Non buttiamoci giù, presentato al festival di Berlino, è un film tratto dal romanzo di Nick Hornby ( noto per High Fidelity e About a Boy), che racconta la storia di quattro sconosciuti che, durante la notte di Capodanno, si incontrano in cima al grattacielo più alto di Londra con lo stesso proposito, ovvero quello di saltare giù. Questa coincidenza è talmente grottesca da farli desistere temporaneamente e stringere un patto : nessuno dei quattro si suiciderà per almeno sei settimane, ma la notte di S. Valentino si ritroveranno sullo stesso grattacielo a fare il punto della situazione delle loro vite.
Già nel gioco di parole del titolo - come accade nel resto anche nel titolo originale del libro da cui è tratto A long way dawn - si intuisce quello che sarà il taglio del film : coniugare comicità e tragedia in un unico contesto, impresa certamente non facile dal momento che qui i temi a confronto sono estremi, la vita e la morte.
Non esiste di fatto una misura di riferimento certa per questo esercizio di equilibrio precario che deve confrontarsi soprattutto con la sensibilità di ciascun spettatore. Si può sorridere della battuta arguta, commentavamo Dindi ed io al termine della proiezione, e avvertire al tempo stesso la malinconia di un brutto ricordo ancora vivo.
Ho letto alcune recensioni poco lusinghiere della pellicola, in gran parte dovute alla mancata partecipazione di Hornby alla sceneggiatura e all'incapacità del regista francese, Pascal Chaumeil, di dare un senso alla suddivisione della vicenda narrata in capitoli, assegnando a ciascuno il nome di uno dei quattro personaggi , senza poi offrire prospettive diverse o approfondimenti delle loro personalità.
Come sempre quando giudico un lavoro di cui non ho competenza, mi ritrovo ad essere abbastanza indulgente. Nel caso specifico il film mi è sembrato nel complesso meno divertente di quanto avesse lasciato intendere il trailer , ma al tempo stesso misurato e toccante nel raccontare la storia di Mureen; un po' debole nel rappresentare le ragioni che spingono i personaggi a salire su quel tetto, ma abbastanza ottimista da credere in una possibile forma di solidarietà/ empatia tra esseri umani in difficoltà.
Quasi dimenticavo di citare gli interpreti, tutti all'altezza dei loro ruoli a mio giudizio:
Già nel gioco di parole del titolo - come accade nel resto anche nel titolo originale del libro da cui è tratto A long way dawn - si intuisce quello che sarà il taglio del film : coniugare comicità e tragedia in un unico contesto, impresa certamente non facile dal momento che qui i temi a confronto sono estremi, la vita e la morte.
Non esiste di fatto una misura di riferimento certa per questo esercizio di equilibrio precario che deve confrontarsi soprattutto con la sensibilità di ciascun spettatore. Si può sorridere della battuta arguta, commentavamo Dindi ed io al termine della proiezione, e avvertire al tempo stesso la malinconia di un brutto ricordo ancora vivo.
Gli interpreti con Hornby |
Ho letto alcune recensioni poco lusinghiere della pellicola, in gran parte dovute alla mancata partecipazione di Hornby alla sceneggiatura e all'incapacità del regista francese, Pascal Chaumeil, di dare un senso alla suddivisione della vicenda narrata in capitoli, assegnando a ciascuno il nome di uno dei quattro personaggi , senza poi offrire prospettive diverse o approfondimenti delle loro personalità.
Come sempre quando giudico un lavoro di cui non ho competenza, mi ritrovo ad essere abbastanza indulgente. Nel caso specifico il film mi è sembrato nel complesso meno divertente di quanto avesse lasciato intendere il trailer , ma al tempo stesso misurato e toccante nel raccontare la storia di Mureen; un po' debole nel rappresentare le ragioni che spingono i personaggi a salire su quel tetto, ma abbastanza ottimista da credere in una possibile forma di solidarietà/ empatia tra esseri umani in difficoltà.
Quasi dimenticavo di citare gli interpreti, tutti all'altezza dei loro ruoli a mio giudizio:
Pierce Brosnan |
Toni Collette |
Aaron Paul |
Imogene Poots |
Penso esattamente come Mianna: mi aspettavo di ridere di più. Troppo poco divertente per divertire davvero e troppo superficiale per dire qualcosa .
Abbiamo passato un'oretta piacevole, ma la dimenticheremo in brevissimo tempo. Fossimo state a casa con un bel libro ci saremmo perse soltanto il piacere di vederci e chiacchierare un po'.
Dindi
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