Dindi insiste perchè pubblichi i miei lavoretti a punto croce; evidentemente non si rende conto che, dopo aver mostrato le eccellenze delle mostre che abbiamo visitato in Italia e in Francia, la cosa equivale praticamente al suicidio. Tuttavia, poichè il coraggio (o la faccia di bronzo) non mi manca, affronterò anche questa dura prova.
Dindi, nel suo post pubblicato qualche tempo fa, raccontava come è nata questa passione per il punto croce che condividiamo ormai da tanto tempo. Devo ricordare, come lei stessa ha ammesso, che nel suo caso si è trattato del cosiddetto colpo di fulmine seguito da amore travolgente. Nel mio caso invece l'amore si è manifestato come un sentimento che cresce giorno per giorno, che a tratti si fa da parte e poi ritorna solido come la roccia.
Per farla breve, io ho iniziato a ricamare molto prima di lei, quando alle ragazze si chiedeva di collaborare alla preparazione del proprio corredo da sposa. Anche all'epoca i risultati furono assai modesti perchè lo studio mi lasciava poco tempo libero, ma del corredo parleremo in un'altra occasione.
Dice bene Dindi quando ricorda che il punto croce ebbe un grande rivival verso la fine degli anni '80, quando esplose appunto la sua passione, ma anche negli anni precedenti non si poteva dire scomparso; al contrario riviste come Rakam offrivano spunti e idee per realizzare cose graziose. Tuttavia quello che secondo me accumunava quei progetti di lavoro era il fine ultimo: l'utilità. Si ricamavano cuscini, tovaglie, asciugamani, lenzuola, grembiuli; il ricamo era solo il complemento di oggetti che avevano già una loro precisa identità o funzione.
Cuscini colorati, un piccolo nodo d'amore sul coprisedia , con qualche incursione nel "cugino" mezzopunto:
e una clamorosa sbandata verso punti di maggior effetto, come il punto pieno, con ricami dal vago sapore magiaro :
Alla fine degli anni '80 invece, con le Idee di Susanna, accanto ai consueti lavori utili, nascevano quelli che potremmo definire lavori inutili perchè avevano la funzione di essere fini solo a sè stessi, e per questo molto più divertenti, alfabeti interi da incorniciare, messaggi augurali o di benvenuto, scenette domestiche, cuori e cifre da racchiudere in una cornice, da godere e da mostrare in ogni momento anzichè restare nasconti nei cassetti tra le pieghe di un lenzuolo di lino.
Ecco la mia famigliola come era nel 1989; sulla base degli spunti offerti dalla rivista si cercava di personalizzare il messaggio.
Ecco la mia famigliola come era nel 1989; sulla base degli spunti offerti dalla rivista si cercava di personalizzare il messaggio.
In questo caso devo confessare di essere ricaduta nella trappola dell'utilità, infatti ho trasformato quello che a me sembrava un inutilissimo copri teiera in una pratica scatola per i rotoli di carta igienica sullo scaffale del bagno (prosaico? però allegro...)
La passione per il punto croce in quel periodo era così presente da spingermi a ricostruire con le crocette le immagini più vivide impresse nella mente dopo un viaggio nella penisola scandinava :
Spero che l'Ente per il Turismo scandinavo non me ne voglia.....devo ammettere che dal vivo era tutto un'altra cosa.
Se oggi non posso fare a meno di indossare gli occhiali forse una ragione, probabilmente più d'una, c'è, se si calcola che certi lavoretti venivano fatti anche con la luce artificiale.
Con il passare del tempo è cresciuto l'interesse per il sampler, il lavoro monocromatico, gli alfabeti, i cuori e di questo abbiamo riempito le pareti della nostra casa, dalla camera da letto
alla cucina
Lo so, ad Angelo si rizzeranno i capelli in testa nel vedere queste foto piene di riflessi inopportuni, ma questo è ciò che passa il convento.....
A volte mi sono sentita attratta da qualche nuova tecnica , come ad esempio questa, chiamata silk ribbon, che permette di creare dei graziosisssimi fiorellini di seta
oppure dal classico kit made in USA
ecco il classico monocolore rosso
e i cuori, grandi sui cuscini del soggiorno
o piccoli in una cornice candida
Il bello del punto croce è che consente di realizzare piccoli lavori in poco tempo
Questo è il mio preferito ma non riesco proprio a scattare una foto che gli renda giustizia
Ecco. Ho fatto. Una cosa comunque tengo a dire : questi lavoretti non sono stati realizzati allo scopo di emulare le vere ricamatrici o per incamerare lodi sia pure dalle persone che mi vogliono bene. Molto semplicemente ricamare è stato un grande passatempo, che mi ha dato gioia, serenità, svago, divertimento e per quanto modesti possano essere stati i risultati , ciascuno di essi mi è caro, perchè infondo si sa, ogni scarrafone.....
era ora!!! lavori benissimo e se non esponi nelle mostre delle ricamatrici è solo perchè non fai parte di un gruppo!! Sei bravissima. Peccato che le foto non rendano....nella prossima vita, fotografa prima di incorniciare!!!
RispondiEliminaAnche se il ricamo non è uno dei miei tanti hobby, apprezzo però le cose belle considerando anche la mole di lavoro che ci vuole per farli.
RispondiEliminaBrava.
Angelo
Ma lo sai che sei bravissima, Mianna! Non sapevo che, oltre alla Dindi, nel nostro gruppo ci fosse un altro grande talento per il ricamo! Splendido.
RispondiEliminaLilia