Tempo fa, prima che i mercatini dell'usato nascessero come funghi in ogni piazza di paese, capitava a volte che alla quarta domenica del mese, con Dindi si decidesse di fare un giro ai Navigli.
Partivamo nella prima mattinata e in poco tempo eravamo al parcheggio di Porta Ticinese.Le bancarelle ci aspettavano ben allineate lungo le due sponde del Naviglio Grande e già c'era una discreta folla di visitatori.
Per abitudine risalivamo lungo il lato sinistro del canale, più spazioso rispetto a quello destro, e ci fermavamo ad osservare minuziosamente quasi ogni bancarella, senza trascurare un'occhiata ai bei negozi di antiquariato e alle librerie che si affacciavano sulla strada. Quasi sempre Dindi era nel bel mezzo di una collezione e il suo sguardo finiva sempre su qualche oggetto particolarmente interessante.
Verso mezzogiorno ci trovavamo alla fine del percorso proprio in corrispondenza di una "risotteria " dove, tra una strampalata collezione di radio e grammofoni di ogni epoca, potevamo concederci una pausa consumando un ottimo risotto.
Una volta attraversato il ponte sul canale, riscendevamo sulla riva opposta, passando per l'antico lavatoio.
Nel frattempo il numero dei visitatori era aumentato. Su quel lato della strada, oltre a numerosi bar e ristoranti, si affacciavano anche i tipici cortili di ringhiera , al cui interno c'erano spesso in mostra i quadri dei pittori che ritraevano proprio quegli angoli di Milano.
Un cono gelato e poi a casa, magari con un percorso un po' tortuoso, perchè si sa , tra una chiacchiera e l'altra, può capitare che un'indicazione stradale sfugga....
Ricordo con piacere quei giri ai Navigli e mi sono tornati in mente sfogliando una vecchia rivista del '99, dove in un articolo a firma Roberta Migliavacca si racconta il "Mercatone dell'Antiquariato" come segue:
Bisogna venire proprio qui, a Porta Ticinese, per ritrovare l'atmosfera della vecchia Milano, quella degli anni in cui era l'acqua, e non l'asfalto, a determinare la fisionomia urbana e la viabilità.Non ci sono più le mura della cittadella di un tempo, ma "quei due lunghi sobborghi protesi, tra mezzodì e ponente, in riva ai navigli" hanno conservato l'architettura e i tratti salienti di un passato del quale,nel resto della città si è perduta ogni traccia.Per questo, più Milano costruiva la propria modernità,più la zona attorno al Naviglio Grande diventava per la gente il luogo della memoria. Per primi se ne accorsero gli artisti che, sul finire degli anni Sessanta,cominciarono ad insediarsi nelle botteghe interne alle corti delle case di ringhiera. Poi arrivarono gli antiquari, che si sono via via accaparrati la maggior parte dei negozi affacciati lungo la Ripa e l'Alzaia. Infine , nel 1982,il rione fu eletto a furor di popolo per ospitare, nella propria caratteristica cornice, il grande appuntamento mensile con i mobili d'antiquariato, gli oggetti di brocantage e tantissime curiosità per i collezionisti più disparati.Il Mercatone viene allestito all'ultima domenica del mese e si snoda su di un percorso di quasi due chilometri, da viale Gorizia al ponte di via Valenza, occupando anche i cortili e le vie affacciate lungo le sponde dell'antico canale.Coperti da tendoni e ombrelloni colorati, sono all'incirca 500 i banchi sui quali fa bella mostra di sè un vero e proprio tripudio di porcellane, orologi, argenti, bambole, giochi di legno e di latta,occhiali, cappelli e vestiti di tutte le fogge,e ancora bastoni, vetri,utensili di mestieri scomparsi e attrezzi rurali, oggetti di modernariato, insegne pubblicitarie oltre a dischi in vinile, fumetti, libri, stampe, cartoline e foto d'epoca. A ridosso dei massicci parapetti ai bordi dell'argine, direttamente appoggiati sul pavè, sono schierati armadi, credenze, cassettoni, angoliere, cassapanche, sedie, poltrone, divani e tavoli. Ottocento e primi del Novecento sono le epoche più gettonate, mentre per la ricerca di pezzi più impegnativi basta volgere lo sguardo alle vetrine degli antiquari, i cui negozi sono aperti al gran completo durante tutte le edizioni del mercatone. Quasi impossibile indicare una fascia oraria tranquilla per la visita: il mercato è affollatissimo dall'alba al tramonto. Segno che i milanesi, famosi per essere abituati ad andare di fretta, una volta tanto amano concedersi una pausa, gironzolando tranquillamente tra le bancarelle, senza peraltro disdegnare le tentazioni gastronomiche di ristorantini e osterie della zona.
