...But, soft! what light through yonder window breaks? It is the east, and Juliet is the sun. Arise, fair sun, and kill the envious moon, who is already sick and pale with grief, that thou her maid art far more fair than she...( W.Shakespeare)
...Oh, ma quale luce irrompe da quella finestra lassù? Essa è l'oriente e Giulietta è il sole. Sorgi, bel sole,e uccidi l'invidiosa luna già malata e livida di rabbia, perchè tu, sua ancella,sei tanto più luminosa di lei...
Qual è il balcone più romantico al mondo ???
Quello di Giuletta a Verona, of course !!!
Ogni anno una moltitudine incredibile di persone arriva a Verona per vedere questo balcone e non si tratta solo di coppie di innamorati che, mentre si commuovono nel ripensare all'infelice storia dei due celebri amanti, si augurano di tutto cuore che a loro ne tocchi una decisamente meno ria.
Peccato davvero che proprio i diretti interessati questo balcone non l'abbiano mai visto e non perchè si dubiti della loro effettiva esistenza nella vita reale, ma semplicemente perchè il balcone ,così come lo vediamo oggi, è stato assemblato ad arte in tempi molto molto recenti.
Ma facciamo un po' d'ordine e cerchiamo di stabilire, per quanto possibile, dove si colloca il confine tra storia e fantasia.
A Verona sono esistite veramente due famiglie di nome Montecchi e Capuleti (ma il nome esatto è Cappelletti) ;dei Cappelletti si ha conoscenza della loro presenza fino agli anni della permanenza di Dante (che li citò nel Purgatorio) a Verona, nella casa di Giulietta, quella del balcone per intenderci, non lontana da Piazza delle Erbe, come testimonia lo stemma col cappello sulla chiave di volta dell'arco di entrata al cortile della casa.
I Montecchi erano importanti mercanti ghibellini veronesi, coinvolti in lotte sanguinose per il controllo del potere a Verona, ma non si hanno notizie di rivalità con i Cappelletti. E' dunque ragionevole supporre che se una tragica storia c'è stata, i protagonisti avevano altri nomi e vivevano in altri luoghi. Eppure in qualche modo un filo conduttore dev'esserci tra la bella città scaligera e la lontana Stratford-on Avon dove W.Shakespeare scrisse questa storia di amore e morte tra il 1594 e il 1596.
Vi ricordate il gioco del telefono senza fili ? Si parte con una frase e alla fine, passando da orecchio a orecchio, ne risulta una completamente diversa.
Una prima struttura della trama si delinea nella novella Mariotto e Ganozza di Masuccio Salernitano, composta nel 1476, ma ambientata a Siena. Nella sua Historia novellamente ritrovata di due nobili amanti pubblicata nel 1530 circa, Luigi da Porto diede alla storia molto della sua forma moderna, rinominando i giovani Romeus e Giulietta e trasportando l'azione da Siena a Verona.
Rielaborata in alcune successive riduzioni drammatiche, la storia fu ripresa e arricchita da Matteo Bandello nel 1554, che la inserì nel secondo volume delle sue Novelle. La novella di Bandello fu tradotta in francese e rielaborata da Pierre Boaistuau, e la sua versione venne a sua volta tradotta in inglese, sia in prosa che in versi: il poema narrativo Tragical History of Romeus and Juliet, scritto nel 1562 da Arthur Brooke divenne così la fonte primaria del Romeo and Juliet shakespeariano.
Quanto alla casa di Giulietta da cui è partita la nostra storia, si tratta di un palazzo medievale che nel XIV secolo divenne un hospitium a Capello, e la nuova famiglia Capello che vi risiedeva esercitava il mestiere di speciari (cioè farmacisti) ancora alla fine del XV secolo.
Dal XVII al XIX secolo divenne uno stallo con albergo, pare di pessima qualità.
L'aspetto attuale della casa è stato modellato fra il 1937-1940 tramite una serie di fantasiosi restauri voluti per ricreare l'antica scenografia medievale, su ispirazione di un film americano del 1936, a sua volta ispiratosi al famoso dipinto ottocentesco di Hayez.
Anche il balcone è risultato dall'assemblaggio di resti marmorei del XIV secolo che, ancora nel 1920, si trovavano nel Museo di Castelvecchio come pietre da re-impiegare, secondo la moda architettonica del tempo.
