venerdì 31 gennaio 2020

Per sorridere

Rubate qui e là nel web, tanto per sorridere e, a volte forse, pensare..













Polvere eri e polvere ritornerai. Per questo non faccio mai le polveri in casa, potrebbe essere qualcuno che conosco.






















A volte ci si domanda: MA PERCHE'???

mercoledì 29 gennaio 2020

I giardini reali di Herrenhausen

In tutta onestà devo dire che, in quanto a giardini, mi sento più attratta da quelli a misura d'uomo, piuttosto che dalle spettacolari geometrie volute spesso  nel passato come ostentazione di potere e opulenza; d'altra parte è giusto prendere atto anche di quella bellezza che  non nasce spontanea, ma si manifesta  per mezzo dell'ingegno di chi sa dare armonia alle forme, soprattutto se ci si imbatte in qualche immagine o commento che stimola l'immaginazione o la curiosità.

Già, perché in realtà in questo blog mi ritrovo spesso a parlare di grandi giardini pur avendone visitati di persona davvero pochi, perché lontani o perché scomparsi. Eppure anche solo leggendo ciò che altri hanno visto, o guardando foto che altri hanno scattato, sento accendersi i motori della mia fantasia, mi calo nei panni del turista o dell'osservatore e apro una finestra oltre la quale anche i più pigri possono guardare. 
  



Qualche giorno fa, del tutto casualmente, mi sono imbattuta su facebook in un post in cui si accennava all'amicizia nata alla fine del  XVII secolo tra il  filosofo Gottfried Wilhelm Leibniz e la duchessa Sofia Carlotta di Sassonia.
Del primo trovo traccia nei ricordi di scuola, ma la seconda ?



 

Sofia era la più giovane delle figlie di Federico V di Wittelsbach, re d'inverno di Boemia, e di Elisabetta Stuart. Nel complesso carosello delle case regnanti dell'epoca in Europa, è l'antenata che collega la linea di successione hannoveriana con i moderni discendenti della casata Windsor che regna tuttora in Inghilterra. Giusto per un soffio, lei stessa non è diventata regina di Gran Bretagna e Irlanda...

Conosciuta anche come l'Elettrice Sofia, nel 1658 sposò a Heidelberg  l'elettore palatino, Ernesto Augusto di Brunswick, che nel 1692 diventerà Primo Elettore di Hannover. Sofia divenne amica e ammiratrice di Gottfried Leibniz che alla corte dei Brunswick svolgeva la funzione di bibliotecario. L'amicizia si tradusse in una fitta corrispondenza che , una volta pubblicata per la prima volta nel XIX secolo, mise in evidenza che Sofia era una donna di grandi capacità intellettuali e di grande curiosità.

Oltre che a leggere Cartesio e Spinoza, la nostra Sofia aveva un'altra passione: amava i giardini, in particolare quelli francesi, magari quelli di Versailles...o giù di lì.

E allora, tutto ciò premesso, eccomi catapultata ad Hannover, in Germania, in un enorme giardino realizzato da Martin Charbonnier, discepolo di André La Notre ,voluto, a partire dal  1666, dalla duchessa Sofia Carlotta,  moglie dell'Elettore di Sassonia Ernesto Augusto.


 
 
 
Questo enorme giardino è diviso in quattro settori : 
 

 


Nel Grosser Garten , come in tutti i grandi giardini francesi nati nel XVII secolo,  non può mancare un grande parterre,  ordinatamente suddiviso in riquadri, in cui collocare i "ricami" delle siepi di bosso perfettamente tagliate, e rifiniti ai bordi da aiuole fiorite.

 

 


 Il giardino barocco era, per così dire, l'estensione della reggia, del suo lusso, della sua ospitalità e in quanto tale aveva la funzione non solo di offrire bellezza, ma anche divertimento; doveva "sorprendere" con gli zampilli, le grotte, i labirinti, i giochi d'acqua,  ed è proprio questo che il giardino continua oggi a proporre ai visitatori.





 
 








 Al centro si trova  una grande fontana, con un getto d'acqua che raggiunge un'altezza di 70/80 m., il più alto d'Europa.









In passato il Grosser Garten ospitava anche il Castello di Herrenhausen, costruito da architetti italiani tra il 1680 e il 1710, distrutto dai bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale.

Di stile completamente diverso è il Georgengarden, un parco nel verde in stile inglese, dove i visitatori possono passeggiare lungo viali ombrosi o riposare su prati perfettamente rasati.











In quest'area si trova anche il castello di Wallmoden, museo d'arte e sede di mostre.

