vi avevo parlato de "La libreria degli amori inattesi", libro che, secondo me, non rispettava quanto proclamato nel risvolto di copertina, ma che avevo trovato abbastanza piacevole e rilassante, anche se nei commenti al post qualcuno lo definiva degno dei peggiori Harmony. Io non sono così esigente, forse perchè in questo periodo amo leggere storie lievi, che tuttavia non sono banali, nè prive di risvolti psicologici interessanti. Insomma mi vanno bene anche libri che non passeranno alla storia.
Poichè di Lucy Dillon avevo letto in precedenza "Il rifugio dei cuori solitari", che mi aveva fatto piacevole compagnia come questo della stessa autrice, ho fatto quello che faccio sempre in questi casi: ho comprato anche gli altri scritti da lei, li ho letti e non me ne sono pentita.
La cosa particolare di queste storie è che tutte si svolgono nello stesso paese, Longhampton decisamente fuori Londra, e che i personaggi dei libri precedenti si incontrano anche in quelli seguenti perchè hanno rapporti di vario genere con i protagonisti delle nuove storie. Insomma, si vive in un paese, dove tutti, o quasi, si conoscono. E a chi legge sembra di non aver mai lasciato la scena degli avvenimenti.....I cani sono il filo conduttore delle storie narrate; non sono i protagonisti, ma sono amici sinceri, che aiutano gli umani nei loror momenti peggiori.
Questi sono libri per chi ama i cani e capisce la loro importanza nella vita degli umani.
Allora, per chi fosse interessato, il primo libro da leggere è questo:
Seduta di fronte all'antica scrivania di rovere, Rachel ascolta a malapena il borbottio dell'anziano notaio che sta sbrigando le ultime formalità testamentarie.
Il suo sguardo è fisso sulla sua eredità: un muso piegato di lato e pieno di comprensione, due enormi occhi color ghiaccio, un orecchio nero floscio e l'altro bianco e dritto. Gem non è un cane come tutti gli altri, è il border collie dell'eccentrica zia Dot che, morendo, ha deciso di lasciare alla nipote una grande tenuta in campagna, un rifugio per cani abbandonati e soprattutto Gem, l'amico prediletto.
Rachel non è certo un tipo da cani e la sua sofisticata e mondana vita a Londra non l'ha preparata al faticoso lavoro in campagna.
Ma tutta la sua vecchia esistenza è appena andata a rotoli, perché la sua relazione con Oliver, che era anche il suo capo, è appena finita e Rachel è rimasta senza lavoro, senza soldi e senza amore.
Non tutto però è perduto e Rachel scopre, proprio grazie a Gem, di avere un sesto senso nel trovare i padroni più adatti a prendersi cura dei trovatelli del rifugio.
Natalie e Johnny sono una coppia senza figli e solo le corte zampette di Bertie, un tenero basset hound, possono far tornare il sorriso sulle loro labbra.
Zoe crede che la piccola labrador Toffee sia uno scomodo regalo dell'ex marito ai suoi figli, ma presto deve riconoscere che il vero regalo l'ha ricevuto lei. E Bill, un incallito cuore solitario, non sa resistere ai dolci occhi neri della barboncina Lulu, che lo guardano adoranti da sotto i ciuffi di pelo.
A tutti loro Rachel dona una nuova opportunità per una vita migliore, ma dovrà essere forte abbastanza da dare una seconda occasione anche al suo cuore spezzato…
Seduta sul divano, Juliet ha un solo desiderio: nascondersi. Dalla sua famiglia, dagli amici, da sua madre. E fare finta che suo marito Ben non se ne sia andato per sempre. Ma c'è qualcuno che non ha la minima intenzione di permetterglielo: ha le orecchie spettinate, la coda che scodinzola di continuo e due occhi color nocciola che non smettono di fissarla un momento. Si tratta di Minton, il cane di Ben. Ha bisogno di lei, ora più che mai. Ma non c'è solo lui. C'è anche Coco, il labrador che sua madre ha ben pensato di affidarle per il weekend. Juliet non ha alternative e a malincuore decide di occuparsi di entrambi. Trascinata da questa strana coppia, al parco scopre un mondo nuovo fatto di codici, linguaggi, luoghi suoi propri, dove le persone si chiamano con i nomi dei loro cani: il mondo dei dogsitter. Un mondo che la aiuta a riprendere possesso della sua vita. Piano piano Juliet sente di avere un intuito particolare e un modo tutto suo di farsi capire dai quattrozampe. In men che non si dica, tutti vogliono che sia lei a occuparsi dei loro piccoli amici. Perché a Juliet basta uno sguardo per capire di cosa hanno veramente bisogno. Come il focoso bastardino Hector che dietro alla sua irruenza cela solo un grande bisogno di sfogarsi, o la piccola cockerina Dawson che ha tanto bisogno di affetto, o il temibile Jack che con la sua aggressività maschera tanta paura. Per tutti loro Juliet ha trovato il segreto della felicità, ora manca solo lei. Ma forse sarà proprio Minton a farle capire la strada, passo dopo passo.
Una lettera scritta dall'unico uomo che abbia sempre amato. Una copia di Piccole donne, il suo libro preferito quand'era bambina. Un vaso di vetro, che riflette la luce anche nelle buie giornate d'autunno. Le mani di Gina si soffermano con tocchi delicati sugli oggetti che fanno capolino dagli scatoloni. Accanto a lei Buzz: due dolci occhi marroni, una coda che sembra non voler mai stare ferma, quattro zampe che mettono confusione e allegria ovunque. Seduta nella sua nuova casa, Gina sente un timido sorriso affiorarle alle labbra. È il primo giorno della sua nuova vita.
Dopo il fallimento del matrimonio con Stuart, Gina ha deciso di non voltarsi indietro e di guardare al futuro. Ha lasciato il marito, cambiato casa e deciso di mettere in vendita o dare in beneficenza tutti gli oggetti della sua vita precedente. Vuole salvarne solo alcuni, quelli a cui è più legata, quelli che le riportano alla mente ricordi felici, quelli che parlano della vera Gina.
Proprio così, cercando di disfarsi di una bicicletta, un po' per fortuna un po' per caso, ha trovato Buzz. E Buzz ha trovato lei. Un nuovo amico che, giorno dopo giorno, riesce a riempire il vuoto che si era creato nella sua vita. Che riesce a farle capire quanto siano preziose le piccole cose che la circondano. E quando il suo lavoro di restauratrice le offre l'occasione che da sempre aspettava, Gina trova finalmente il coraggio di aprire il suo cuore alla speranza e, forse, anche all'amore. Ma se è vero che i desideri si esprimono solo a occhi chiusi, le servirà tutto il fiuto di Buzz per orientarsi tra i mille imprevisti della sua nuova vita.
E poi c'è questo, il primo libro scritto da Lucy Dillon. Si svolge sempre a Longhampton, ma questa volta non ci sono cani a far compagnia alle persone. E se devo essere sincera mi è piaciuto molto meno degli altri. Se l'avessi letto per primo, probabilmente non avrei comperato gli altri.
Longhampton, Inghilterra. Tutto è pronto per la prima lezione di danza. La pista da ballo scintilla, nonostante il legno consumato. La luce della luna filtra dalle ampie vetrate del vecchio edificio simile a una casa di bambola e illumina la grande sala. Angelica Henders, ex campionessa di ballo e ora maestra di danza, è al centro della pista, pronta per ballare: indossa le scarpe rosse, quelle che hanno segnato il suo inizio, che l'hanno seguita durante i suoi successi, che l'hanno fatta scappare e ora fuggire qui, dove tutto è cominciato. Intorno a lei, gli allievi, alla ricerca del ritmo che possa cambiare la loro vita. Per tutti loro è tempo di affrontare la musica e la danza, ma soprattutto di capire, attraverso la magica alchimia del ballo, lezioni sulla vita, sull'amore, sull'amicizia. Come Katie e Ross, che hanno deciso di iscriversi alla scuola di ballo in un ultimo, disperato tentativo di salvare il loro amore; la giovane Lauren, che sogna un matrimonio da favola; la vivace Chloe, in cerca dell'anima gemella, e Baxter e Peggy, due attempati ballerini che nascondono un mistero sconvolgente. Per tutti loro Angelica conosce i passi giusti, sa che, se è della fiducia che hanno bisogno, il rock and roll è quello che fa per loro; che un tango può far ritrovare la passione, o che con il foxtrot ci si può innamorare un'altra volta. Quello che Angelica non conosce più è il passo giusto per la sua vita. Potrà ritrovarlo solo se affronterà la sua più grande paura, se accetterà di mettersi alla prova, almeno una volta, ripercorrendo quella pista da ballo che conduce verso un passato troppe volte ignorato.
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