mercoledì 22 giugno 2016

La vite


La storia della vite (e del vino) accompagna quella dell'uomo fin dalla notte dei tempi, poichè la vite è considerata una delle piante più antiche della terra. Anzi, per essere precisi, sia la vite selvatica che quella vinifera si erano  diffuse nell'area del Mediterraneo già prima della comparsa dell'uomo.




Dalla sua culla che sembra essere stata l'Asia Minore, la vite si è diffusa dunque in origine non per effetto della migrazione dei popoli asiatici, ma grazie agli uccelli che ne trasportarono le bacche.
La coltivazione della vite per la consumazione dei frutti e per la vinificazione è iniziata con la comparsa delle civiltà primitive, come testimoniano i miti delle religioni antiche.
 



Le Sacre Scritture ci dicono che fu il patriarca Noè il primo a coltivare la vite e a fare uso del vino, da cui la credenza che di generazione in generazione Noè ci abbia trasmesso la sua arte, ma altre leggende ne attribuiscono  la paternità a Bacco.

Quel che è certo è che il vino era conosciuto in Egitto, a Creta, ad Atene come a Roma. Più il tempo passava e più la coltivazione della vite si raffinava, si testavano nuovi vitigni, si studiava quali materiali fossero più adatti a conservare il vino. 





Con la conquista della Gallia i Romani portarono la coltivazione della vite in Francia e iniziarono a conservare il vino non più in anfore d'argilla ma in botti di legno. 
Solo all'inizio del XVIII secolo si passò all'utilizzo del vetro, dando origine a quella che può essere definita "l'età della bottiglia".




Va ricordato inoltre che vasta e antichissima è la poesia ispirata al vino e alla vite, fiorita in tutti i tempi e presso tutte le civiltà.
Anche nella cultura popolare l'interesse per la vite e il vino è documentato dall'esistenza di numerosissimi proverbi, a volte scherzosi, caricaturali, sarcastici o moraleggianti, spesso in dialetto.





Il vino è anche messaggero della storia, della cultura e della tradizione del territorio di produzione.
Proprio qualche giorno fa mi è capitato di trovarmi in  una tenuta vinicola in Franciacorta e ancora una volta sono rimasta incantata dal paesaggio e nello stesso tempo incuriosita dalla storia del territorio.



















Il nome di Franciacorta affonda le sue radici nel Medioevo, quando queste terre furono affidate a piccole comunità di monaci benedettini, esentate (francae) da tasse (curtes) perchè fossero bonificate e coltivate. Qui nasce il primo vino cosiddetto mordace, già nel XIII secolo, quattrocento anni prima che in Champagne.

Questa zona morenica, delimitata dal Monte Orfano, dal Monte Alto e dalle colline del Lago d'Iseo, ha iniziato a sviluppare una pregiata produzione vinicola dalla metà dell'800. Oggi le "bollicine" di Franciacorta  sono apprezzate in tutto il mondo.





Pur non essendo un'intenditrice  nè una consumatrice abituale, trovo che un buon bicchiere di vino a tavola  contribuisca a rendere più gradevole sia il cibo che viene servito, sia la compagnia di chi ci sta accanto. Ma ancor più del vino, mi sento affascinata dall'armonia che caratterizza la vigna, specialmente in collina : le linee sinuose del terreno, la perfetta geometria dei filari, insieme al verde, al giallo, al rosso dalle mille sfumature che caratterizzano l'alternarsi delle stagioni, mi fanno sentire in pace con il mondo.
  












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