Il Berggarten , completato nel 1677, ospita il giardino botanico dell'Università, ricco di piante rare e collezioni di cactus e orchidee, provenienti dai Tropici e dalle Canarie, ed esposte in serre speciali per la gioia degli appassionati.








Se un tempo i giardini di Herrenhausen erano destinati a pochi privilegiati, oggi  sono chiamati ad una seconda giovinezza non solo per la cura e il mantenimento di ciò che aveva voluto e amato la principessa Sofia Carlotta, ma grazie anche ai numerosi eventi, musicali , culturali, pirotecnici, che durante la bella stagione attirano un grande pubblico.







 

lunedì 27 gennaio 2020

Nevicate storiche

L'ondata di freddo del 1929 e la relativa nevicata rappresentano un evento meteorologico di particolare rilevanza ed eccezionalità storica per dimensioni del fenomeno che colpì il continente europeo e l'Italia  nell'inverno di quell'anno.
L'ondata di gelo cominciò a manifestarsi negli ultimi giorni del 1928 quando le temperature cominciarono a farsi sempre più rigide in tutta Europa. Il gelo protrattosi per tutto il mese di gennaio 1929 ebbe il proprio picco nella prima metà di febbraio quando in tutta Europa si registrarono copiose nevicate.
In Italia il freddo e la nevicata si protrasse per ben cinque giorni consecutivi, dall'11 al 14 febbraio, depositando al suolo quantità ingenti di neve. 30 cm a Roma, 20 a Napoli, 70 a Bari e accumuli vicini al metro in alcuni tratti di coste adriatiche. 

L'episodio è citato nel celebre film Amarcord di Federico Fellini dove l'evento è ricordato come l'anno del nevone (l'anno della grande nevicata).




Nel mese di febbraio del 1956 un'ondata eccezionale di freddo investì buona parte dell'Europa e dell'Italia, coprendola di neve e gelo con un'intensità tale da essere definita la "nevicata del secolo": costituì infatti l'evento nevoso più marcato e pesante dai tempi dell'inverno 1929 per tutta la penisola, ed i successivi fenomeni del gennaio 1985 e 1986, non meno rilevanti, non ne eguagliarono comunque l'estensione temporale e geografica.
Tale fenomeno ebbe anche una durata molto significativa, avendo inizio il 27 gennaio 1956 (quando un potente ammasso di aria fredda in quota e al suolo si staccò dalle alte latitudini per scendere verso la Scandinavia) raggiungendo in capo a due giorni la Svezia, la Finlandia, e poi vaste zone d'Europa, compresa l'Italia, che non uscì dalla morsa del gelo fino al 20 febbraio.



 Un' altra nevicata rimasta negli annali, capace di scaricare sulla Capitale circa 40 cm di neve in un solo giorno è quella del mitico 9 febbraio 1965.
Uno spettacolo meraviglioso si presentò davanti agli occhi dei romani. Ma furono tantissimi anche i disagi: il peso del manto bianco provocò una vera e propria strage di alberi. In alcuni quartieri mancarono acqua e corrente elettrica, la città fu praticamente paralizzata, e passarono 7 giorni prima che le cose tornassero alla normalità. 




La nevicata del 1985, nota nell'Italia Settentrionale come nevicata del secolo, fu una precipitazione nevosa che si abbatté su gran parte dell'Italia centro-settentrionale fra il 13 e il 17 gennaio, provocando grandi disagi.
A partire dal 4 gennaio, una massiccia ondata di gelo proveniente dall'artico russo raggiunse il mar Mediterraneo, avanzando con estrema velocità.
L'ondata di gelo, in un primo momento, provocò estese nevicate su Toscana, Umbria, Marche, Lazio (Roma compresa), Campania e anche, in misura minore, in Pianura padana (sebbene non si trattasse di fenomeni eccezionali per il clima dell'Italia Settentrionale).
Successivamente, tra il 13 ed il 17 gennaio 1985, una depressione centrata sul mar di Corsica provocò quella che (assieme alle altre che seguirono nei giorni successivi) è ancor oggi ricordata a Milano come la nevicata del secolo o la nevicata dell'85, costituendo la nevicata più forte registrata a Milano nel XX secolo.
In una sola nevicata, che durò oltre 72 ore, caddero tra i 70 ed i 90 cm di neve.




E poi? dopo quegli anni qui da noi c'è stata qualche nevicata che non è passata alla storia. Ma non così è stato in tutto il mondo!!
Ci sono posti dove la neve ci ha regalato paesaggi fiabeschi: