lunedì 15 gennaio 2018

Calendari

Mia madre diceva spesso  :"  'l temp l'è tùt tacà " , piccola perla di saggezza popolare che  perde un po' del suo sapore quando si cerca di tradurla dal dialetto  in italiano corrente. Quel che intendeva dire era che a volte è inutile aver fretta o lasciarsi prendere dal timore di non riuscire a portare a termine un impegno, un progetto, in un tempo prestabilito. Più facile a dirsi che a farsi, perché forse spaventati dalla sua inconsistente fluidità, gli uomini hanno presto imparato a fare a pezzi il tempo, dividendolo in unità sempre più piccole, in cui restare intrappolati.
 
Del resto, da esseri razionali, bisogna riconoscere che senza criteri comuni di classificazione del tempo, si finirebbe nel caos e, come sempre, dipende da ciascuno di noi saperci rapportare con serenità al suo inarrestabile fluire.

Agende, orologi, timer, calendari hanno soppiantato meridiane, clessidre, tavolette di cera... ma alla fine non si può fare a meno di misurare il tempo.

Personalmente non ho mai avuto molta simpatia per gli orologi, non ne indosso da anni , mentre mi piacciono i calendari, in particolare quelli illustrati e li conservo con cura, anche quando ormai hanno perso qualsiasi utilità. In genere li ricevo in regalo, prima dell'inizio di ogni nuovo anno, dalle persone che mi stanno vicine, che conoscono i miei gusti, ma ne ricevo anche da  amici che sono lontani e che in qualche modo finiscono per essere virtualmente con me per tutto l'anno.








Per me il tempo dei viaggi e delle vacanza è ormai concluso - salvo qualche piccola parentesi - perciò apprezzo molto quei calendari che i miei figli acquistano per me durante le loro vacanze; posso conoscere nuovi paesaggi e poi,sapere di essere nei loro pensieri anche quando sono lontani, mi scalda il cuore ...













A volte i calendari mi portano a spasso per giardini più o meno vicini ed ogni pagina è una gradevole sorpresa




o un invito alla fantasia...









Ogni anno Fabio ritira dal suo giornalaio un calendario locale, un calendario cioè dove si raccontano tradizioni, proverbi, aneddoti, piatti tipici e curiosità della terra bergamasca. Per il 2018 però l'ho anticipato e ho comperato un nuovo calendario che più bergamasco di così non potrebbe essere....




 
infatti , oltre a raccontare "i giochi di una volta", è scritto integralmente in dialetto, nomi dei santi compresi, e vi assicuro che tentare di leggerlo ad alta voce è un esercizio linguistico molto impegnativo.....ma anche divertente.

Se invece voglio rilassarmi, ecco il calendario capace di distendere i nervi  grazie ai bellissimi acquerelli di Franco Testa. 





Le illustrazioni naturalistiche di questo pittore realizzate per molti anni per "L'erbolario" sono secondo me di una bellezza strepitosa, per l'accuratezza dei dettagli, per l'uso sapiente dei colori, per le atmosfere che affiorano dagli sfondi, in armonia con il soggetto in primo piano.










  

 
 
 
 
 
 
 



























Sfogliare un vecchio calendario è un po' come sfogliare la propria vita e ritrovare i giorni belli, quelli tristi, quelli allegri, quelli bui, quelli vuoti, quelli speciali che non potremo mai dimenticare, e rimettendoli insieme far sì che il tempo ritorni ad essere, come diceva la mia mamma, tùt tacà.











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