giovedì 31 ottobre 2019

La Corona



Nel linguaggio corrente la corona è un copricapo di forma circolare, aperto sulla sommità, a volte chiuso, che con la sua  altezza eleva colui o colei che lo indossa rispetto alle altre persone , evidenziandone l'importanza.
Per questo motivo è stato generalmente attribuito nel tempo agli dei, ai sovrani, a chi si è distinto per meriti speciali.
Un po' di storia :
 
 

Le prime corone in Oriente erano fatte con fronde di rami ripiegate, ma con il trascorrere del tempo, secondo quanto ritrovato nelle necropoli etrusche e greche, i rami furono sostituiti da rame e argento.
Nella Grecia antica a ogni divinità veniva attribuita una particolare pianta, ad esempio ad Atena era dedicato l'ulivo e a Giove la quercia.
In epoca romana , pur conservando parte della tradizione greca, la corona divenne simbolo di vittoria o di riconoscenza sociale ; poteva essere fatta da un intreccio di foglie d'ulivo, di quercia o di alloro, oppure una raffigurazione aurea di una città fortificata o la prua di una nave. Veniva indossata dai soldati che si erano distinti in battaglia, da comandanti vittoriosi, o dall'Imperator durante il trionfo. La corona regale non era gradita dai romani fin dal tempo della cacciata dei re; ad essa preferivano un sobrio diadema. 
A partire da Nerone, gli imperatori indossarono la corona radiata , di origine orientale.

 Nel Medioevo, intorno al VII secolo , le corone dei re goti si arricchirono di pendenti preziosi, gemme, vetri , smalti e catenelle d'oro.


Di questo periodo è la famosa corona della regina Teodolinda, che aveva al proprio interno una lamina di ferro ricavata , secondo la leggenda, da un chiodo della croce di Cristo. Donata al Duomo di Monza questa corona, conosciuta come Corona ferrea, fu posta sul capo dei re d'Italia , da Ottone I a Napoleone I.

In epoca rinascimentale venne introdotta la corona araldica dalla quale si poteva distinguere il grado di nobiltà o il valore acquisito.

Tra passato e presente :






Oggi la corona continua ad essere indossata, nelle cerimonie di particolare rilievo, dai regnanti dei Paesi in cui vige la monarchia. Si tratta di gioielli di grandissimo valore, tramandati da una generazione all'altra.

Tra la gente comune e in determinate occasioni, la corona può ancora essere considerata un oggetto di prestigio, di conquista, ad esempio al termine di una competizione o al raggiungimento di un traguardo. Leggera ed elegante nella forma, è un oggetto ornamentale che ben figura sul capo di una giovane donna, in particolare se dotata di un collo lungo e a spalle scoperte.
















 
 
 














In occasione della laurea e in omaggio a un passato ormai remoto, il neolaureato indossa una corona d'alloro.
Nell'antica Roma l'alloro era una pianta consacrata ad Apollo, dio del sole, della musica, della pittura, della scultura e della poesia. Era per tutti il simbolo della saggezza, dell'intelligenza e dell'onore e a lui era consacrata ogni vittoria e per questo veniva rappresentato con in capo un ramo d'alloro intrecciato come fosse una corona.

Da allora è nata la consuetudine di celebrare i grandi poeti, ponendo sul loro capo una corona d'alloro,



e chi oggi consegue una laurea è considerato degno di meritare questo riconoscimento.

Al di là della ricchezza, dell'onore e del merito ricordo una consuetudine di quando ero bambina e i prati in primavera si riempivano di margherite. Se ne coglievano a mazzi e pazientemente se ne infilava l'una dentro lo stelo dell'altra per formare una piccola corona: chi la indossava era regina per un giorno.















