Il bello dei personaggi di Edgar Lee Masters, infatti, è che essendo morti non hanno più niente da perdere e quindi possono raccontare la loro vita in assoluta sincerità.
Un aspetto fondamentale dell'Antologia di Spoon River sono i legami tra i vari personaggi. Ognuno di questi cita molti altri e così è possibile vedere la stessa storia da punti di vista diversi.
La storia della pubblicazione in Italia dell'Antologia di Spoon River è abbastanza particolare da meritare di essere raccontata. Durante il ventennio fascista la letteratura americana era ovviamente osteggiata dal regime, in particolare se esprimeva idee libertarie come nel caso di Edgar Lee Masters. La prima edizione italiana porta la data del 9 marzo 1943. Fernanda Pivano racconta «Ero una ragazzina quando vidi per la prima volta l'Antologia di Spoon River: me l'aveva portata Cesare Pavese, una mattina che gli avevo chiesto che differenza c'è tra la lettura americana e quella inglese». I primi libri americani che Pavese portò alla Pivano, lei li guardò «con grande sospetto». Ma con l'Antologia di Spoon River fu un colpo di fulmine: «l'aprii proprio alla metà, e trovai una poesia che finiva così "mentre la baciavo con l'anima sulle labra, l'anima d'improvviso mi fuggì". Chissà perché questi versi mi mozzarono il fiato: è così diffficile spiegare le reazioni degli adolescenti» 1.
Per un'adolescente cresciuta in un'epoca dominata dall'"epicità a tutti i costi" i versi di Masters e la loro "scarna semplicità" furono una rivelazione.
Quasi per conoscere meglio i personaggi, Fernanda iniziò a tradurre in italiano le poesie, naturalmente senza dirlo a Pavese: temeva che la prendesse in giro. Ma un giorno Pavese scoprì in un cassetto il manoscritto e convinse Einaudi a pubblicarlo. Incredibilmente riuscì a evitare la censura del ministero della cultura popolare cambiando il titolo in «Antologia di S.River» e spacciandolo per una raccolta di pensieri di un quanto mai improbabile San River.
La Pivano, tuttavia, pagò questa sua traduzione con il carcere; a tal proposito ha dichiarato:
« Era superproibito quel libro in Italia. Parlava della pace, contro la guerra, contro il capitalismo, contro in generale tutta la carica del convenzionalismo. Era tutto quello che il governo non ci permetteva di pensare [...], e mi hanno messo in prigione e sono molto contenta di averlo fatto.» |
Cesare Pavese
Nel 1971 Fabrizio De André pubblicò l'album "Non al denaro, non all'amore nè al cielo", liberamente tratto dall'Antologia di Spoon River. De André scelse nove delle 244 poesie e le trasformò in altrettante canzoni.
Le nove poesie scelte toccano fondamentalmente due grandi temi: l'invidia (Un matto, Un giudice, Un blasfemo, Un malato di cuore) e la scienza (Un medico, Un chimico, Un ottico).
In questi due gruppi si possono scoprire delle simmetrie: il giudice perseguitato da tutti trasforma la sua invidia in sete di potere e si vendica, il chimico è tanto preso dalla scienza e dalla ricerca di un ordine perfetto da essere incapace di amare. Il malato di cuore rappresenta l'alternativa all'invidia, pur essendo in una situazione tale da poter invidiare tutti gli altri, riesce a vincere l'invidia grazie all'amore invece di lasciarsi trasportare dall'egoismo. I buoni propositi del medico vengono schiacciati dal sistema che lo obbliga a essere disonesto, mentre l'ottico vuole trasformare la realtà e mostrarci un'"altra" realtà più vera.
Il suonatore Jones è l'unico in questa raccolta di poesie a cui De André lascia il nome. Infatti, mentre nelle poesie originali di Edgar Lee Masters ogni personaggio ha un nome e un cognome, i titoli delle canzoni di De André sono generici (un giudice, un medico) per sottolineare che le storie di questi personaggi sono esempi di comportamenti umani che si possono ritrovare in ogni epoca e in ogni luogo. Il suonatore Jones, il personaggio con cui l'album si chiude, invece è unico, rappresenta l'alternativa alla vita vista come lotta per raggiungere i propri scopi. Per tutta la sua lunga vita il suonatore Jones ha fatto quello che più gli è piaciuto e per questo muore senza rimpianti.
Nel 2006 l'Antologia di Spoon River viene raccontata per immagini. Nel 2005, infatti, il fotografo Americano William Willinghton si reca per primo nei veri luoghi dove è stata ambientata la raccolta di poesie e realizza alcune straordinarie fotografie che raccoglie nel libro Spoon River, ciao (Dreams Creek, 2006), accompagnate da testi inediti di Fernanda Pivano.
Da: http://maso.altervista.org/percorsi_incrociati/spoonriver/ e da: http://it.wikipedia.org/wiki/Antologia_di_Spoon_River
Bello, Donatella! Continua a raccontare!
RispondiEliminaErrata corrige: bravissima Dindi!
RispondiEliminaSono esterrefatta !! Ok che io qui non c'entro ma mi sento la musa ispiratrice Ottimo lavoro particolareggiato Bravissima Dindi
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