sabato 25 marzo 2017

La febbre del sabato sera


Come ho già raccontato qui http://ilclandimariapia.blogspot.it/2014/02/il-tempo-passa.html, John Travolta è uno degli attori che io e Mianna preferiamo e, anche se lo amiamo maggiormente adesso che è "in età", non possiamo fare a meno di ricordarlo con affetto nel film che ne ha fatto un divo: la febbre del sabato sera.
Decisamente poco raffinato,anzi, per niente,  ma bellissimo, sensuale e ballerino stupendo.






Da wikipedia:

La febbre del sabato sera (Saturday Night Fever) è un film musicale del 1977 diretto dal regista John Badham, che lanciò l'attore John Travolta.

Si tratta di uno dei film più celebri nella storia del cinema. La pellicola, grazie alla quale Travolta ottenne la sua definitiva consacrazione, viene concepita come un vero e proprio omaggio alla disco music e al glam dominante negli anni settanta. Le musiche vengono arricchite dai successi musicali in voga all'epoca, tra cui spiccano le canzoni originali dei Bee Gees (soprattutto il brano Stayin' alive), che con la pellicola ritrovano una nuova stagione di gloria.






La trama tratta comunque tematiche serie, ed affronta problemi giovanili tuttora attuali, come l'emigrazione, l'uso di stupefacenti nelle discoteche, il razzismo- che non risparmia i protagonisti italo-americani, marchiati con gli annosi luoghi comuni di accidia e sciatteria - e la violenza tra bande.

Il film ebbe un successo straordinario. La colonna sonora della pellicola, composta per lo più dai celebri brani dei Bee Gees vendette oltre 40 milioni di copie in tutto il mondo, diventando una delle colonne sonore più vendute di tutti i tempi.



E proprio la voglia di riascoltare quelle musiche, la nostalgia di quei ballerini fantastici,  ci ha portato in teatro, ieri sera, a vedere una commedia musicale che riprende la storia di Tony Manero e Co. Non era la versione famosa con Lorella Cuccarini, di cui ho sentito parlare molto bene, ma un'edizione con attori-cantanti-ballerini a noi sconosciuti. Probabilmente noti al resto del pubblico, più informato di noi.



Che delusione, ragazzi! La commedia, qui, era vista come una parodia: i ragazzi sembravano tutti una massa di deficienti e gli adulti, penosissimi, che parlavano solo in dialetto pugliese ad un volume da spaccatimpani. Mi ricordavano quelle commedie dialettali che vedevo all'oratorio, da ragazza, o, al massimo,i Legnanesi, versione sud, ma con tutto il rispetto per i Legnanesi, che sono artisti specializzati!
Ma perchè hanno voluto farne una cosa comica? L'idea del film non lo era affatto! Anzi, trattava temi importanti e purtroppo sempre attuali. Soprattutto la mancanza di ideali che affligge la gioventù, la difficoltà ad avere sogni, in un mondo troppo materialistico, ma anche la possibilità di riscatto e la ricerca di un significato per la propria vita.
Se non si voleva andare sul "serioso", bastava raccontare una storia di ragazzi e lasciar cantare e ballare gli interpreti, che erano anche piuttosto bravi. 
Di parodie ce n'era già una, vista nella tv degli anni 80 ( forse a Drive in) e fatta da Enrico Beruschi, un maestro della comicità, che era stato bravissimo a far ridere, rifacendo per la trasmissione parecchi film famosi, tra cui, appunto, Saturday night fever..
Per dirla tutta, io e Mianna, nell'intevallo ce la siamo filata e ci siamo perse la seconda parte dello spettacolo perchè l'idea di un'altra ora e mezza di stupidaggini simili ci pesava troppo.
Che peccato.....questa volta non ci è proprio andata bene!
E allora consoliamoci con questo video




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