 
 
 
 
 
 
 
 




 


martedì 29 ottobre 2019

La sveglia


Indiscutibilmente utile ed indiscutibilmente antipatica, la sveglia ha una storia piuttosto lunga e, per un certo periodo, anche divertente.
Sentite qua ( da supereva):






Se per voi svegliarsi in tempo con la sveglia è una sfida, come facevano le persone prima della sua invenzione? La risposta è racchiusa in alcune fotografie d’epoca, dove si vedono i cosiddetti knocker-up, una figura professionale esistita soprattutto in Inghilterra nell’epoca appena successiva alla Rivoluzione Industriale. Si trattava di persone che circolavano per i quartieri con un lunghissimo bastone. Infatti, in questo periodo la vita era regolata da orari rigidissimi, soprattutto nelle fabbriche.

 Solo negli anni Venti venne inventata la moderna sveglia, anche se ci sono testimonianze che un’idea simile esistesse già ai tempi degli Antichi Greci.
Nonostante l’avvento di questo gadget, molti rispettabili knocker-up riuscirono a continuare a lavorare anche dopo, come ad esempio Doris Weignard, che resistette fino a metà Novecento. Venne infatti assunta da una compagnia ferroviaria per svegliare i propri lavoratori all’alba per sostenere il crescente flusso di pendolari. Inoltre, avvertiva chiunque fosse richiesto per un turno con poco anticipo. I knocker-up, termine che non può essere tradotto, giravano per le strade battendo sulle finestre per far sapere che era ora di rimettersi in piedi.




Restavano in attesa di un qualsiasi segnale che gli facesse capire che effettivamente i loro clienti si fossero svegliati ed alzati. Per questo lavoro guadagnavano qualche pence alla settimana, perciò non lo si poteva considerare un posto redditizio, nonostante la loro figura sia stata fondamentale per la buona riuscita dell’economia del Paese. Altre persone invece del palo utilizzavano una cerbottana oppure semplicemente bussavano insistentemente alla porta.







Ma i knocker-up come facevano a svegliarsi e a sapere a che ore svegliare gli altri? Innanzitutto, erano pagati per restare svegli tutta notte in attesa dell’orario prestabilito, il quale veniva indicato delle lavagnette appese alla porta. Nei villaggi più piccoli si scuotevano queste per avvisare i clienti. Interessante è notare come nella lingua inglese per indicare che una donna è rimasta incinta fuori dal matrimonio si utilizzi l’espressione “to be knocked up”. Infatti si allude alla possibilità che questi lavoratori avessero l’opportunità di sgattaiolare nelle case non appena gli uomini fossero usciti per il lavoro ed approfittare delle loro mogli. Sempre nei villaggi, le case venivano costruite con le camere rivolte ad est così da ricevere per prime i raggi dell’ alba, svegliandone naturalmente gli abitanti.





La storia della sveglia è più o meno questa:

Il primo sistema per svegliarsi ad un'ora determinata fu inventato dai greci intorno all'anno 250 a.C.: esso consisteva in un uccello meccanico che suonava quando la marea saliva di livello. La prima sveglia meccanica pare si debba al turco Taqi al-Din, che la descrisse in un suo libro del 1559 (Al-Kawākib al-durriyya fī wadh' al-bankāmat al-dawriyya). La sua sveglia era in grado di suonare a una determinata ora: era sufficiente posizionare un piolo sul quadrante circolare in corrispondenza dell’ora in cui si voleva che la sveglia suonasse; essa emetteva uno squillo automatico che iniziava nell'intervallo di tempo specificato. 
La sveglia come si conosce oggi è invece un'invenzione fatta nel 1787 dall'orologiaio americano Levi Hutchins: il dispositivo gli serviva per motivi personali perché, per ragioni di lavoro, era costretto ad alzarsi con precisione alle 4 del mattino, un'ora in cui non vi era luce. Il francese Antoine Redier fu il primo a brevettare una sveglia meccanica regolabile, nel 1847.

Anche se le sveglie che usiamo oggi sono per lo più digitali, o addirittura incorporate nel cellulare, ci sono molti collezionisti che amano le sveglie di un tempo e le raccolgono con amore: