lunedì 13 marzo 2017

Gita a Grazzano Visconti

Qualche giorno fa, per festeggiare il mio compleanno, siamo andati in gita a Grazzano Visconti, che non è troppo lontano da Bergamo, ma dove eravamo stati solo una volta quasi mezzo secolo fa. La giornata era grigia e umida, ma alla fine di febbraio non si può pretendere molto di più. Questo non è nemmeno tempo di gite fuori porta, quindi non abbiamo potuto visitare il castello né il parco e molti esercizi erano chiusi, però il fascino del luogo rimane intatto anche nella brutta stagione e la mancanza di tanti turisti è un valore aggiunto, per i miei gusti. Certamente il borgo non è autentico medievale, è solo ricostruito, ma in maniera veramente elegante.

Grazzano Visconti fu ideato e realizzato agli inizi del 1900 dal Duca Giuseppe Visconti di Modrone ( padre del regista Luchino, che qui è nato) con raffinato gusto scenografico e grande ricercatezza nei particolari e nelle decorazioni.
Antichi documenti testimoniano l’esistenza di un centro abitato nel 1300 ed infatti il nome Grazzano deriverebbe da un tale “Graccus Graccianum”, proprietario, in quegli anni lontani, di terre in questa località.
Verso la fine del 1400, Gian Galeazzo Visconti, con un editto a Pavia, concesse alla figlia naturale Beatrice, già sposa del nobile piacentino Giovanni Anguissola, il permesso di costruire un castello, che nei secoli seguenti fu teatro di diversi fatti d’armi, in quanto feudo dei nobili Anguissola.
Questa  importante famiglia piacentina mantenne il possesso del maniero sin al 1884, quando la Contessa Fanny, nata  Visconti e sposata Anguissola, perse il marito e l’unico figlio lasciando i beni al fratello Guido Visconti, del ramo della Contea Milanese di Modrone.


Per opera del Duca Giuseppe Visconti, il Biscione ritorna a Grazzano ed il borgo, da un nucleo di catapecchie e vecchie stalle limitrofe ad un castello in rovina, diventa un villaggio in stile neomedievale.
Le torri del Castello assumono l’imponenza tipica della fortezza viscontea, logge e camminamenti si completano di merlature ghibelline, le facciate in mattoni diventano più armoniche e severe con graffiti e decorazioni caratteristiche del gusto lombardo.
Una lussureggiante cornice di alberi secolari, statue, vialie fontane, costituiscono il grande parco, mentre all’esterno sorgono edifici rispondenti in tutto alle linee stilistiche dei primi secoli dopo il 1000; i rapporti architettonici risultano armoniosi e piacevoli e i vari elementi dell’arredo urbano - fontanelle, balconi, finestre, colonnine, stemmi
e iscrizioni - sono sapientemente collocati.


































Il borgo medievale, come ogni luogo del passato che si rispetti, ha il suo fantasma: Aloisa.









Un profumo, una visione fugace, un soffio leggero.
Ogni luogo incantato ha il suo fantasma.

Quello che aleggia attorno a Grazzano Visconti e che si muove tra il parco ed il castello è il fantasma di una dama, dal nome ricco di poesia: Aloisa.
La storia di Aloisa è stata tramandata dai racconti della gente, che ha sempre rispettato la sua presenza e la memoria del suo triste destino:
Aloisa, sposa di un capitano di milizia, fu infatti tradita dal marito
e morì di gelosia e di dolore.
Da allora il suo spirito vaga in questi luoghi.
Un giorno lo spirito di Aloisa si manifestò al Duca Giuseppe che era un medium e ne guidò la mano per tracciare il suo ritratto: la donna di forme rotonde, non alta e con le braccia conserte rappresentata in diverse statue
di Grazzano Visconti è proprio lei, Aloisa.
Non è uno spirito ostile, anzi.
Come tutti gli esseri, chiede affetto e sorriso, e dice "Io sono Aloisa e porto Amore e profumo alle Belle che donano il loro sorriso a Grazzano Visconti".

È diventata nel tempo la protettrice degli innamorati e molti visitatori
le offrono fiori e piccoli omaggi, per consolare lei,
che nell'amore non ebbe fortuna. 

2 commenti:

  1. WoW!! Pensa...io ci sono stata in gita quando frequentavo la scuola media!
    Un sacco di anni fa!
    ...che bei ricordi!
    Loredana

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