Basilius Besler fu un rispettato farmacista e botanico di Norimberga, in Germania, vissuto dal 1561 al 1629.
Nel 1596 fu nominato responsabole dei giardini di Johann Konrad von Gemmingen, vescovo di Eichstatt in Baviera, il quale possedeva l'unico orto botanico significativo in Europa, fuori dai confini italiani. I giardini circondavano la residenza-castello del vescovo, posta in cima a una collina che domina la città.
Il vescovo incaricò Besler di compilare un'opera editoriale che comprendesse le specie botaniche esistenti nel lussuoso giardino: Besler impiegò sedici anni per completare tale opera e si avvalse dell'aiuto del fratello e di un gruppo di esperti incisori e stampatori tedeschi.
L'opera venne chiamata Hortus Eystettensis e rappresentò un passaggio rivoluzionario nel campo della rappresentazione botanica.
Infatti nei secoli precedenti l'attenzione dei botanici era focalizzata sulle erbe medicinali e commestibili e le rappresentazioni scientifiche erano spesso di cattiva qualità, a tal punto che era difficile identificare le specie floreali.
Le tavole create da Besler invece riproducono fiori da giardino, verdure, erbe medicinali e piante esotiche come il ricino o la calla, raffigurate quasi a grandeza naturale con abbondante quantità di dettagli.
La prima edizione risale al 1613 e comprende 367 tavole incise su piombo, con una media di tre piante per pagina.
L'opera riflette le quattro stagioni, raffigurando dapprima la fioritura per seguire con la trasformazione in frutti. L'Inverno è rappresentato da sette tavole, la Primavera, stagione dell'abbondanza, è rappresentata da 134 tavole, per un totale di 454 piante. La ricca Estate raffigura 505 piante su 184 tavole e infine l'Autunno ha 98 specie su 42 tavole.
Le descrizioni delle piante sono in latino e mostrano una stupefacente anticipazione del sistema di nomenclatura binomiale.
Sul frontespizio, un ritratto di Besler che tiene in mano un rametto di basilico.
Ecco alcune delle tavole in ordine sparso
Dopo più di quattrocento anni dalla sua distruzione avvenuta nel corso della Guerra dei Trentanni, l'Hortus Eystettensis raccontato da Besler nelle sue tavole è stato riportato in vita nel 1998 grazie all'intervento dell'ente bavarese preposto alla conservazione di palazzi e giardini.
Certo non è stata un'impresa facile perchè, per quanto si sia cercato di rispettare la struttura originale, le piante hanno bisogno di tempo per crescere e svilupparsi secondo i ritmi suggeriti dalla natura.
Ecco come si presenta il giardino oggi ai visitatori
Sono certa che dall'alto il buon Basilius apprezzerà.
Le tavole create da Besler invece riproducono fiori da giardino, verdure, erbe medicinali e piante esotiche come il ricino o la calla, raffigurate quasi a grandeza naturale con abbondante quantità di dettagli.
La prima edizione risale al 1613 e comprende 367 tavole incise su piombo, con una media di tre piante per pagina.
L'opera riflette le quattro stagioni, raffigurando dapprima la fioritura per seguire con la trasformazione in frutti. L'Inverno è rappresentato da sette tavole, la Primavera, stagione dell'abbondanza, è rappresentata da 134 tavole, per un totale di 454 piante. La ricca Estate raffigura 505 piante su 184 tavole e infine l'Autunno ha 98 specie su 42 tavole.
Le descrizioni delle piante sono in latino e mostrano una stupefacente anticipazione del sistema di nomenclatura binomiale.
Sul frontespizio, un ritratto di Besler che tiene in mano un rametto di basilico.
Ecco alcune delle tavole in ordine sparso
Dopo più di quattrocento anni dalla sua distruzione avvenuta nel corso della Guerra dei Trentanni, l'Hortus Eystettensis raccontato da Besler nelle sue tavole è stato riportato in vita nel 1998 grazie all'intervento dell'ente bavarese preposto alla conservazione di palazzi e giardini.
Certo non è stata un'impresa facile perchè, per quanto si sia cercato di rispettare la struttura originale, le piante hanno bisogno di tempo per crescere e svilupparsi secondo i ritmi suggeriti dalla natura.
Ecco come si presenta il giardino oggi ai visitatori
Sono certa che dall'alto il buon Basilius apprezzerà.
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