lunedì 28 gennaio 2013

Nazim Hikmet



Nâzım Hikmet-Ran, in italiano spesso scritto Nazim Hikmet (Salonicco, 20 novembre 1901, Mosca, 3 giugno 1963), è stato un poeta, drammaturgo e scrittore turco naturalizzato polacco. Definito "comunista romantico" o "rivoluzionario romantico", è considerato uno dei più importanti poeti turchi dell'epoca moderna

Il padre, Hikmet Bey, era un diplomatico, la madre Aisha era una pittrice turca appassionata di poesia francese.
Scrisse i suoi primi testi all'età di quattordici anni. La prima pubblicazione di Hikmet avvenne a diciassette anni su una rivista. Il suo punto di riferimento letterario era il suo insegnante di letteratura e poesia, Yahya Kemal, e altri poeti turchi come Tevfik Fikret e Mehmed Emin.
Aderì al partito comunista ed ebbe una intensa vita politica, che lo portò anche ad essere imprigionato in varie occasioni.






LA VITA NON E' UNO SCHERZO.
Prendila sul serio
come fa lo scoiattolo, ad esempio,
senza aspettarti nulla
... dal di fuori o nell'aldilà.
Non avrai altro da fare che vivere.
La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che messo contro un muro, ad esempio, le mani legate,
o dentro un laboratorio
col camice bianco e grandi occhiali,
tu muoia affinché vivano gli uomini
gli uomini di cui non conoscerai la faccia,
e morrai sapendo
che nulla è più bello, più vero della vita.
Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che a settant'anni, ad esempio, pianterai degli ulivi
non perché restino ai tuoi figli
ma perché non crederai alla morte
pur temendola,
e la vita peserà di più sulla bilancia.






 IL PIU' BELLO
  Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
...
non li abbiamo ancora vissuti:
e quello
che vorrei dirti di più bello
non te l'ho ancora detto.





 


 
I GIORNI SONO SEMPRE PIU' BREVI

I giorni sono sempre più brevi
le piogge cominceranno.
La mia porta, spalancata, ti ha atteso.
Perchè hai tardato tanto?
Sul mio tavolo, dei peperoni verdi, del sale, del pane.
Il vino che avevo conservato nella brocca
l'ho bevuto a metà, da solo, aspettando.
Perchè hai tardato tanto?
Ma ecco sui rami, maturi, profondi
dei frutti carichi di miele.
Stavano per cadere senza essere colti
se tu avessi tardato ancora un poco.





TI SEI STANCATA

Ti sei stancata di portare il mio peso
ti sei stancata delle mie mani
dei miei occhi della mia ombra
le mie parole erano incendi
le mie parole eran pozzi profondi
verrà un giorno un giorno improvvisamente
sentirai dentro di te
le orme dei miei passi
che si allontanano
e quel peso sarà il più grave






2 commenti:

  1. Ho tutte le poesie sue . E' un poeta che adoro !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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  2. ... alcune le conoscevo ... altre no !!!
    poesie bellissime !!!
    Patty

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