Per abitudine risalivamo lungo il lato sinistro del canale, più spazioso rispetto a quello destro, e ci fermavamo ad osservare minuziosamente quasi ogni bancarella, senza trascurare un'occhiata ai bei negozi di antiquariato e alle librerie che si affacciavano sulla strada. Quasi sempre Dindi era nel bel mezzo di una collezione e il suo sguardo finiva sempre su qualche oggetto particolarmente interessante.
Verso mezzogiorno ci trovavamo alla fine del percorso proprio in corrispondenza di una "risotteria " dove, tra una strampalata collezione di radio e grammofoni di ogni epoca, potevamo concederci una pausa consumando un ottimo risotto.
Una volta attraversato il ponte sul canale, riscendevamo sulla riva opposta, passando per l'antico lavatoio.
Nel frattempo il numero dei visitatori era aumentato. Su quel lato della strada, oltre a numerosi bar e ristoranti, si affacciavano anche i tipici cortili di ringhiera , al cui interno c'erano spesso in mostra i quadri dei pittori che ritraevano proprio quegli angoli di Milano.
Un cono gelato e poi a casa, magari con un percorso un po' tortuoso, perchè si sa , tra una chiacchiera e l'altra, può capitare che un'indicazione stradale sfugga....
Ricordo con piacere quei giri ai Navigli e mi sono tornati in mente sfogliando una vecchia rivista del '99, dove in un articolo a firma Roberta Migliavacca si racconta il "Mercatone dell'Antiquariato" come segue:
Bisogna venire proprio qui, a Porta Ticinese, per ritrovare l'atmosfera della vecchia Milano, quella degli anni in cui era l'acqua, e non l'asfalto, a determinare la fisionomia urbana e la viabilità.Non ci sono più le mura della cittadella di un tempo, ma "quei due lunghi sobborghi protesi, tra mezzodì e ponente, in riva ai navigli" hanno conservato l'architettura e i tratti salienti di un passato del quale,nel resto della città si è perduta ogni traccia.Per questo, più Milano costruiva la propria modernità,più la zona attorno al Naviglio Grande diventava per la gente il luogo della memoria. Per primi se ne accorsero gli artisti che, sul finire degli anni Sessanta,cominciarono ad insediarsi nelle botteghe interne alle corti delle case di ringhiera. Poi arrivarono gli antiquari, che si sono via via accaparrati la maggior parte dei negozi affacciati lungo la Ripa e l'Alzaia. Infine , nel 1982,il rione fu eletto a furor di popolo per ospitare, nella propria caratteristica cornice, il grande appuntamento mensile con i mobili d'antiquariato, gli oggetti di brocantage e tantissime curiosità per i collezionisti più disparati.Il Mercatone viene allestito all'ultima domenica del mese e si snoda su di un percorso di quasi due chilometri, da viale Gorizia al ponte di via Valenza, occupando anche i cortili e le vie affacciate lungo le sponde dell'antico canale.Coperti da tendoni e ombrelloni colorati, sono all'incirca 500 i banchi sui quali fa bella mostra di sè un vero e proprio tripudio di porcellane, orologi, argenti, bambole, giochi di legno e di latta,occhiali, cappelli e vestiti di tutte le fogge,e ancora bastoni, vetri,utensili di mestieri scomparsi e attrezzi rurali, oggetti di modernariato, insegne pubblicitarie oltre a dischi in vinile, fumetti, libri, stampe, cartoline e foto d'epoca. A ridosso dei massicci parapetti ai bordi dell'argine, direttamente appoggiati sul pavè, sono schierati armadi, credenze, cassettoni, angoliere, cassapanche, sedie, poltrone, divani e tavoli. Ottocento e primi del Novecento sono le epoche più gettonate, mentre per la ricerca di pezzi più impegnativi basta volgere lo sguardo alle vetrine degli antiquari, i cui negozi sono aperti al gran completo durante tutte le edizioni del mercatone. Quasi impossibile indicare una fascia oraria tranquilla per la visita: il mercato è affollatissimo dall'alba al tramonto. Segno che i milanesi, famosi per essere abituati ad andare di fretta, una volta tanto amano concedersi una pausa, gironzolando tranquillamente tra le bancarelle, senza peraltro disdegnare le tentazioni gastronomiche di ristorantini e osterie della zona.
Dev'essere molto bello il mercato dei Navigli. Me lo sono sempre immaginata senza esserci mai andata.
RispondiEliminaC'ero anch'io, al mercatone di febbraio!
RispondiEliminaBuona domenica, Dindi, e grazie per i consigli, buona l'idea di mettere il profumatore accanto ad una fonte di calore!
Adesso ho capito chi sei! Che onore, che tu legga il nostro blog!
Eliminadovrei far visita al Naviglio, forse tra le cassapanche che hanno lì trovo quella giusta per il mio salotto,mi piacciono le cose vecchie.
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