venerdì 12 aprile 2019

Scottish terrier

Si, parliamo proprio di lui, il cagnolino nero della réclame del black & white, così di moda verso la metà del secolo scorso....Sì, perchè purtroppo anche per i cani c'è una moda  e possederne uno di una razza, piuttosto che di un'altra può farti essere in o out. Ma questo è un altro discorso, quello sulla stupidità umana...







“Terrier” significa “cane da caccia in tana”: ma ormai sono veramente poche le razze che possono ancora mettere in mostra le proprie doti naturali di cacciatori, visto che la stragrande maggioranza dei terrier è diventata da compagnia e soprattutto da show.
Però… qualcuno vada a spiegarlo ai cani, che invece amerebbero moltissimo continuare a fare il mestiere per cui sono nati. Il risultato è che si sfogano come possono: scavando buche di inaudita profondità nei boschi, nei prati e ovviamente anche in giardino, se non gli spieghiamo che la cosa è poco gradita (e a volte anche se glielo spieghiamo), correndo a velocità insospettabili in un cane a gambe corte, “uccidendo” ciabatte e palline e – se è il caso – dimostrando tutto il loro carattere intrepido in discussioni con cani grossi dieci volte loro.




Per fortuna, a differenza di molti altri terrier (anche di quelli “di moda”, super-diffusi), lo Scottish non è un attaccabrighe. Se viene sfidato non si tira mai indietro, questo è vero: ma non è quasi mai lui a cercar rogna.
L’unica, vera esigenza di questo cane è quella di vivere in più possibile all’aperto.
Lui è “contadino inside”: un vero cane rustico e campagnolo a cui degli show nun po’ frega’ de meno. Ci si adatta, certo (i cani si adattano a tutto), ma sarebbe un vero insulto, per lui, costringerlo a vivere tra divani e tavolo da toelettatura, senza permettergli mai di esprimere la sua vera natura.


A proposito di tavolo da toelettatura, però, ricordiamo che strippare questo cane è assolutamente indispensabile (come lo è per tutti i peli duri).
Se gli Scottish andassero ancora a caccia e frequentassero ancora boschi e sottoboschi, il pelo morto rimarrebbe impigliato in cespugli, rovi e affini e quindi la toelettatura sarebbe “automatica”: ma per i cani che vivono in casa devono provvedere gli umani. In caso contrario sarà il cane a sembrare un cespuglio.




Teniamo a ricordare che lo stripping non fa male al cane: quello che si elimina è pelo morto, quindi già staccato dalla radice. Lo stripping è sicuramente noioso, ma non doloroso: e libera il cane dal vero e proprio fastidio che il pelo morto rappresenta. Quindi le Sciuremarie a cui ho sentito dire (piuttosto spesso, ahimé) che non si prenderanno mai un pelo duro perché detestano l’idea di “torturare” il cane, si rilassino un po’: lo stripping non è molto più fastidioso (e neppure più costoso) di una nostra seduta dal parrucchiere.
L’unica differenza sta nel fatto che l’aspetto del cane, dopo la seduta, migliora in modo decisamente clamoroso: il nostro… be’, non sempre.




Ma torniamo al carattere, ricordando che la selezione moderna, mirata a creare cani da compagnia e da show, ha smorzato parecchie delle caratteristiche “tipicamente terrier” meno gradite al pubblico.
Lo Scottish attuale è un cane capace di passare diverse ore al giorno in appartamento (ribadisco: non tutte le ore del giorno, per favore!) senza nervosismi e soprattutto senza abbai: è un cane piuttosto silenzioso (almeno per essere un terrier) e – come abbiamo già detto sopra – capace di convivere pacificamente con i suoi simili, fermo restando che con due maschi bisogna sempre fare un po’ di attenzione.
“Ammorbiditi” lo sono stati di sicuro, ma rincoglioniti proprio no: sono pur sempre terrier, vivaddio! Quindi cani dal temperamento fortissimo, di tempra dura, coraggiosi fino alla temerarietà e così via.



Una caratteristica tipica dello Scottie, però, è quella di saper alternare momenti di calma riservatezza ad altri di sfrenata vivacità. Non è che azzecchino proprio sempre il momento giusto per assumere l’una o l’altra personalità… ma diciamo che in genere riescono ad accordarsi decisamente bene con l’umore dei loro umani.
Poi, vabbe’, ogni tanto sbagliano un po’ i tempi e tirano fuori il lato tranquillo quando gli umani vorrebbero giocare, oppure si lanciano sul lato vivace-allegro-giocherellone quando l’umano ha le palle decisamente girate: però, quando se ne accorgono, ci restano malissimo.
E quando ci restano male fanno la faccia mortificata, ovvero facce talmente buffe che è francamente impossibile non scoppiare a ridere.Il top delle facce buffe, però, a mio avviso è la testina piegata di lato, che lo Scottie esibisce ogni volta che qualcosa non gli è proprio chiarissimo. I cuccioli sono campioni mondiali di questa particolare espressione, ma anche gli adulti la propongono molto spesso (secondo me, perché hanno capito che gli umani la trovano irresistibile e quindi consente loro di ottenere quello che vogliono).




Nonostante la simpatia, comunque, gli Scottish restano cani tosti. E anche quando si tratta di educazione e addestramento, non ci si può decisamente aspettare il robottino pronto a scattare agli ordini: anzi, con quella faccia è più lecito aspettarsi che gli ordini li dia lui… e lui, potete contarci, ci proverà sempre.
Sta agli umani non lasciarsi comandare a bacchetta (neppure dalle faccine buffe), ma senza sognarsi di diventare despoti e di fare i “capibranco alla Milan”, perché un terrier preferirebbe morire piuttosto che cedere alle maniere forti.
Per ottenere che un Scottish vi dia retta dovrete dimostrargli di essere più intelligente, più furbo, più esperto di lui: o meglio, dovrete essere bravi a farglielo credere, perché non è detto che questa sia la verità.



Anche se a volte possono sembrare un po’ tontoloni, questi sono cani dall’intelligenza spiccatissima e decisamente arguti. Innamorarsi di loro (specie se si ha la fortuna di incontrare una cucciolata) è questione di secondi: per riuscire a farsi obbedire e rispettare, a volte ci vuole una vita.



 Però ne vale la pena… anche quando si riesce semplicemente a convincere uno Scottish che le nostre ciabatte, o i peluches di nostro figlio, NON sono prede e quindi NON andrebbero “uccise”.

Gli scottish sono molto amati anche dagli illustratori:

































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