Un paio d'anni fa, quando questo blog era appena nato, avevo dedicato un post a questo libro davvero speciale : Il diario di campagna di una signora inglese del primo novecento e alla sua autrice Edith Holden che non è altri che la signora in questione.
Da un paio di giorni ho ripreso in mano gli attrezzi da giardino e nel ritrovare il piacere, e la fatica, di confrontarmi direttamente con la terra e con le sue meraviglie, ho ripensato a Mrs. Holden e alla sua straordinaria capacità di raccogliere in un diario, insieme alle sue esperienze quotidiane, un bagaglio di conoscenze scientifiche e letterarie in perfetta sintonia con lo scorrere delle stagioni.
Visto che oggi è il primo giorno d'aprile, mese che vedrà il manifestarsi della primavera in tutto il suo splendore, voglio ricordare questa giovane donna, naturalista preparata, disegnatrice attenta e dotata di una sensibilità poetica non comune,proponendo qualche pagina del suo diario :
Il nome di questo mese deriva da una parola greca che significa "apertura". In molti paesi d'Europa il 1° d'Aprile è, da tempo,il giorno dedicato alle usanze facete, delle quali ancora non si conosce con certezza l'origine. Si tende in questo giorno a mandare un semplicione o un ingenuo a fare delle commissioni balorde. In Inghilterra questo è detto il giorno dello"scherzo d'Aprile". In Scozia si dice che è il giorno della "caccia al merlo", mentre in Francia si chiama "pesce d'Aprile".
11 aprile : Giornata stupenda. Questa mattina sono andata in giro per i campi raccogliendo primule, alcune così grandi come non ne avevo mai viste. Qui sono in fiore le Fragole di bosco, gli Orobi tuberosi , le Acetoselle e il Centonchio Maggiore. Nel pomeriggio sono arrivata fino in cima alla brughiera. Lassù il mondo sembrava fatto di cielo e di ginestre: uno stuolo di fiori dorati e profumati sotto un cielo azzurro e limpido. Ho visto due farfalle Megara che svolazzvano ondeggiando nella luce del sole.
17 aprile : il Gittaione rosa è in fiore. Camminando per i campi mi sono trovata di fronte a un boschetto di giovani ciliegi in fiore,cresciuti tutti in cima a uno degli argini. Gli argini, che qui dividono i campi e sono fiancheggiati da sentieri, incominciano a essere smaltati di fiorellini e felci e sulle loro piane sommità, limitate tutt'attorno da basse siepi, le Campanule azzurre cominciano a infittire. Gli arbusti di pruno selvatico fanno da stupendo scenario, proprio ora che la massa dei loro candidi fiori forma un netto contrasto col giallo oro intenso del Ginestrone.
Ma dolce, il mio orecchio ha colto un suono; proveniva
Da quel bosco laggiù.
Lo Spirito dell'oscura verde radura bisbigliò
Il proprio felice nome.
Sì, è lui l'uccello solitario, che in disparte
Da tutti i suoi simili,
lento sgrana il suo rosario monotono al mite
Vento di ponente,
Cucù cucù, canta di nuovo, le sue note
Sono sgraziate.
Ma anche le più semplici creature sanno far risonare
Le profonde corde del cuore.
Motherwell
E il gaio usignolo
Che affolla e affretta e fa precipitare,
Con veloce, fitto gorgheggio, le sue deliziose note,
Come se fosse timoroso che una notte d'aprile
Sia per lui troppo breve per esprimere
Il suo Canto d'amore e liberare l'anima colma
Di tutta la sua musica.
Coleridge
allora,buon aprile a tutti!...belle le illustrazioni
RispondiEliminaLo conosco si, era uno dei libri preferiti di mia mamma!
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