Peccato davvero che proprio i diretti interessati questo balcone non l'abbiano mai visto e non perchè si dubiti della loro effettiva esistenza nella vita reale, ma semplicemente perchè il balcone ,così come lo vediamo oggi, è stato assemblato ad arte in tempi molto molto recenti.
Ma facciamo un po' d'ordine e cerchiamo di stabilire, per quanto possibile, dove si colloca il confine tra storia e fantasia.
A Verona sono esistite veramente due famiglie di nome Montecchi e Capuleti (ma il nome esatto è Cappelletti) ;dei Cappelletti si ha conoscenza della loro presenza fino agli anni della permanenza di Dante (che li citò nel Purgatorio) a Verona, nella casa di Giulietta, quella del balcone per intenderci, non lontana da Piazza delle Erbe, come testimonia lo stemma col cappello sulla chiave di volta dell'arco di entrata al cortile della casa.
I Montecchi erano importanti mercanti ghibellini veronesi, coinvolti in lotte sanguinose per il controllo del potere a Verona, ma non si hanno notizie di rivalità con i Cappelletti. E' dunque ragionevole supporre che se una tragica storia c'è stata, i protagonisti avevano altri nomi e vivevano in altri luoghi. Eppure in qualche modo un filo conduttore dev'esserci tra la bella città scaligera e la lontana Stratford-on Avon dove W.Shakespeare scrisse questa storia di amore e morte tra il 1594 e il 1596.
Vi ricordate il gioco del telefono senza fili ? Si parte con una frase e alla fine, passando da orecchio a orecchio, ne risulta una completamente diversa.
Una prima struttura della trama si delinea nella novella Mariotto e Ganozza di Masuccio Salernitano, composta nel 1476, ma ambientata a Siena. Nella sua Historia novellamente ritrovata di due nobili amanti pubblicata nel 1530 circa, Luigi da Porto diede alla storia molto della sua forma moderna, rinominando i giovani Romeus e Giulietta e trasportando l'azione da Siena a Verona.
Rielaborata in alcune successive riduzioni drammatiche, la storia fu ripresa e arricchita da Matteo Bandello nel 1554, che la inserì nel secondo volume delle sue Novelle. La novella di Bandello fu tradotta in francese e rielaborata da Pierre Boaistuau, e la sua versione venne a sua volta tradotta in inglese, sia in prosa che in versi: il poema narrativo Tragical History of Romeus and Juliet, scritto nel 1562 da Arthur Brooke divenne così la fonte primaria del Romeo and Juliet shakespeariano.
Quanto alla casa di Giulietta da cui è partita la nostra storia, si tratta di un palazzo medievale che nel XIV secolo divenne un hospitium a Capello, e la nuova famiglia Capello che vi risiedeva esercitava il mestiere di speciari (cioè farmacisti) ancora alla fine del XV secolo.
Dal XVII al XIX secolo divenne uno stallo con albergo, pare di pessima qualità.
L'aspetto attuale della casa è stato modellato fra il 1937-1940 tramite una serie di fantasiosi restauri voluti per ricreare l'antica scenografia medievale, su ispirazione di un film americano del 1936, a sua volta ispiratosi al famoso dipinto ottocentesco di Hayez.
Anche il balcone è risultato dall'assemblaggio di resti marmorei del XIV secolo che, ancora nel 1920, si trovavano nel Museo di Castelvecchio come pietre da re-impiegare, secondo la moda architettonica del tempo.
cara Mianna. son veramente contente che tu abbia parlato di questo argomento. se avessi 1blog lo avrei fatto io! colgo l'occasione per dire che Shakespeare è 1ladro,1copione. il vero scrittore della novella si chiamava Luigi da Porto e dedicò la novella alla cugina Lucina Savorgnan,di cui era innamorato.si conobbero alla VILLA OTELLIO di ARIIS di Rivignano.nel corso dei secoli la casa dove s'incontrarono venne spogliata di mobilio e cose di valore.anni fa le belle arti incominciarono i restauri.ma poi hanno lasciato tutto fermo lì...recentemente è caduto 1muro di cinta e purtroppo l'ho trovata molto trascurata.ma il palazzo esiste ancora e vi manderò il materiale e le foto disponibili così che possiate fare 1articolo in futuro!ciao.lei fu costretta a sposare 1altro uomo ma rimasero sempre legati platonicamente anche se divisi dai familiari.
RispondiElimina