cui l’aveva Anastasia, aveva lo stesso difetto a un dito della mano ed era stata riconosciuta come la granduchessa da diversi esponenti della corte russa scampati ai massacri della rivoluzione d’ottobre.

La morte di Ann ha però di fatto chiuso la vicenda e,  a meno di sensazionali e improbabili colpi di scena, la morte di Anastasia Romanov è da imputare alla fucilazione di quel giorno ad Ekaterinburg. Il corpo della granduchessa ,cremato, è, con quello di Alessio, l’unico mancante nella chiesa dei santi Pietro e Paolo di San Pietroburgo dove riposano gli ultimi zar di Russia con la loro famiglia, oggi canonizzati dalla chiesa ortodossa russa.
(http://paultemplar.wordpress.com/2008/03/12/ann-anderson-o-anastasia-romanov/)

Storia misteriosa ed avvincente, che non può non suscitare domande e dubbi, tanto che, oltre al film di Litvak, sulla vicenda sono stati girati un altro film



Una serie televisiva a puntate e perfino un
 lungometraggio di cartoni animati


Che io, però, non ho visto. per me Anastasia resterà sempre Ingrid Bergman, che si innamora di uno splendido Yul Brinner.


1 commento:

  1. sì.bellissimo film. come son andate realmente le cose solo DIO lo sa. ma penso ke 1giorno o l'altro lo sapremo.

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