SPOON RIVER

Inizia una nuova rubrica,su suggerimento di Donatella, dedicata a questo splendido libro di poesie. Ecco la sua introduzione

                                 SPOON  RIVER  ANTHOLOGY

Fin da bambina i cimiteri mi hanno sempre inquietata ma anche attratta. Ricordo mia madre che doveva cercarmi perché mi soffermavo a leggere le scritte sulle lapidi più antiche con  quei caratteri arabescati, carichi, dove l’iniziale era ancor più elaborata ed evidenziata.  Spesso non c’erano foto  e non era sempre  facile leggere né capire il significato …ma la mia fantasia si metteva subito in moto ed io mi immedesimavo così tanto fino a sentirmi parte di quelle vite passate .

Forse, per questo, quando ho scoperto il capolavoro di Edgar Lee Masters SPOON RIVER ANTHOLOGY,  sono rimasta affascinata.

Gli abitanti  di questo paesino sul fiume Spoon non ci sono più, dormono tutti nel cimitero ai piedi della collina ma è come se si raccontassero attraverso gli epitaffi sulle lapidi e prendessero vita .

La  poesia, qui, come in altri casi, per esempio anche in pittura  o in musica , in qualunque forma artistica,   ha un potere e un merito incredibile quando  diventa celebrativa  perché  conferisce l’immortalità così niente e nessuno muore del tutto …

E’ la storia di questa cittadina americana con le sue mille vite, ognuna chiusa nel suo dramma e ognuna legata alle altre per inscindibili nessi .

Il significato della vita e della morte è inteso diversamente a seconda delle diverse sensibilità così il frutto della gioia e della sventura , del fallimento e dalla vittoria è svelato di volta in volta dagli abitanti, alcuni avvinti ancora dalle passioni terrene  ancora scossi dal rancore e dall’odio, altri placati nell’eterno riposo .

Questa  Antologia ha ispirato , come molti sanno anche l’indimenticabile De Andrè che ne ha fatto una ballata  che è stata anche incisa da Morgan