martedì 17 ottobre 2017

La maestrina dalla penna rossa

Tutti ne abbiamo avuta una, magari senza penna rossa, ma comunque , nel bene o nel male, la maestra occupa un posto importante nella storia di ciascuno di noi, perché l'abbiamo avuta accanto nella stagione più emozionante della nostra esperienza scolastica.
 Tutte le persone  della mia generazione sanno che la maestrina dalla penna rossa è un personaggio di fantasia creato da Edmondo De Amicis nel suo libro per ragazzi Cuore, pubblicato per la prima volta nel 1886. Da molte fonti si ritiene che l'autore si sia ispirato per questo personaggio a una persona realmente esistita, una maestra elementare, Eugenia Barruero, vissuta a Torino in Largo Montebello,38, dove oggi una targa la ricorda.







Che sia vero o no, è difficile stabilirlo, ma comunque siano andate le cose, voglio ricordarle entrambe , la donna e il personaggio, con questo vecchio articolo, apparso su Repubblica.it nel 2011, firmato da Massimo Novelli.





"La maestra immortale con la penna rossa"
Quando morì, nell'aprile del 1957,Walter Molino la volle ricordare con una delle sue celeberrime tavole che illustravano la copertina
della "Domenica del Corriere". La ritrasse eternamente giovane e sorridente, in mezzo a una frotta di bambini, senza dimenticare di disegnare una penna rossa sul suo cappellino. Se ne andava così Eugenia Barruero, in tarda età, ma non ancora obliata dai torinesi e dagli italiani che erano stati scolari e che avevano letto e amato il libro "Cuore". Fino a pochi anni prima aveva abitato in una casa del quieto Largo Montebello, una piazza un po' parigina, però con modestia e con umiltà, di Torino, che raccoglie le arie della Dora e di Vanchiglia.
Edmondo De Amicis l'aveva presa a modello per la sua "maestra dalla penna rossa", che, in "Cuore", compare sotto la data del 17 dicembre, un sabato.Nel diario immaginario, ma non troppo, di Enrico, alunno di una terza classe "d'una scuola municipale d'Italia",Eugenia veniva raccontata come " la maestrina della prima inferiore numero tre, quella giovane, col viso color di rosa, che ha due belle pozzette nelle guance, e porta una gran penna rossa sul cappellino, e una crocetta di vetro giallo appesa al collo."

La maestrina dalla penna rossa era la personificazione della giovinezza e soprattutto della missione che lo scrittore d'Oneglia affidava alla scuola, affinché questa, sulla scorta del monito di massimo D'Azeglio, facesse davvero gli italiani ,dopo che era stata fatta l'Italia, senza distinzioni di censo e di dialetti.
 "Sempre allegra," scrisse De Amicis " tien la classe allegra, sorride sempre, grida sempre con la sua voce argentina che par che canti, picchiando la bacchetta sul tavolino e battendo le mani per imporre silenzio; poi, quando escono, corre come una bimba dietro all'uno e all'altro per rimetterli in fila; e a questo tira su il bavero, a quell'altro abbottona il cappotto perché non infreddino; li segue fin sulla strada perché non s'accapiglino, supplica i parenti che non li castighino a casa e porta delle pastiglie a quei che han la tosse".

Romanziere e cronista dal vero, anche grazie ai suoi figli, De Amicis conosceva molto bene il mondo della scuola, in particolare quello orbitante nelle elementari di via della Cittadella. E forse , s'era perfino innamorato da lontano di quella signorina Eugenia "che ritorna a casa ogni giorno arruffata e sgolata, tutta ansante e tutta contenta, con le sue belle pozzette e con la penna rossa."

Doverosamente, sia pure con qualche decennio di ritardo, i vecchi torinesi, nel caso "i Ragazzi del '99", vollero renderle omaggio nell'85, facendo incidere quattro sobrie, ma sincere righe in una targa.


2 commenti:

  1. Che carino questo post!
    Sarà che per deformazione professionale faccio il tifo per la maestrina citata....
    Pensa che qualche anno fa presi servizio in una scuola di montagna dove c'erano solo 6/7 bambini e una sola maestra (io!), ricordo che il funzionario del ministero al momento di firmare il mandato mi disse:"Signorina, lei sarà come la maestrina dalla penna rossa!"...non lo dimenticherò mai! E quella fu una bellissima esperienza durata due anni, facevo lezione in mezzo al bosco!!
    A presto...
    Loredana

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  2. Quanta tenerezza in questo scritto.
    Io sono stata maestra attiva fino al 2009; ma si rimane maestra per sempre.

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