mercoledì 22 aprile 2020

Alla scoperta dell'isola di Montecristo

Capita a volte di fantasticare su cose e storie lontane, luoghi che non visiteremo mai, persone che non incontreremo mai, e forse proprio per questo circondati da un fascino particolare, perdendo così di vista piccoli e grandi tesori che abbiamo a portata di mano.
 
Prendiamo ad esempio l'isola di Montecristo: sì, certo, so dove si trova, più o meno, ma l'ho sempre associata alle vicende del Conte di Montecristo, il personaggio nato dalla fantasia di Dumas, e al leggendario tesoro della famiglia Spada , con cui Edmond Dantes realizza la sua formidabile vendetta.




Solo ora mi rendo conto che l'isola di Montecristo  ha una sua precisa identità che deriva dalla sua storia, una storia che non è frutto di fantasia, oltre che da una flora e una fauna che la rendono unica.

Situata nel Mar Tirreno , parte dell'Arcipelago Toscano, dal 1971 è una Riserva Naturale gestita dal Reparto Carabinieri Biodiversità di Follonica.

Originatasi dal sollevamento di un plutone sottomarino a seguito del consolidamento di un magma all'interno della crosta terrestre, l'isola è interamente montuosa con diverse sporgenze a picco sul mare.
 
 
 

 
Anticamente identificata con un toponimo di origine greca, nel Medioevo prese il nome di Monte Christi, probabilmente per il contesto ecclesiale che la caratterizzò a partire dal VI secolo d.C., con il Monastero di S.Mamiliano.
 

 
A partire dal 2019, sono ammessi sull'isola solo 2000 visitatori all'anno; i tempi di attesa per l'autorizzazione sono molto lunghi e la selezione favorisce le spedizioni scientifiche, tanto più perché i tre sentieri percorribili sono molto impegnativi.
Lo scarso popolamento ha consentito all'isola di mantenere la flora e la fauna locale.
I fondovalle sono ricoperti da giganteschi esemplari di Erica arborea, mentre alle quote più alte si possono trovare alcuni lecci millenari.
 
 
 
 
 
 








Purtroppo il pericolo maggiore per la vegetazione dell'isola proviene dal pascolo delle capre della specie Capra Aegragus, diffusa un tempo in  Medio Oriente e in Asia Minore e immessa a Montecristo probabilmente da pirati o corsari in transito sulle coste.
Le capre, che vivono allo stato selvatico in piccoli gruppi, sono ghiotte di semi, per cui sono gli alberi ad essere recintati, per consentire il rinnovo delle diverse specie.





 Sull'isola vive inoltre la vipera meridionale , introdotta sull'isola - e la notizia mi è sembrata abbastanza curiosa - probabilmente da qualche imbarcazione di passaggio , visto che era usanza cartaginese lanciare vipere sulle navi del nemico durante le battaglie.
Più probabile è la teoria che siano stati i monaci ad introdurla, a scopo farmaceutico.

Montecristo è anche luogo di sosta per migliaia di uccelli migratori e ospita diverse colonie di uccelli marini.





La storia di Montecristo parte, come già detto, con la fondazione del Monastero di San Mamiliano edificato nel V secolo da monaci eremiti, sui resti di un ipotetico tempio romano dedicato a Giove. Nel monastero sarebbe stato custodito un leggendario tesoro, derivante da donazioni ecclesiastiche. Verso la fine del IX secolo, fu introdotta nel convento la regola benedettina.
Nei secoli successivi il monastero subì ripetuti attacchi saraceni, e verso la metà del XVI secolo fu definitivamente abbandonato dai monaci, lasciando l'isola in balia di pirati e corsari.

Solo nel corso dell' Ottocento l'isola di Montecristo divenne oggetto di interesse per alcuni personaggi piuttosto singolari, geologi, eremiti , religiosi, che posero in atto tentativi di colonizzazione agricola senza successo.  

Nel 1852 uno scozzese, tale George Watson Taylor of Strichen, Barone di Strichen, acquistò l'isola per 50.000 lire e trasformò Cala Maestra in un'area verde con giardini terrazzati e specie arboree rare , in cui fece costruire un caseggiato chiamato poi Villa Reale ; per questo fu soprannominato Conte di Montecristo.





Ma non c'era pace per l'isola, prima saccheggiata da alcuni esuli italiani residenti a Londra, che, politicamente ostili al Barone,  a bordo di un piroscafo si dirigevano a sud per arruolarsi con i garibaldini, poi sede di una colonia penale agricola e infine concessa in affitto al marchese fiorentino Carlo Ginori Lisci, che la trasformò in una riserva di caccia personale, per intrattenere i suoi numerosi e illustri ospiti.




Nel 1899 il marchese concesse ogni diritto sull'isola a Vittorio Emanuele III in cambio di un affitto pari a  2000 lire e così la tenuta divenne una riserva di caccia reale ad uso esclusivo della famiglia Savoia.

Dopo la guerra,  gran parte dell'isola fu data in concessione a diversi operatori che tentarono di farne un riferimento turistico per il jet set, fino a quando nel 1971, a seguito di un'intensa campagna giornalistica, Montecristo fu dichiarata Riserva Naturale dello Stato.

Adesso che conosciamo i luoghi, andiamo a scoprire più da vicino  il nesso tra questa piccola parte di mondo e il padre letterario del Conte di Montecristo, Alessandro Dumas.




 

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